SISSCO: «Dubbi sul ddl contro il negazionismo, limita la libertà di ricerca»
Il Senato ha aprovato il disegno di legge contro il negazionismo, l'apologia e la minimizzazione della Shoah, dei genocidi, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra. La comunità ebraica italiana plaude ai parlamentari, ma la Società italiana per lo studio della storia contemporanea solleva dei dubbi: «E' parzialmente efficiente».
MILANO - «Nutriamo perplessità forti sulla natura di questo disegno, sui suoi contenuti e sui suoi possibili effetti», ma «ne apprezziamo il lato simbolico, il contributo alla lotta all'antisemitismo». Queste le parole pronunciate dal Professor Agostino Giovagnoli, presidente della SISSCO – Società italiana per lo studio della storia contemporanea. Giovagnoli, in un'intervista rilasciata al DiariodelWeb.it, commenta il ddl contro il negazionismo passato al Senato.
I DUBBI DEGLI STORICI - «Certamente guardiamo con grande comprensione l'efficienza di fondo da cui nasce questo disegno di legge. In questo disegno di legge si fa riferimento ai genocidi e ai crimini di guerra, prendendo in considerazione le fattispecie più ampie, non è soltanto riguardante la Shoah», continua il Professore. Ma il presidente della SISSCO non manca di sottolineare le perplessità legate al ddl: «Uno dei nostri dubbi di fondo è quello del limite non solo alla libertà di espressione, ma soprattutto la ricerca scientifica. La questione del minimizzare la Shoah, ad esempio, dire che i morti furono tre milioni o sei milioni, beh, questo deve essere lasciato alla ricerca, allo studio, non si può rischiare di censurarlo. La ricerca scientifica è ricerca scientifica e deve essere salvaguardata. Da questi due punti di vista, il rischio di limitare la libertà di ricerca e poi l'inefficacia, la parziale efficacia, ai fini della prevenzione dei comportamenti discriminatori, razzisti ecc», conclude il Professore.
CONTRO IL NEGAZIONISMO - Con 234 sì, 8 astenuti e 3 no, il Senato dà l'ok al disegno di legge contro il negazionismo. Ora si attende il parere della camera. Il ddl in questione condanna il negazionismo appunto, l'apologia e la minimizzazione della Shoah, ma anche dei genocidi, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra. La pena arriverà fino a tre anni. Il provvedimento, più esattamente, va a modificare l'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, la Legge Reale sul contrasto e la repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come riportato dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale. Non è stato introdotto il reato d'opinione – come invece prevedeva il testo precedente che in un primo momento si voleva votare addirittura in sede deliberante – ma è stata introdotta l'aggravante di pena di tre anni qualora l'istigazione e il pubblico incitamento a commettere atti di discriminazione razziale dovessero basarsi sulla negazione dell'olocausto, dei crimini contro l'umanità o dei crimini di guerra.
IL RICONOSCIMENTO DELLA COMUNITÀ EBRAICA - Grande apprezzamento da parte della comunità ebraica e Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in una nota scrive ai parlamentari e al presidente del Senato, Pietro Grasso: «Si scrive una pagina importante nella storia del nostro Paese. Un provvedimento che costituisce un baluardo per la difesa della libertà di tutti, mirato a colpire i falsari che tentano di negare la Shoah, di offenderne le vittime e di colpire chi difende il valore universale della Memoria. La norma è il frutto di una lunga collaborazione tra le istituzioni e le Comunità ebraiche e porterà all’attuazione anche in Italia della Decisione quadro europea 2008/913/GAI, che obbliga gli Stati membri a combattere e a sanzionare penalmente certe forme ed espressioni di razzismo, xenofobia e dell’istigazione all’odio». E continua, Gattegna, sottolineando che «l’impegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in collaborazione con la Comunità ebraica di Roma, è stato quello di predisporre assieme al Parlamento un disegno di legge che non configuri un reato d’opinione, ma vada a colpire atti lesivi della dignità umana - prosegue la nota -. Su questo principio si fonda il testo di legge approvato al Senato, che costituisce un argine contro chi vuole distorcere la Storia al fine di seminare odio e antisemitismo. Uno strumento normativo che non si sostituisce, bensì integra il ruolo fondamentale dell’educazione - aggiunge - l’unica azione in grado di prevenire che le nuove generazioni vengano avvelenate da versioni strumentalmente alterate dei fatti storici».
GRASSO ORGOGLIOSO DEL DDL - Per Grasso – che risponde alla nota di Gattegna - «l’approvazione del disegno di legge sul reato di negazionismo ad amplissima maggioranza, quasi all’unanimità, conferma l’intenzione, da parte delle istituzioni repubblicane, di compiere un ulteriore e decisivo passo nel contrasto a tutte le forme di offesa alle vittime e di negazione di quella terribile pagina della nostra storia che è stata la Shoah». Il presidente del Senato si definisce «orgoglioso» del ddl e aggiunge: «Come presidente del Senato ho più volte espresso la necessità di dotarci di una legge che introducesse il reato di negazionismo: l’Italia finalmente esprime in maniera chiara l’adesione agli orientamenti normativi presenti in altri Paesi e già in vigore a livello europeo».
LA LEGGE CHE PUNISCE LE IDEE - L'articolo 21 della Costituzione sancisce la libera manifestazione del pensiero, gli articoli 18 e 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani sostengono la libertà di espressione del pensiero, senza eccezioni. Un mese fa eravamo tutti Charlie e condannavamo con fermezza chi aveva minato la libertà di pensare, dire e disegnare ciò che si voleva. Quella libertà di cui ci proclamiamo portatori sani, sanissimi. Una libertà che però subisce un duro e silenzioso colpo dal ddl in questione.
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