Renzi a Grillo sul finanziamento ai partiti: «Ti sto preparando una sorpresina»
RP | RP | RP | Il segretario Pd: «In campagna elettorale ho detto che avremmo fatto alcune cose. Non sono vincolato soltanto io: ma da domenica è vincolato l'intero partito. Riforme delle regole del gioco, piano per il lavoro e bttaglia per trasformare l'Europa»
FIRENZE - «Rinunciare al finanziamento pubblico ai partiti? Caro Beppe Grillo, ti rispondo nei prossimi giorni con una sorpresina che ti sto preparando», ha annunciato Matteo Renzi, neo-segretario del Partito democratico (Pd).
ORA MIEI IMPEGNI SONO DEL PD - Renzi ha spiegato che le riforme, a partire dalla legge elettorale, piano per il lavoro e trasformazione dell'Europa, gli impegni assunti da lui nel corso della sua campagna per le primarie, ora vincolato tutto il Pd. E' lo stesso segretario a farlo notare nella sua newsletter: «In campagna elettorale - ha scritto - ho detto che avremmo fatto alcune cose: 1. Riforme delle regole del gioco. Nuova legge elettorale maggioritaria, attesa da 8 anni. Via il bicameralismo perfetto con trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie. Riduzione di un miliardo di euro dei costi della politica. Loro ne parlano da circa trent'anni: noi, semplicemente, lo faremo».
PIANO PER LAVORO - Il sindaco di Firenze ha continuato: «2. Piano per il lavoro con semplificazione normativa, revisione sistemi della formazione professionale, modifica degli ammortizzatori sociali. Obiettivo: aumentare investimenti stranieri e locali in Italia, creando occupazione e superando il corporativismo. Il dato della disoccupazione al 12,7 per cento (più del doppio che in Germania e in Austria) mi sconvolge. Possiamo diventare il territorio più attrattivo d'Europa. Ma bisogna combattere le rendite di posizione».
TRASFORMARE UE - L'ultimo punto, ha spiegato Renzi è la «battaglia per trasformare l'Europa sempre di più sulla base dei valori che l'hanno fatta grande: scuola, cultura, diritti e non solo sui temi dei quali si è parlato nell'ultimo ventennio: banche e burocrazia. Sapendo che questo sarà il vero banco di scontro alle elezioni del 25 maggio: ormai per molte forze politiche l'Europa è la colpevole di tutto. Dietro l'Europa i politici italiani mascherano le loro incapacità. La realtà sta altrove: a noi il compito di difenderla e raccontarla».
RINNOVARE L'ITALIA - A questi impegni, ha concluso il leader del Pd, «non sono vincolato soltanto io: ma da domenica è vincolato l'intero Pd, che oggi è spina dorsale della maggioranza. Questi sono gli obiettivi della maggioranza parlamentare, adesso, e se falliremo non avremo alibi, sarà stata solo colpa nostra. Se ce la faremo, invece, avremo dato un colpo decisivo al rinnovamento dell'Italia».
VINCERE O FALLIRE - Anche perché il partito si trova davanti a un bivio: cambiare o fallire ha spiegato il sindaco di Firenze: «So per certo che il voto di domenica scorsa è stato soprattutto il simbolo di una svolta necessaria e urgente: cambiare verso al Pd per cambiare verso alla politica italiana. Ora o mai più. Ne ho la piena consapevolezza. La nostra - ha ammonito il leader del Pd - è una responsabilità straordinaria: fallire significherebbe diventare come gli altri. Riuscire porterebbe l'Italia a proporsi come locomotiva dell'Europa. Non c'è una terza ipotesi: o il fallimento totale o il cambiamento profondo».
NON VI DELUDERO' - Renzi si è dichiarato «stupito e commosso dalla valanga elettorale: l'Italia può e deve cambiare. Non sono così arrogante da pensare che chi è andato ai seggi lo abbia fatto per me. Certo, tante persone mi hanno dimostrato un affetto e una fiducia che emoziona a responsabilizza: deludere chi si vuole bene è la cosa peggiore, per un politico».
IN MEZZO ALLE PERSONE - Il leader Democratico ha continuato: «Lavorare quotidianamente a contatto con le persone e non stare rinchiuso nei palazzi del potere romano. So - ha osservato ancora Renzi - che qualche purista storcerà la bocca e mi considererà demagogico. Ma voglio vivere questa esperienza così, grato per il consenso, consapevole delle aspettative ma radicato nella realtà quotidiana delle persone, non nell'iperuranio parallelo dei lanci di agenzie e del politichese».
RIPARTIRE DA SCUOLA - Ricordando la visita compiuta ieri ad una scuola, Renzi ha affermato: «Per ripartire l'Italia ha bisogno di investire in tre settori: la scuola, la scuola, la scuola. E io intendo continuare con gli incontri con professori, famiglie, studenti».
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