24 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Il deputato M5s accusa il governo: tarpa la crescita nell'agricoltura

Bernini: facciamo tornare i giovani nelle campagne

La terra non conosce disoccupazione. A dirlo è la Coldiretti che dichiara che l'occupazione nell'agricoltura vede un incremento del 7,1%: un dato assolutamente straordinario, visti tempi di crisi record nel campo occupazionale. A commentare i dati è Massimiliano Bernini, deputato grillino e membro della Commissione Agricoltura: «Il governo non asseconda la crescita tassando i terreni».

ROMA - «Bisogna non tarpare questa crescita, ma sostenerla. Purtroppo il governo con l'Imu sui terreni agricoli rischia di tarpare questi trend positivi». Massimiliano Bernini, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Agricoltura, in un'intervista rilasciata a DiariodelWeb.it, commenta i dati diffusi dalla Coldiretti che testimoniano un forte incremento dell'occupazione agricola nel terzo trimestre del 2014.

SETTORE AGRICOLO VOLANO DELLA RIPRESA - «A noi il dato positivo comunicato dalla Coldiretti di crescita occupazionale non può fare che ben sperare – spiega l'onorevole Bernini –. Questi dati positivi non riguardano solo l'occupazione, ma riguardano anche il Pil del settore agricoltura, che non più tardi di dicembre 2014 cresceva di quasi l'1%. Questo sta a significare che c'è una forte vivacità nel mondo agricolo italiano: un settore che, nonostante la crisi e la situazione contingente che è venuta a crearsi in questi anni, rimane vivace, con delle potenzialità enormi, e che a nostro avviso può rappresentare il volano di una futura ripresa economica generale di tutto il sistema Paese», continua il deputato pentastellato.

NO ALL'IMU AGRICOLA - Il governo, però, non sembra curarsi affatto di questo trend positivo, andando avanti con una politica agraria tutt'altro che disposta ad assecondare la tendenza di crescita occupazionale rilevata dalla Coldiretti: «Bisogna non tarpare questa crescita, ma sostenerla. Purtroppo il governo con l'Imu sui terreni agricoli rischia di tarpare questi trend positivi. Il movimento 5 stelle, i membri della Commissione Agricoltura e della Commissione Finanza, di Camera e Senato, dicono no all'Imu sui terreni agricoli. Noi siamo contrari a quello che per noi è un balzello fatto con criteri che rappresentano degli elementi di forte iniquità sociale, parametri vecchi datati 1952-1953 – anche se poi sono stati successivamente revisionati. Ci sono, inoltre, a nostro parere, dei forti elementi di incostituzionalità, alla luce dell'articolo 53 della Costituzione: il criterio di progressività della tassazione non viene rispettato. Qui non si tassa il reddito, qui si tassa il patrimonio. È una patrimoniale che, però, colpisce i patrimoni dei più «poveri», degli agricoltori. E non è un patrimonio fatto in maniera illecita. Non parliamo, infatti, di capitali all'estero: qui parliamo della terra che molti agricoltori hanno ottenuto con il sudore della fronte, loro e dei loro predecessori», conclude il deputato Bernini.

OGM? NO, GRAZIE - Il Movimento 5 Stelle è impegnato sia alla Camera che al Senato in battaglie volte a salvaguardare la «buona agricoltura italiana». Oltre alla battaglia contro l'imposta dell'Imu sui terreni agricoli – battaglia dei prossimi giorni, perché il decreto legge di gennaio approda in Aula per essere convertito –, il M5s è impegnato anche sul fronte anti OGM: «Gli OGM non servono all'agricoltura italiana, perché siamo il Paese con la più alta biodiversità agraria. Le colture OGM sono destinate soprattutto alle monocolture, non alla nostra».

I GIOVANI E LA TERRA - La terra non conosce disoccupazione, quindi. A dirlo è la Coldiretti che, conducendo un'analisi relativa al quarto trimestre del 2014, in ambito dei dati diffusi dall'Istat sul livello di disoccupazione nel nostro Paese. L'occupazione nell'agricoltura vede un incremento del 7,1%: un dato assolutamente straordinario, visti tempi di crisi record nel campo occupazionale. I dati rivelano che è il Nord del Paese la zona in cui la scelta del campo sembra essere più praticata, addirittura con un incremento del 17,5%; al Centro la crescita sfiora il 3%, mentre nel Sud Italia si ferma all'1,1%. Coldiretti precisa che ad aumentare in campagna è il numero di lavoratori indipendenti, con un +8,7%, ma anche quelli dipendenti raggiungono un buon incremento, pari a +5,5%. La campagna, dunque, si rivela fonte di attrazione lavorativa, e, secondo la Coldiretti, la vivacità del settore nel combattere la disoccupazione sarebbe motivo di avvicinamento delle fasce di disoccupati più giovani e, infatti, secondo un sondaggio Coldiretti-Ixè, il 57% dei giovani sceglierebbe di lavorare in un agriturismo, piuttosto che in una grande multinazionale o in banca (entrambe le opzioni si fermano, infatti, al 18%). ad avvalorare i dati di Coldiretti, anche quelli che registrano un incremento pari a +39% di giovanissimi iscritti agli istituti agrari nel 2014, rispetto all'anno accademico 2007/2008.