19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
QUIRINALE

«E' la Corte stessa che non mette in dubbio che ci sia una continuità nella legittimazione del Parlamento»

RP | RP | Napolitano: «Parliamo di una sentenza della Consulta che, espressamente, si riferisce alle Camere dicendo che possono ben approvare in qualsiasi momento la legge elettorale. La decisione non può aver stupito o colto di sorpresa chiunque abbia ricordo delle numerose occasioni in cui sono intervenuto per sollecitare fortemente a intervenire»

NAPOLI - «E' la Corte stessa che non mette in dubbio che ci sia una continuità nella legittimazione del Parlamento» ha chiarito il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Napoli. «Parliamo di una sentenza della Corte costituzionale che, espressamente, si riferisce al Parlamento attuale dicendo che esso può ben approvare in qualsiasi momento la legge elettorale», ha aggiunto il capo dello Stato.

RIFORMA ELETTORALE IMPERATIVA - Per Napolitano, sul tema della legge elettorale «il problema era e resta quello dell'espressione di una volontà politica del Parlamento, tesa a produrre, finalmente, la riforma elettorale giudicata necessaria da tutte le parti». Secondo il presidente della Repubblica, «diventa, ormai, imperativa tale espressione di volontà attenta a ribadire il già sancito superamento, dal 1993, del sistema proporzionale, e di ribadirlo insieme con l'introduzione di modifiche costituzionali per quel che riguarda almeno il numero dei parlamentari e il superamento del bicameralismo paritario».

NESSUNA SORPRESA DA CONSULTA - Il capo dello Stato ha ricordato: «La decisione della Corte costituzionale non può aver stupito o colto di sorpresa chiunque abbia ricordo delle numerose occasioni in cui sono intervenuto per sollecitare fortemente il Parlamento a intervenire modificando la legge elettorale del 2005 almeno nei punti di più dubbia costituzionalità». Napolitano ha poi spiegato che questi punti «erano stati segnalati già nelle sentenze emesse dalla Corte Costituzionale nel gennaio 2008 e nel gennaio 2012 esaminando le richieste di referendum abrogativi della legge vigente».