Renzi: austerity e rigore hanno mostrato il proprio limite
Il premier: "I nomi sono conseguenze delle scelte che si fanno. Oggi si sente che è matura la consapevolezza che bisogna aprire una pagina nuova. Questo è il punto centrale"
BRUXELLES - "I nomi sono conseguenze delle scelte che si fanno", ha ribadito oggi il premier Matteo Renzi, in riferimento alla partita delle nomine in corso per il rinnovamento dei vertici delle istituzioni europee. E la prima di queste scelte, ha fatto capire, deve essere "sottolineare che una certa politica basata sul rigore e l'austerity e non sullo sviluppo e la crescita ha mostrato il proprio limite: è una fase che si è chiusa, e oggi si sente che è matura la consapevolezza che bisogna aprire una pagina nuova. Questo è il punto centrale". Renzi ha parlato durante una conferenza stampa al termine del G7, svoltosi oggi nella capitale belga, in sostituzione del G8 di Sochi, cancellato in reazione all'annessione russa dell'Ucraina. In risposta a una domanda sull'eventuale penalizzazione che l'attuale presidenza italiana della Bce potrebbe rappresentare per l'Italia, nella partita sulle nomine Ue, il premier ha puntualizzato che "la Banca centrale europea non c'entra assolutamente niente nella discussione qui, si discute della presidenza della Commissione, del Consiglio europeo e dell'Alto Rappresentante per la Politica estera dell'Ue, e poi degli altri ruoli importanti in Commissione e della presidenza dell'Eurogruppo".
ITALIA NON HA CANDIDATI NAZIONALI - "Se c'è una cosa che non entra in questa discussione - ha insistito Renzi - è la presidenza della Bce, che ha un mandato di sette anni, e credo ci sia un consenso molto forte rispetto all'azione che sta mettendo in atto". "L'Italia - ha continuato il premier - non ha un nome o delle candidature nazionali, né si aggrappa a questioni geografiche, noi siamo europeisti convinti e per noi è fondamentale che le istituzioni europee funzionino ed è importante - ha concluso - che ci siano candidati in grado di rappresentare con forza e determinazione il nostro comune destino di cittadini europei".