19 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Ap chiede che siano utilizzati gli esuberi delle province

De Poli: senza nuovi addetti, addio giustizia in Veneto

La denuncia del presidente del Tribunale di Venezia Toppan sulla carenza di organico di 7000 unità è giunta in Parlamento con l'interrogazione di De Poli. Unico rimedio, il trasferimento di personale in esubero dalle province, che però andranno debitamente formati per svolgere i nuovi incarichi. Soluzione che potrebbe incontrare la resistenza dei sindacati.

ROMA - «Dopo la denuncia del presidente del Tribunale di Venezia Toppan sui servizi a rischio a causa della mancanza del personale, chiederò al Governo tempi certi per trasferire i dipendenti delle province in esubero nei tribunali in base alle nuove norme sulla mobilità del pubblico impiego e coprire così un buco di organico del Tribunale che rischierebbe di scongiurare il caos». Lo afferma il senatore e vicesegretario vicario Udc Antonio De Poli, già firmatario di un’interrogazione parlamentare presentata nei giorni scorsi sull’argomento. Il tema è caldo: si parla, infatti, di una carenza di organico nei tribunali veneti di circa 7000 unità, alla quale è necessario porre presto rimedio. E il rimedio che De Poli propone è il trasferimento di circa 2000 unità di personale in esubero dalle province, «adeguatamente formato circa le nuove competenze».

NON SOLO CARENZA DI ORGANICO, MA ANCHE DI CARTA - D’altronde, De Poli sottolinea come le problematiche dei tribunali veneti non si fermino alla carenza di organico: il caso del Tribunale di Venezia, ad esempio, è altamente rappresentativo. Lì, infatti, i giudici sarebbero stati addirittura invitati a risparmiare sulle fotocopie, perché la dotazione dei fogli è calata del 25%. «Se vogliamo una giustizia più efficiente - dichiara De Poli -, dobbiamo togliere i problemi burocratici. E non solo sulla carta, tanto per usare un gioco di parole. E' assurdo che si tolga la carta ai Tribunali lasciando così i giudici in una situazione di difficoltà. Chiederò al Ministro della Giustizia i numeri e i risparmi derivanti dal processo telematico: da quanto risulta da notizie di stampa, i depositi telematici da parte di magistrati e avvocati ha registrato un'accelerazione, tuttavia non mancano i problemi e le difficoltà di collegamento dal punto di vista tecnologico, secondo quanto hanno denunciato gli avvocati».

I PARADOSSI DEL PROCESSO TELEMATICO - Già, perché il processo telematico, secondo le stime, consentirebbe un risparmio di circa 44 milioni. Eppure, tanti sono ancora gli ostacoli per l’effettiva realizzazione della trasformazione digitale. E’ notizia recente, il paradossale caso di un avvocato milanese sanzionato per 5000 euro perché non ha consegnato la «copia cartacea di cortesia» delle memorie conclusive richiesta dal giudice, quando la telematizzazione del processo dovrebbe avere, come primario obiettivo, proprio quello di risparmiare sulla burocrazia «analogica». La sanzione, alla fine, è stata ritirata, con relativo pronunciamento del Tribunale di Milano in merito alla non legittimità di imporre pene pecuniarie per il mancato deposito della copia cartacea degli atti, un documento che dovrebbe essere, appunto, solo «di cortesia» e non certo obbligatorio; eppure, questa rimane una vicenda rappresentativa di quanti ostacoli ancora il processo telematico debba affrontare per entrare ufficialmente nell’uso.

IL PERSONALE TRASFERITO ANDRÀ DEBITAMENTE FORMATO - In ogni caso, nel corso del 2015 - secondo quanto ha denunciato il presidente Toppan agli organi di stampa - la situazione più grave resta quella del personale, con un buco che presto ammonterà a 7000 unità. Situazione per la quale De Poli ha indirizzato all'esecutivo e al Guardiasigilli Andrea Orlando un'interrogazione parlamentare nei giorni scorsi. Eppure, la problematica rimane di difficile soluzione: innanzitutto perché la «pezza» più facile da applicare corrisponde al trasferimento del personale dalle province, personale che, però andrà debitamente formato e aggiornato rispetto ai nuovi incarichi che dovrà svolgere. Le circa 2000 unità che potrebbero essere presto trasferite, infatti,  non hanno ovviamente le competenze necessarie; in più, tale soluzione potrebbe incontrare anche la resistenza dei sindacati locali. In ogni caso, il presidente Toppan è stato chiaro: moltissimi dipendenti del Tribunale di Venezia andranno in pensione nel 2015: se non si interviene in tempo, i servizi saranno a rischio e a farne le spese saranno i cittadini.