2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
CASO FONSAI

Salvatore Ligresti confessa «pressioni» sulla politica a favore di Cancellieri

RP | RP | RP | RP | Il finanziere ai pm di Milano: «Ricordo che mi feci latore di una richiesta dell'allora prefetto Anna Maria Cancellieri che era in scadenza a Parma e che voleva restare lì senza passare ad altra sede. La richiesta ebbe successo, restò in quella sede». Il portavoce del ministro: «Dichiarazioni surreali prive di fondamento»

ROMA – Ore 14.56, il ministro della Giustizia ha incassato la fiducia della Camera, ore 15.06, le agenzie battono la notizia: «Ricordo che mi feci latore di una richiesta dell'allora prefetto Anna Maria Cancellieri che era in scadenza a Parma e che voleva restare lì senza passare ad altra sede. La richiesta ebbe successo perché Anna Maria Cancellieri restò in quella sede» disse davanti ai pm di Milano il costruttore-finanziere Salvatore Ligresti.

LIGRESTI E BERLUSCONI - Jonella Ligresti invece disse: «Mio padre telefonò alla segreteria del presidente Berlusconi per andare a trovarlo e rappresentargli il tema della 'sistemazione' di Giannini. Ci recammo nella residenza di Berlusconi, dove mio padre e Berlusconi parlarono certamente del tema Giannini. I due sono molto amici e non parlarono esclusivamente di questo argomento né credo che questa sia stata la sola occasione in cui mio padre ha sollecitato l'ex presidente del Consiglio a trovare una collocazione lavorativa a Giannini». Giancarlo Giannini era il presidente dell'Isvap per il quale la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio insieme a Salvatore Ligresti per corruzione. Giannini, secondo l'accusa, come rappresentante dell'Istitituto di vigilanza sulle assicurazioni avrebbe chiuso un occhio sulle irregolarità della società di Ligresti.

IL «VEDIAMO» DEL CAVALIERE - Sempre secondo Jonella Ligresti in occasione di quell'incontro «ho visto che Berlusconi ha risposto dicendo: 'Vediamo'. Non ricordo se mio padre abbia spiegato a Berlusconi la ragione per la quale si interessava alla carriera di Giannini e cioè il timore dell'ispezione Isvap su Fondiaria». Stando alla ricostruzione dell'accusa a Giannini sarebbe stata promessa la responsabilità dell'Authority antitrust.

Quanto a Marco Cardia, figlio dell'ex presidente della Consob Lamberto Cardia, fu scelto come consulente di Fondiaria-Sai ma «non è parso un luminare del diritto» disse ancora Jonella in un interrogatorio davanti al pm di Milano Luigi Orsi, datato 17 dicembre 2012.

L'ARRIVO DI CARDIA - A una domanda del pm se i rapporti con Giannini/Isvap fossero analoghi a quelli Cardia/Consob, Jonella Ligresti replicò che «a un certo punto mio padre decise che fossero dati degli incarichi a Marco Cardia, un avvocato figlio dell'ex presidente della Consob. Marco Cardia l'ho conosciuto non mi è parso un luminare del diritto. L'arrivo di Marco Cardia tra i consulenti di Fondiaria è stato sostenuto da Massimo Pini. Il conferimento degli incarichi è stato materialmente seguito dall'avvocato Rapisarda».

LETTA, LA RUSSA E BERLUSCONI - Emanuele Erbetta, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulla famiglia Ligresti, disse ai magistrati milanesi: «Sul fronte delle raccomandazioni politiche ho già avuto modo di dire quanto Salvatore Ligresti si sia speso per trovare un adeguato approdo professionale a Giannini uscente da Isvap. Io credo che Ligresti anche negli anni prima del 2011 abbia fatto pesare le sue relazioni politiche con Berlusconi, Gianni Letta e Ignazio La Russa. A questo tipo di relazioni credo si debba la longevità di Giannini al vertice dell'Isvap».

CANCELLIERI, DICHIARAZIONI SURREALI - Con una nota dal ministero della Giustizia, Mauro Mori, il portavoce del ministro Annamaria Cancellieri, ha definito «destituite di ogni fondamento le dichiarazioni di Salvatore Ligresti. E' surreale pensare che abbia potuto chiedere un interessamento per rimanere a Parma. Annamaria Cancellieri non ha mai fatto il Prefetto a Parma. Si è recata in quella città, per lavoro, solo in due occasioni: la prima nel 1994, da febbraio a maggio, in qualità di Commissario Straordinario al Comune di Parma, gestione commissariale interrotta anticipatamente per la nomina a Prefetto in sede a Vicenza; la seconda volta, nel novembre del 2011, sempre come Commissario Straordinario al Comune, incarico interrotto per la nomina a Ministro dell'Interno nel governo Monti».

«È surreale - ha concluso il portavoce del Guardasigilli - pensare che, in entrambi i casi, Annamaria Cancellieri abbia potuto chiedere un interessamento per rimanere a Parma, potendo ricoprire incarichi più impegnativi e qualificanti».