28 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Primarie del Pd

«Il conflitto di interessi? Uno dei peccati mortali del centrosinistra. La madre e il padre di tanti altri errori»

RP | RP | Il candidato alla segreteria del Pd Civati: «Come segretariodepositerò subito un testo nettissimo, a cominciare dai casi di ineleggibilità a monte, come doveva essere già nel 1994 per Berlusconi. E poi, evidentemente, rigore sulle incompatibilità di membri del governo, di parlamentari e amministratori»

ROMA - «Il conflitto di interessi? Uno dei peccati mortali del centrosinistra, quando ha governato. La madre e il padre di tanti altri errori, nella più generale cultura delle larghe intese televisive», ha detto il candidato segretario del Partito democratico (Pd) Pd Pippo Civati, rispondendo alla lettera aperta di Articolo21.

INELEGGIBILITA' A MONTE - «Come segretario - ha aggiunto - depositerò subito un testo nettissimo, a cominciare dai casi di ineleggibilità a monte, come doveva essere già nel 1994 per Berlusconi. E poi, evidentemente, rigore sulle incompatibilità di membri del governo, di parlamentari e amministratori».

NO A SOTTOCULTURA DEL SEGRETO - Civati ha risposto punto per punto indicando la sua posizione sulle materie evocate nella lettera: «Antitrust: necessari limiti europei alla pubblicità e al numero dei canali di proprietà, per far nascere nuovi protagonisti dell'era digitale. Basta con monopoli e duopoli. Mai più prese in giro come la storiella di Rete 4 sul satellite». Sulla Rai ha affermato: «Sono per difendere il servizio pubblico come bene comune, dandogli autonomia contro tutte le ingerenze: come propongono Articolo 21 e Move on. La trasparenza è uno dei punti del mio programma. Sono totalmente d'accordo. No alle sottoculture del segreto». Per quanto riguarda l'Agcom, ha detto ancora il deputato Democratico, «penso che se si occupasse dei compiti che la legge le ha attribuito sul rispetto del pluralismo sarebbe meglio. Tutto l'anno, ovviamente».

BASTA CON MEDIA EVO - Quanto a internet, secondo Civati deve essere disponibile «per tutti, accesso libero e utilizzo del free software. Un no nettissimo a ogni bavaglio. E sì ad una buona legge aperta e moderna sul copyright, fatta però dal Parlamento.
Ottima la proposta del senatore Casson. Sulla precarietà dei giornalisti: Basta con il Media Evo, come si intitolò un bel libro di qualche anno fa. Querele temerarie: è fondamentale un emendamento al testo sulla diffamazione. Necessario un servizio di tutela per i giornalisti minacciati
».