24 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Per la Lega Nord il governo non ha un piano generale per modernizzare le TMC

Crosio: «Renzi pasticcia e Telecom vuole svendere»

In attesa dell'esito del Consiglio dei Ministri in agenda questo pomeriggio, il senatore Jonny Crosio della Lega Nord interviene ai microfoni di DiariodelWeb.it per spiegarci il piano Ring del governo Renzi, e quanto sia importante per l'Italia lo sviluppo di una rete Internet adeguata alle esigenze del nostro paese.

ROMA – In attesa dell'esito del Consiglio dei Ministri in agenda questo pomeriggio, il senatore Jonny Crosio della Lega Nord interviene ai microfoni di DiariodelWeb.it per spiegarci il piano Ring del governo Renzi, e quanto sia importante per l'Italia lo sviluppo di una rete Internet adeguata alle esigenze del nostro paese.

Cosa ne pensate del piano Ring del Governo? Corrisponde alle vostre aspettative?
«Noi non abbiamo ancora visto un documento ufficiale, ma c'é una cosa positiva tra quelle annunciate dal governo Renzi: il fatto di voler realizzare finalmente il catasto delle reti. E' un punto fondamentale: perché se vogliamo cucire un sistema di rete che sia un bel vestito sul paese, bisogna capire che stoffa abbiamo a disposizione. Mi spiego bene: nel nostro paese esiste una rete, che sia in rame o fibra poco importa, ma non sappiamo bene ancora che performance abbia. Ciò che noi rivendichiamo è che l'obiettivo dell'agenda europea (che non sempre tiene conto dell'evoluzione del mercato e dell'evoluzione tecnologica) non sia un diktat per il nostro governo, un elemento precostituito dal quale non si possa prescindere. E' fondamentale che questo vestito sia confezionato per le reali esigenze del nostro paese. Le scelte politiche non devono essere assoggettate all'agenda digitale europea. E ci vuole coraggio: ma il coraggio che ci deve mettere il governo deve essere adeguato alla reale potenzialità economica di cui dispone. A tutti piacerebbe avere la fibra non solo nel condominio, ma anche all'interno del proprio appartamento: però questo presuppone il fatto di dover investire almeno 12 miliardi di euro, ce li ha il governo Renzi?»

Siete quindi d'accordo con l'ultima mossa del governo Renzi, che ha fatto dietro front sullo switch-off sul quale puntava fino a ieri?
«Renzi non sapeva di cosa stesse parlando. Volevano andare sulla luna, ma per andare sulla luna ci vuole un razzo abbastanza potente! Non ce l'hanno. Non ci sono risorse sufficienti e bisogna scendere coi piedi per terra: modulare e programmare qualcosa che sia realmente realizzabile. Renzi ha capito che era opportuno scendere dal razzo, altrimenti rischiava di fare un fuoco d'artificio.»

Il numero uno di Orange ha dichiarato lo scorso weekend che ci sono i presupposti per una possibile alleanza con Telecom e si parla di un probabile accordo commerciale tra le due società: secondo Lei quale sarà il futuro di Telecom, considerando i 40 miliardi di debito che appesantiscono il suo bilancio?
«Telecom è una società fortemente indebitata, che ha fatto delle programmazioni non sempre intelligenti. Noi siamo per una rete libera, sganciata dagli operatori. Telecom ha preso molti soldi, ma sarei molto cauto se l'ipotesi è quella di svendere anche quel poco di buono che ha fatto ai francesi. Farei invece un'analisi non ridondante per trovare quelle soluzioni adeguate di cui parlavamo prima. Attraverso la rete passa lo sviluppo di un paese e sulla rete correrà il nostro futuro. Dobbiamo essere padroni fino in fondo di gestirla nel miglior modo possibile, e non vorrei trovarmi un domani con una rete alla quale devo accedere, se va bene, in lingua francese e, se va male, in lingua cinese.»