Lupi: le voragini dell'Anas sono gravi, ma non troppo
Il presidente Pietro Ciucci, può dormire sonni tranquilli. Nessuno gli toglierà la poltrona, nonostante il crollo, pardon «l'anomalo cedimento» alla rampa di accesso al viadotto Scorciavacche della strada statale 121 Catanese in Sicilia del 30 dicembre scorso. Almeno questo è il messaggio che gli ha inviato fra le righe, ma nemmeno troppo, il ministro delle Infrastrutture
ROMA – Il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, può dormire sonni tranquilli. Nessuno gli toglierà la poltrona, nonostante il crollo, pardon «l'anomalo cedimento» alla rampa di accesso al viadotto Scorciavacche della strada statale 121 Catanese in Sicilia del 30 dicembre scorso, inaugurato da una settimana. Almeno questo è il messaggio che gli ha inviato fra le righe, ma nemmeno troppo, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi.
LUPI, DA ANAS BUON LAVORO - A domanda esplicita Lupi ha nicchiato «chiederemo che vengano accertate le responsabilità», anche se di quelle si stanno già occupando due inchieste, una della Procura di Termini Merese a cura del procuratore Alfredo Morvillo e il suo sostituto Francesco Gucciardi, l'altra dell'autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Poi ha ribadito il ministro, l'Anas «sta facendo un buon lavoro» e «deve continuare a lavorare». Parole che sembrano uscire da una bocca diversa di quella che il 4 gennaio scorso aveva tuonato: «C'è chi l'ha costruito male, chi non ha controllato che i lavori fossero fatti a dovere e chi ha dato il via libera alla circolazione su un'infrastruttura che a dieci giorni dall'inaugurazione e' crollata. Ogni negligenza e irresponsabilità non verrà assolutamente giustificata. Chi ha sbagliato risponderà alla legge del rischio che ha fatto correre alla sicurezza dei cittadini e dei danni economici che ha provocato».
LA DIFESA DI CIUCCI - Oggi Ciucci è stato convocato in Senato per una seconda audizione sui fatti di Palermo. Uscito da Palazzo Madama la sua preoccupazione è stata quella di smentire la notizia comparsa su diversi organi di stampa, che l'apertura anticipata del tratto di statale servisse, sia ai dirigenti Anas (e del ministero dei Trasporti) sia all'azienda appaltatrice, per incassare un lauto bonus. «Nessun premio per l'accelerazione dei lavori alle imprese e nessun premio per i dirigenti Anas», ha precisato il presidente. Se fretta c'è stata, ha proseguito Ciucci, la responsabilità è del contraente generale, che ne avrebbe chiesto l'apertura dopo aver fatto tutti i controlli e collaudi previsti. Anci il presidente ha rivendicato «non esistono aperture anticipate ma realizzazioni nei tempi minimi previsti. E' un nostro obbligo e un nostro dovere», aggiungendo che «con 500 cantieri aperti e 25mila km di strada in gestione non è ipotizzabile riconoscere premi per la realizzazione di un tratto di un chilometro». Comunque ha proseguito «non c'è stata alcuna fretta» per aprire quel tratto di strada. «Sono state fatte le prove di carico sul viadotto con esito positivo» e tutti i controlli necessari per garantire la sicurezza. Quindi ha concluso il numero uno di Anas «non c'è stato nessun crollo o cedimento ma un avvallamento», che ha provocato dei danni quantificabili «intorno ai 200mila euro, più i danni di immagine. E' stata fatta una brutta figura».
I DIRIGENTI ANAS E I LORO PROBLEMINI CON LA GIUSTIZIA - Intanto qualcosa si doveva fare per dare l'impressione che chi sbaglia paga, ma anche qui le «brutte figure» non sono mancate. Il 15 gennaio è stato trasferito all'Aquila, senza nessun demansionamento però, Claudio Bucci, responsabile dell’Area progettazione e nuove costruzioni di Anas per la Sicilia. Al suo posto è arrivato Sergio Serafino Lagrotteria. Il suo nome non è proprio senza macchia e per questo l'Anas lo ha dovuto sostituire in meno di un giorno. Imputato e condannato a 3 anni e tre mesi per corruzione nel 2010, è stato assolto l'anno successivo a causa dell'intervento della prescrizione. Inoltre il dirigente che aveva effettivamente il compito di monitorare l'opera è la funzionaria responsabile dell’alta sorveglianza per conto di Anas, Maria Coppola. Anche lei ha un passato abbastanza chiacchierato. Nel 2013 venne sottoposta a indagini per «abuso d'ufficio», ma respinse l'accusa di aver suggerito ad alcuni imprenditori veneti la modalità su come non incappare in accertamenti antimafia per la costruzione della variante di Caltagirone. Restano comunque le intercettazioni a suo carico, dove la dirigente parlava chiaramente di spezzatini negli appalti per non destare sospetti in Prefettura, come ha riportato il Corriere Veneto del 10 ottobre 2013.
TUTTO NELLE MANI DI PADOAN? - Nel frattempo però ai vertici Anas uno scossone c'è stato. Maria Cannata, capo della II° Direzione del Dipartimento del Tesoro Debito pubblico ha rassegnato le sue dimissioni dal Consiglio di amministrazione di Anas. E questo potrebbe portare addirittura alla decadenza dell'intero cda, composto da altre due sole persone, il presidente di Anas Ciucci, e Sergio Dondolini, per il ministero dei Trasporti. Bisognerà attendere la decisione del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che dovrebbe nominare il successore della Cannata. Come ha riportato poi Il Fatto Quotidiano nell'articolo a firma di Daniele Martini, anche Alessandra Dal Verme, presidente del collegio sindacale di Anas nominata dal Mef, avrebbe intenzione di lasciare l'incarico. Se fosse vero, la poltrona di Ciucci potrebbe essere più traballante di quanto ha fatto intendere Lupi.
LA CISL, AZZERARE VERTICI ANAS - Uno dei pochi per ora ad aver chiesto esplicitamente un azzeramento dei vertici Anas è stato Antonio Dei Bardi, segretario regionale siciliano di Fit Cisl Anas: «La disastrosa gestione del caso del 'non crollo' del viadotto da parte del vertice dell'Anas, a seguito del clamore suscitato dal premier, lascia esterrefatti e pone seri dubbi sulla lucida capacità del management aziendale di continuare a condurre la più grande stazione appaltante del Paese. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Se il fatto in sé è di estrema gravità, certamente la sua gestione da parte dell'Anas è grossolana, oltre che sintomatica di un approccio approssimativo e tutelativo delle sole posizioni di vertice in gioco. Ma è anche la punta dell'iceberg ed il segno di un modus operandi di gestione e conduzione dell'Azienda». Il sindacalista ha stigmatizzato il fatto che, «il presidente Ciucci abbia voluto dare in pasto al premier, ai media e all'opinione pubblica, la testa del Responsabile unico del progetto (Claudio Bucci, ndr) dimenticando (colposamente) l'ingombrante presenza esercitata dal vertice aziendale, responsabile della conduzione tecnica, che materializza una 'pressione' costante e continua sul Contraente (e sulle Imprese in generale) e sulle strutture locali, che non possono ignorare le imposizioni della gerarchia aziendale. Anche questa apertura anticipata del viadotto, come tutte le altre in passato, ha voluto testimoniare ai media, più che l'efficienza, il presenzialismo del management ed, al tempo stesso, determinare la corresponsione allo stesso vertice romano di premi di risultato».
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