30 luglio 2025
Aggiornato 21:00
Per Toti NCD affossa il centrodestra

Toti: Alfano piange su una poltrona del Pd

L'europarlamentare e consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti, in un tweet commenta la posizione scomoda ricoperta oggi dal leader di NCD, Angelino Alfano, alla luce del ritorno in Forza Italia del senatore Antonio D'Alì. Per Maurizio Gasparri, la slealtà e l'inconcludenza di NCD pagano ora le conseguenze delle loro azioni opportuniste.

ROMA - Il ritorno a Forza Italia del senatore Antonio D'Alì, dopo l'anno trascorso nel aprtito di Angelino Alfano ha alimentato la controversia tra FI e NCD. Inevitabili le reazioni di diversi esponenti dei due schieramenti: se dal Nuovo Centrodestra giungono riflessioni amare, le voci che si alzano da Forza Italia sono di plauso al gesto del senatore.

I DOLORI DI ANGELINO - Giovanni Toti, eurodeputato e consigliere politico dell'ex premier, Silvio Berlusconi, indirizza al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, un tweet fatto di intriso di ironia: «Essere triste per le sorti del centrodestra seduto su una poltrona di ministro di un governo di sinistra. Strani dolori quelli di Alfano»

FORZA ITALIA NON SIA UN TAXI - Francesco Aracri, senatore di Forza Italia, si esprime sulla mossa di D'Alì e, sebbene in fondo si complimenti col senatore per il rientro nel partito, lancia un monito, col quale spera che chiunque decida di tornare in Forza Italia, lo faccia con la predisposizione atta a migliorare il Paese, non per puro opportunismo. Afferma il senatore: «Fa piacere sapere che Antonio D'Alì si sia reso conto che Forza Italia rappresenta l'unico partito in grado di rappresentare al meglio l'elettorato di centrodestra. Tuttavia auspico che gli eventuali futuri dietrofront non siano soltanto uno spostamento di 'poltrone', ma che rappresentino la volontà di tornare a lavorare per i cittadini e per il bene del Paese, e non per chi oggi fa da stampella al governo Renzi. Forza Italia non deve diventare un taxi da usare solo quando fa più comodo»

IL CAV RESTA IN PIEDI - Maurizio Gasparri, in una nota, sottolinea come l'episodio in questione sia semplicemente l'evidenza della realtà: chiunque in quest'ultimo periodo abbia cercato di buttare giù il Cavaliere e il suo partito ha fallito. Scrive il senatore FI: «Più che alimentare polemica e contrapposizioni credo si debba prendere atto dell'esito evidentemente negativo di tutti i tentativi di creare un centrodestra deberlusconizzato». E continua, Gasparri, stilando la lista di tutti coloro che, nel tempo, hanno provato a disarcionare Berlusconi, finendo per buttare giù loro stessi: «Fini passò dalla guerriglia politica quotidiana allo zero per cento. Monti è passato dalle stelle del governo alle stalle della scomparsa della sua creatura politica". 

NCD, CAUSA DI DIVISIONI DANNOSE - A proposito dell'ultimo traditore, Angelino Alfano, Gasparri afferma che la risposta del suo fallimento arriva direttamente dai cittadini, che non possono non accorgersi della slealtà del gesto che allora fece il ministro dell'Interno voltando le spalle all'ex premier e dell'inconcludenza che oggi caratterizza il suo partito: «Ncd, forte di incarichi di governo, è debole nel ruolo politico. Voleva rifondare il centrodestra, è appassito nell'abbraccio con la sinistra. Ha indebolito la prospettiva alternativa alla sinistra senza trarne alcun vantaggio. Ammettano che il progetto è fallito, come quelli di Fini e Monti. Da questa realtà si deve ripartire per parlare del futuro. Berlusconi è il riferimento del centrodestra. Chi gli ha voltato le spalle non solo è stato sleale, ma ha fatto una scelta autolesionistica. Ora, chi ha capito di aver sbagliato riveda scelte e posizioni. Accanirsi è inutile. I cittadini non hanno seguito chi ha creato divisioni dannose. Chi ha capacità di analisi politica faccia ragionare chi persevera nell'errore. Berlusconi anche questa volta ha fatto valutazioni strategiche più lungimiranti».