28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Caso Fonsai

M5s e Lega chiedeno le dimissioni di Cancellieri

Il grillino Airola: «La famiglia Ligresti ha agganci in tutte le aree della politica», Bitonci (Ln): «Le chiediamo, ora, un passo indietro per ridare trasparenza a tutte le istituzioni»

ROMA – Dopo le dichiarazioni in aula del Senato del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, sulla scarcerazione di Giulia Ligresti hanno preso la parola gli esponenti di opposizione e maggioranza. Gli unici a insistere per le dimissioni della Guardasigilli sono stati i senatori del Movimento 5 stelle (M5s) e della Lega Nord (Ln).

M5S, SOLO NOI PER DIMISSIONI - «La famiglia Ligresti ha agganci in tutte le aree della politica e per questo a chiedere le sue dimissioni siamo solo noi del M5s». Lo ha detto il senatore Alberto Airola, intervenendo nell'aula del Senato nel dibattito che è seguito alla comunicazioni del ministro della Giustizia.

NO A MINISTRI A DISPOSIZIONE - «Può un ministro della Giustizia - ha osservato - mettersi a disposizione di una intera famiglia di indagati per reati gravissimi?». Per Airola si tratta di una famiglia «con una storia giudiziaria pesantissima, con cui un prefetto e un ministro della Giustizia non dovrebbe avere a che fare. Intrecci familiari che anche se non sono illegali sono da evitare», ha aggiunto ricordando i rapporti professionale del figlio del ministro, Piergiorgio Peluso, con il gruppo Fonsai le cui vicende giudiziarie hanno investito la famiglia Ligresti.

LEGA, FACCIA PASSO INDIETRO - «Lei, signora ministro, ha dimostrato la sua solidarietà di donna, di amica, di mamma a dei suoi cari amici investiti da una vicenda giudiziaria pesantissima. Come una mamma non è entrata nel merito della vicenda, ma si è resa disponibile comunque a fare qualcosa. Questo è gravissimo, ministro. E' gravissimo». Lo ha dichiarato nell'aula del Senato il capogruppo della Lega nord Massimo Bitonci.
«Il suo intervento - ha detto rivolgendosi alla guardasigilli - non ci ha convinto. Le chiediamo, ora, un passo indietro per ridare trasparenza a tutte le istituzioni».

SEL, CLASSICO INTERVENTO DALL'ALTO - Nessun dissenso sulla scarcerazione dei Giulia Ligresti, ma sull'intervento «dall'alto» del ministro nei confronti dell'amministrazione penitenziaria. E' questa la posizione di Sinistra ecologia e libertà (Sel), espressa nell'aula del Senato dal senatore Peppe De Cristofaro.
«Non c'è nessun atto alla luce del sole», ha osservato il parlamentare, «tale da costringere la politica ad affrontare la situazione carceraria e l'abuso della custodia cautelare ma una telefonata, il classico intervento dall'alto». L'esponente di Sel ha quindi lanciato un appello per la istituzione «del garante nazionale dei detenuti».

PD, CONTINUI SU EMERGENZA CARCERI - «Al ministro sono richiesti non atti umanitari ma misure per evitare le tragedie del carcere. Questo è il contenuto dell'accorato messaggio del capo dello Stato a cui dobbiamo ancora dare risposta. Il Parlamento ha una grande responsabilità e sono certo che il ministro Cancellieri continuerà a lottare per risolvere la tragedia delle carceri». Lo ha detto Luigi Zanda, capogruppo del Partito democratico (Pd) al Senato.

HA FATTO COSA GIUSTA - «Convengo con Cancellieri sul rammarico per la telefonata del 17 luglio alla signora Gabriella Fragni - ha aggiunto Zanda -, e quindi per non aver usato il distacco istituzionale che sarebbe stato necessario», ma quanto alla «segnalazione fatta, non è stata l'unica quella a favore di Giulia Ligresti, e a questo punto noi, Parlamento, abbiamo una domanda da porci: il ministro doveva omettere la segnalazione per una persona in pericolo di vita? Io non lo credo. I giudice Cascini e Caselli hanno dichiarato di non essersi interessati al caso perché la Ligresti è amica del ministro», insomma per Zanda «tutto dimostra in modo incontrovertibile che i domiciliari sono stati decisi sulla base di circostanze oggettive e queste dichiarazioni per me fanno fede in modo assoluto».

PDL, CONTINUI IN SUO IMPEGNO - «Non chiederemo le sue dimissioni, anzi la inviteremo a continuare nel suo impegno». Così Renato Schifai, capogruppo del Popolo della libertà (Pdl) al Senato, ha confermato la fiducia alla Guardasigilli.

RIFLETTERE SU CARCERAZIONE PREVENTIVA - Secondo Schifani però la vicenda Ligresti «deve farci riflettere su quello che è l'uso della carcerazione preventiva in una legislazione che dobbiamo necessariamente modificare. Non voglio fare polemica con la magistratura ma essa esercita un potere discrezionale quando priva qualcuno della libertà». Il capogruppo del Pdl ha citato il caso di Scaglia, l'imprenditore di Fastweb che si consegno al carcere preventivo e poi è stato assolto.
Ma, ha aggiunto Schifani «questo non è un errore dei magistrati è un problema di legislazione e il ministro deve farsi carico di intervenire perché la limitazione della libertà personale preventiva sia la più limitata possibile. La libertà è un bene primario da tutelare, per noi è centrale per l'identità del nostro partito, libertà per noi è parola sacra e vogliamo difenderla ovunque. Vogliamo fare in modo che, facendo nostro l'appello del capo dello Stato, si intervenga strutturalmente sulle misure alternative. La situazione carceraria non si risolve con amnistia e indulto, occorre avere coraggio e dire: ora basta, riformiamo e facciamo in modo che la carcerazione preventiva si decida sulla base elementi inconfutabili».