29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Quirinale

Napolitano torna a spronare la politica su legge elettorale e riforme costituzionali

RP | RP | Il presidente della Repubblica: «Si deve porre fine a quella fragilità endemica che ha caratterizzato in passato le sorti di troppi esecutivi. Il risultato di una indispensabile maggiore continuità nell'azione di governo è realizzabile solo attraverso modifiche da tempo delineate ma finora mai giunte ad approvazione e conclusiva del Parlamento nella seconda parte della Costituzione»

ROMA – Giorgio Napolitano è tornato a spronare i partiti a fare una legge elettorale che doni stabilità al Paese: «Si deve porre fine a quella fragilità endemica che ha caratterizzato in passato le sorti di troppi governo». Il presidente della Repubblica parlando al Quirinale in occasione dello scambio di auguri con il corpo diplomatico, ha aggiunto: «Tra i doveri delle Istituzioni c'è quello di garantire alla nazione stabilità politica e governabilità».

RIFORME COSTITUZIONALI NEI PROSSIMI MESI - Il capo dello Stato ha poi ribadito che le riforme vanno discusse e definite nei prossimi mesi. Secondo Napolitano, «il risultato di una indispensabile maggiore continuità nell'azione di governo è realizzabile solo attraverso modifiche da tempo delineate ma finora mai giunte ad approvazione e conclusiva del Parlamento nella seconda parte della Costituzione. Si tratta di un disegno di riforme che proprio ieri ho chiamato tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione a discutere e definire nei prossimi mesi».

PRIORITA' UE SIANO GIOVANI - Quindi l'inquilino del Colle ha dedicato ampio spazio ai temi dell'Unione europea. Ai giovani e alle loro possibilità di trovare occupazione «l'Ue deve maggiormente pensare. E' alle loro attese che va data oggi una priorità assoluta», ha detto il presidente della Repubblica. Il capo dello Stato ha ricordato infatti la condizione «di milioni di giovani che in Europa non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro e vedono passare inutilmente quegli anni che dovrebbero essere essenziali per la costruzione della loro identità professionale».

ITALIA RISOLUTA PER UNIONE POLITICA - Napolitano ha assicurato: «L'Italia, e anzitutto il suo governo, lavoreranno nel solco di un convinto impegno europeista e affronteranno senza indugio e risolutamente il cammino verso il semestre di presidenza dell'Unione, mirando a far avanzare la grande prospettiva dell'unità politica europea».

IMBOCCARE CRESCITA - Il presidente della Repubblica ha spiegato che il processo di integrazione europea «dopo essersi prevalentemente concentrato sul cammino obbligato della stabilizzazione fiscale e del rigore di bilancio deve risolutamente imboccare la strada di politiche per l'occupazione e la crescita, che possono rendere più evidenti le ragioni del nostro processo di integrazione, le esigenze ineludibili di una più stretta e solidale unità dell'Europa in un mondo in cui gli equilibri sono radicalmente cambiati». Il capo dello Stato ha ricordato che ci attendono «momenti di grande delicatezza e prove decisive» nel 2014 ci saranno le elezioni per il Parlamento europeo e il semestre italiano di presidenza dell'Unione.

IMMIGRAZIONE INTERESSA TUTTA UE - Sull'immigrazione invece, il capo dello Stato ha spiegato: «Risposte episodiche e circoscritte ad un problema endemico che interessa il continente tutto non sono più concepibili. E' un nostro impegno preciso promuovere una strategia chiara, efficace e condivisa che miri a evitare il ripetersi di insopportabili sciagure come quella di Lampedusa». Napolitano ha ricordato a questo proposito «l'operazione Mare Nostrum che l'Italia ha voluto avviare come risposta immediata a una responsabilità comune».

PACIFICARE LIBIA - Napolitano ha parlato della necessità di stabilizzare la sponda Sud del Mediterraneo «il cui travaglio di fronte alle conseguenze degli sconvolgimenti seguiti alle 'primavere arabe' non può in alcun modo essere ignorato. Ci preoccupa la situazione in Libia per la quale auspichiamo uno sforzo più convinto di tutte le componenti della società libica e dell'intera comunità internazionale al fine di garantire la sua completa pacificazione».