2 maggio 2024
Aggiornato 01:00
Primarie del Pd

«È tutto già deciso. Con questa frase vogliono fregarvi»

RP | RP | Il candidato alla segreteria del Pd Renzi: «Se domenica 8 dicembre, saremo in tanti, le cose cambieranno davvero. Un patto trasparente con gli italiani per un miliardo di euro di risparmi della cosa pubblica e una nuova legge elettorale; la semplificazione burocratica, fiscale, amministrativa per il Paese; un'Europa che parli di scuole e cultura, non solo di banche e spread. Dipende da n

TORINO - Se alle primarie Pd voteranno tante persone «le cose cambieranno davvero», ha Matteo Renzi nella newsletter settimanale.

NON E' TUTO DECISO - «Non è facile chiedere, diciamoci la verità - ha premesso il candidato alla segreteria del Partito democratico (Pd) - ogni richiesta costa fatica. Anche per me, oggi, chiedervi di nuovo di votarmi non è facile. Perché le persone sono stanche della politica. Perché l'altra volta poteva andare diversamente. Perché molti pensano: 'tanto è tutto già deciso'. È tutto già deciso. Con questa frase vogliono fregarvi. Vogliono fregarci. È tutto già deciso. Non importa fare il bilancio, i conti li decidono i signori di Bruxelles. Non importa fare la legge elettorale, basta una sentenza della Corte Costituzionale. Non importa decidere su una sperimentazione medica, basta una sentenza di un tribunale amministrativo. Se è tutto già deciso, non serve andare a votare. La politica non vale niente, i cittadini non contano».

CAMBIARE SI PUO', DIPENDE DA NOI - Invece, ha aggiunto, «se domenica 8 dicembre, alle primarie libere saremo in tanti, le cose cambieranno davvero. Un patto trasparente con gli italiani per un miliardo di euro di risparmi della cosa pubblica e una nuova legge elettorale; la semplificazione burocratica, fiscale, amministrativa per il Paese; un'Europa che parli di scuole e cultura, non solo di banche e spread. Dipende da noi, insomma. L'8 dicembre quindi c'è un grande referendum sull'Italia».

SPERO DI NON RIFARE MATURITA' - Quanto al ripensamento di Romano Prodi, il sindaco di Firenze ha commentato dal palco del Lingotto di Torino: «Se vota anche Prodi, meglio. Sono d'accordo con Prodi: il bipolarismo è l'unica soluzione per l'Italia, siamo tornati al pre 18 aprile del '93. È tutto un tornare indietro, Berlusconi rifà Forza Italia, Bossi si ricandida. A me basta che non mi facciano rifare la maturità».

SINDACO E SEGRETARIO - Alla domanda del direttore della Stampa, se sia possibile fare il segretario e il sindaco di Firenze, Renzi ha risposto: «Io dico sì, è possibile. Di per sé in tutta Europa è così, ma vedo che in Italia c'è molta più resistenza. Io dico che è possibile, perché nel mio modello di partito la politica la fanno non solo i parlamentari ma soprattutto i responsabili di circolo e gli amministratori locali».

VOGLIO FARE GOL - Quindi il candidato alla segreteria del Pd ha ricordato le scorse primarie: «Un anno fa di questi tempi non mi squillava il telefono, oppure se mi chiamavano era per dirmi che avevo fatto un bellissimo discorso. Domenica vorrei fare il discorso più brutto della mia vita, ma vincere». All'epoca, ha ricordato Renzi, c'era chi gli diceva che ormai era finito, «a quelle persone vorrei dire che io non ho ancora iniziato. Mi piacerebbe tirare in porta e fare gol, non per sistemarmi ma per cambiare l'Italia», ha commentato.

LA FIGURA DI AUZZI - Se vincerà le primarie del Pd Renzi porterà con sé «l'immagine di uno che non mi avrebbe mai votato, cioè di Manuele Auzzi, sindaco di Incisa Valdarno comunista fervente che avrebbe fatto di tutto per non farmi eleggere segretario. Lui aveva dei valori bellissimi», ha detto rievocandone la figura.

3 PRIORITA' DEL PD - Poi il rottamatore è passato all'attacco: «Il Pd non si deve far dettare l'agenda da altri. In questi mesi le danze le dettava Brunetta. Ora, invece, è il momento che il Pd prenda in mano la situazione». Tre «le cose» su cui «non c'è scherzo e non c'è trippa per gatti: tagli ai costi della politica, rivoluzione sul lavoro e gigantesca battaglia sulla scuola», ha indicato Renzi.

LETTA FACCIA RIFORME SERIE - «Voglio vincere lo scudetto non sentirmi dire che se andiamo avanti così l'Italia non retrocede», ha proseguito il sindaco di Firenze lanciando un messaggio a Letta: «Nessuno di noi è indispensabile, oggi Letta anche se è di Pisa, ha l'occasione di fare riforme vere. Se il governo Letta lo fa, bene, se non lo fa bisogna che cominci a farlo».

AVVERSARI SONO BEPPE E SILVIO - Gli avversari di Renzi si «chiamano Beppe e Silvio, non Pippo e Gianni», ha detto il candidato alla leadership del Pd, sottolineando che chi vincerà le primarie dovrà vedersela col Movimento 5 stelle (M5s) e con Forza Italia (Fi). Renzi ha poi ribadito: «Dobbiamo prenderci i voti anche di quegli altri, dobbiamo andare a prendere i voti dei grillini. Berlusconi ha dimostrato di essere il più bravo di tutti a promettere cose che poi non fa, ma attenzione, ha anche dimostrato di essere il più bravo di tutti in campagna elettorale. Noi lo dimentichiamo sempre poi però piangiamo per i cinque anni successivi. Vorrei che non lo si sottovalutasse, perché questa volta vorrei cominciare a ridere. I nostri avversari si».

ABOLIRE SENATO - Quindi il primo cittadino ha illustrato alcuni suopi punti di programma come l'abolizione del Senato per trasformarlo in una Camera delle autonomie con sindaci e presidenti delle Regioni: «Mettiamo in campo una legge semplice in cui un consigliere regionale non prenda più del sindaco del capoluogo che amministra e senza alcun rimborso ulteriore. Rimborso azzerato. Ragazzi, ve lo dico si arriva tranquilli a fine mese», ha scherzato Renzi concludendo che misure di questo tipo non servirebbero «a salvare l'Italia, ma sono fondamentali per dare il buon esempio».