«Adesso tutti al lavoro per l'8 dicembre»
RP | RP | Renzi: « Questa è una conta interna tra gli iscritti, sono contento che sia andata bene». Sul caso Cancellieri: «Purtroppo, dico purtroppo, questa vicenda ha minato l'autorevolezza istituzionale e l'idea di imparzialità del ministro della Giustizia»
FIRENZE - «Questa è una conta interna tra gli iscritti, sono contento che sia andata bene», ma quella importante «è la conta esterna», questo il commento di Matteo Renzi a Radio Capital sulle votazioni nei circoli del Partito democratico (Pd) per eleggere il nuovo segretario. «Quest'anno -ha precisato- non ci saranno respingimenti ai seggi».
AL LAVORO PER L'8 DICEMBRE - Nella sua newsletter, il sindaco di Firenze ha scritto: «Che bello il risultato del voto degli iscritti. Ci sono stati 260mila cittadini che hanno discusso delle mozioni: migliaia di donne e uomini hanno presentato delle idee, si sono confrontati, hanno votato. Prima di tutto dico grazie a chi si è messo in gioco. Adesso tutti al lavoro verso l'8 dicembre, giorno in cui potranno votare tutti i cittadini, senza bisogno di preregistrarsi, di iscriversi, di tesserarsi. Noi arriveremo all'8 dicembre presentando idee concrete, non facendo semplicemente una conta. Ho cercato di dirlo da Fabio Fazio domenica sera. Lo dirò domani a Genova, alle 17.30, al teatro Modena».
Quindi il rottamatore ha risposto agli attacchi sui suoi supporter: «Flavio Briatore? Non credo che voterà alle primarie con sommo scorno di quei giornalisti che pensano che milioni di persone che vanno a votare possano essere sintetizzati» da una figura sola.
CANCELLIERI SI DIMETTA PRIMA DI FIDUCIA - Quanto al caso Cancellieri, Renzi ha ribadito a Radio Capital: «Io credo che il presidente della Repubblica rispetti le sue prerogative e il dettato costituzionale, non è vero che fa più di quello che dovrebbe fare. Detto questo, sul caso Cancellieri ha lodato la Procura di Torino, ma non è entrato nella vicenda parlamentare. Sarebbe più logico fare come fanno in tutti i Paesi civili. Si dovrebbe dimettere prima del voto di sfiducia. Non si deve dimettere perché ha ricevuto o no un avviso di garanzia. Cancellieri ha perduto con questa vicenda quel prestigio e quell'autorevolezza che sono necessari allo svolgimento delle funzioni di ministro della giustizia». Un passo indietro del Guardasigilli renderebbe «più forte, non più debole», il governo Letta, ha concluso il candidato alla segreteria del Pd.
MINATA AUTOREVOLEZZA ISTITUZIONALE - Nella sua newsletter, Renzi ha poi spiegato meglio: «Purtroppo, dico purtroppo, questa vicenda ha minato l'autorevolezza istituzionale e l'idea di imparzialità del ministro della Giustizia. Talleyrand diceva: 'E' peggio di un crimine, è un errore'. Il ministro non ha fatto niente di criminale, sia chiaro: ha sbagliato. Prima lo ammette, meglio è, innanzitutto per lei. Ecco perché secondo me dovrebbe dimettersi. Sia chiaro: se cambia il ministro della Giustizia il governo Letta è più forte, non più debole. Perché con questo ministro, qualsiasi intervento sulle carceri, qualsiasi posizione sulla riforma della Giustizia, sconterà un giudizio diffidente di larga parte degli italiani».
PEGGIO DI PROBLEMA GIUDIZIARIO - Per il primo cittadino: «L'idea che ci siamo fatti dell'intera vicenda Ligresti è che la legge non sia uguale per tutti e che se conosci qualcuno di importante te la cavi meglio. E' la Repubblica degli amici degli amici: questo atteggiamento è insopportabile. Non è un problema giudiziario, dunque, è peggio: è un problema politico. E allora posso spiegare perché io sono per le dimissioni di Cancellieri, indipendentemente dall'avviso di garanzia o meno. La questione non è la telefonata per interessarsi a un caso di salute ma la credibilità del racconto proposto dal ministro, che chiama la famiglia di tre arrestati e un latitante dicendo che non è giusto ciò che sta accadendo. Ma il ministro è un essere umano, si dice: dunque coltiva i suoi rapporti d'amicizia. Certo, fa benissimo, non siamo robot. Ma proprio perché è intima di quella famiglia, quando ci sono i procedimenti giudiziari non mette naso, non telefona, sta fuori: altrimenti perde l'autorevolezza necessaria a fare il Guardasigilli. Proprio perché sei amico di quelle persone, stai lontano da quel caso. Cancellieri è una servitrice dello Stato e delle Istituzioni: lei per prima sa che il responsabile del ministero della Giustizia deve avere caratteristiche peculiari di assoluto prestigio».
PD VOTI IN MODO PALESE - Comunque sarà la riunione del Pd a scegliere la linea, ha precisato il primo cittadino: «Se Cancellieri non si dimette, il gruppo del Pd si riunirà. Spero che nel gruppo si voti, in modo palese, con ciascun parlamentare che esprime la sua opinione spiegandola ai colleghi e agli elettori. Abbiamo molti parlamentari capaci: sono certo che non avranno paura delle loro idee. Poi, siccome siamo un partito e non un'accozzaglia di gente, tutto il gruppo vota secondo le indicazioni della maggioranza. Se fossi segretario chiederei di partecipare alla discussione. Non lo sono, almeno per il momento, e non sono parlamentare: dunque non ho titolo per esserci. Io so cosa rischia il Pd in termini di distacco dal Paese e dall'opinione pubblica. Ma non ne faccio una questione di convenienza elettorale: ne faccio una questione di prestigio delle istituzioni. Dobbiamo recuperare la fiducia delle persone nel fatto che in Italia le regole valgono per tutti e non solo per gli amici degli amici: questa è una bella occasione per dare un segnale».
GOVERNO FACCIA COSE CONCRETE - Renzi ha poi incitato il governo a lavorare per il Paese: «Sono uno di quelli che può chiedere a chi sta a Roma: ragazzi, non perdete altro tempo, fate le cose per le quali gli italiani vi pagano. Facciano le cose. Io non sono in Parlamento, non ci sono mai stato e non sono in Parlamento adesso, perché faccio il sindaco, faccio cose concrete».
PD SMETTA DI PARLARE DI BERLUSCONI - Sulla separazione fra Angelino Alfano e Silvio Berlusconi, il rottamatore ha detto: «Non so se Berlusconi e Alfano fanno finta o no. Se ci sono elementi personali o diatribe politiche. Se tutto dipende dalla decadenza o da altro. Aggiungo: non mi interessa. Il Pd diventerà vincente quando smetterà di subire l'agenda degli altri. Quando smetterà di parlare delle discussioni degli altri. Quando smetterà di vivere con il pensiero rivolto agli altri. Noi vinceremo se racconteremo cosa pensiamo dell'Italia, non cosa pensiamo di Berlusconi. E' finita l'epoca in cui l'agenda la dettano gli altri. Se vogliamo finalmente vincere e convincere, diciamo che cosa pensiamo noi. Mi perdonerete, ma io voglio essere eletto per parlare di Italia, non di Alfano e Berlusconi».
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