19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
La decadenza di Berlusconi

Berlusconi: «La partita è ben lontana dal fischio finale»

Il leader del Pdl: «Sul voto palese sinistra ha commesso un autogol». Zanda (Pd): «Sarebbe grave mandare in crisi Letta nel bel mezzo della discussione sulla manovra economica e a pochi mesi dal semestre di presidenza Ue». Gasparri: «Governo oggettivamente a rischio»

ROMA - «La partita è ben lontana dal fischio finale» ha avvertito Silvio Berlusconi alla presentazione di un libro di Bruno Vespa.

VOTO PALESE AUTOGOL DI SINISTRA - Alla domanda su come ha valutato la decisione della Giunta del Senato di votare la sua decadenza a scrutinio palese, Berlusconi ha risposto: «Mi pare tutto chiaro. Come dice una vecchia canzone di De Gregori, 'Non c'è niente da capire'. L'atteggiamento della sinistra, e non solo, è ormai sotto gli occhi di chiunque abbia anche soltanto un minimo di onestà intellettuale. Ma hanno commesso un autogol; gli italiani hanno capito che vogliono eliminarmi per sempre dalla vita politica perché mi considerano l'ultimo ostacolo alla loro definitiva presa del potere».

PARTITA ANCORA APERTA - Il leader del Popolo della libertà ha poi ammonito: «Comunque la partita è ben lontana dal fischio finale perché la sentenza che mi ha condannato è fondata su delle falsità e sarà ribaltata molto presto. Ho solo un'altra osservazione da fare. Troppi giornali hanno titolato 'l'ira di Berlusconi'. Io posso essere preoccupato, deluso, amareggiato ma l'ira proprio non mi ha mai posseduto».

PD, SAREBBE GRAVE MANDARE LETTA IN CRISI - Il presidente dei senatori del Partito democratico (Pd) ha invitato tutti alla calma: «Sarebbe un errore grave mandare in crisi il governo Letta nel bel mezzo della discussione sulla manovra economica e a pochi mesi dal semestre di presidenza Ue. Ricordo bene quante volte i massimi dirigenti del Pdl hanno escluso che le vicende giudiziarie di Berlusconi potessero avere conseguenze sul governo. Mi auguro che non fossero parole a vuoto».

ESECUTIVO DI NECESSITÀ - Intervistato da Repubblica Zanda ha proseguito: «Quello di Letta è un governo di necessità, sostenuto da partiti schierati politicamente su fronti opposti. Il collante è la necessità che l'Italia venga governata per affrontare la crisi e l'impossibilità di tornare al voto prima di aver cambiato il famigerato porcellum che ora tutti, anche chi lo ha voluto e votato, stanno rinnegando. Terminata questa fase di necessario 'servizio' al Paese, Pd e Pdl torneranno a essere avversari politici».

VOTO PALESE ATTO TRASPARENZA - Il presidente dei senatori Democratici ha ricordato: «In una democrazia e in un Parlamento democratico il voto palese, se previsto dal regolamento, è un atto di trasparenza, è l'unico modo attraverso il quale senatori e deputati possono farsi riconoscere dai propri elettori. Per dirla con Aldo Moro, chi teme il voto palese 'tende a sottrarre i parlamentari alla necessaria assunzione di responsabilità di fronte agli elettori'. Il voto palese lo chiede il regolamento del Senato. Nel caso di Berlusconi non si tratta di un voto sulla persone, ma dell'accertamento della legittimità della sua permanenza nella carica di senatore».

CICCHITTO, GROTTESCO STALINISMO IN PDL - Fabrizio Cicchitto, il promotore di un ipotetico gruppo autonomo del Pdl alla Camera leale verso il governo, ha detto: «I 'governativi' del Pdl vicini ad Angelino Alfano e ai ministri Pdl non raccolgono la provocazione della 'lista di traditori' pubblicata da Il Giornale di Sallusti edito dalla famiglia Berlusconi e ribadiscano la volontà di mantenere fermo l'appoggio al governo Letta. Malgrado la 'damnatio' del Giornale continuiamo a ritenere che non bisogna cadere in queste provocazioni e mantenere fermo l'appoggio al governo. In ogni caso cogliamo l'occasione per rilevare che lo stalinismo applicato al berlusconismo ha effetti grotteschi».
«Sul Giornale - ha argomentato Cicchitto - è comparsa la lista dei traditori. Bene. Ma non passa neanche per l'anticamera del cervello a chi l'ha stilata che si tratta di persone che da molti anni militano nel centro-destra e che in questa occasione hanno un 'diverso parere' sulla linea politica, ferma rimanendo la totale solidarietà con Berlusconi per gli attacchi giudiziari di cui è vittima e per la porcata avvenuta ieri al Senato».

GASPARRI, LETTA OGGETTIVAMENTE A RISCHIO - Il vicepresidente Pdl al Senato, Maurizio Gasparri ha attaccato: «Il governo è oggettivamente a rischio, il voto di ieri è atto grave, contro ogni norma e contro ogni precedente. C'è regolamento che dice che votazioni sulle persona vanno fatte a scrutinio segreto. Lanzillotta aveva dichiarato giorni fa che il voto segreto sulle persone è una tutela, e che era contraria a norme contra personam. Ieri ha cambiato idea. C'è una regola molto chiara che viene stravolta, si attenta anche alla Costituzione secondo me. C'è un evidente persecuzione contro Berlusconi. La decisione è stata assegnata alla sezione feriale della Cassazione, poi si è scoperto che non era necessario, lo ha detto lo stesso presidente della Cassazione. Il regolamento è molto chiaro, c'è uno stravolgimento politico. Ma di certo la vicenda non finisce qui».

SANTANCHÉ', ALFANO DIA BATTAGLIA A GOVERNO -Toni accesi da Daniela Santanché: «Il Pd vuole portare lo scalpo di Berlusconi prima che lo consegnino i magistrati, ha l'ossessione di Berlusconi il voto contra personam di ieri è una vergogna. E che tristezza, che ipocrisia i miei compagni di partito che ancora ci chiedono di sostenere Letta. Non c'è più motivo di stare in questo governo. Letta non serve al paese, ai cittadini alle imprese. E' un periodo molto triste, lacerante. Non lascio perché non è nel mio carattere, mi sembrerebbe vigliacco farlo nel momento di massima difficoltà di Berlusconi. Ma sono stanca e triste. Vedo gente che tradisce il nostro leader, quello a cui noi dobbiamo tutto: noi abbiamo vinto alla lotteria senza dover neanche comprare il biglietto, grazie a Berlusconi. E ora questo spettacolo dei suoi traditori è desolante. Alfano dice che darà battaglia in Parlamento? Pensi a darla nel governo, dove abbiamo detto agli italiani che avremmo tolto l'Imu e invece gli abbiamo solo cambiato nome».

BRUNETTA, BASTA CONGRESSO PD IN GOVERNO - Il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta si è rivolto al Pd: «Ha proprio ragione il segretario pro-tempore del Pd, Guglielmo Epifani: basta tenere in ostaggio il governo con l'atteggiamento violento, infame, assatanato, irresponsabile, odioso, del Partito cosiddetto democratico nei confronti del presidente Silvio Berlusconi. Basta trasferire la feroce lotta congressuale del Pd all'interno della coalizione di governo. Questa situazione non è più accettabile. Chi causa instabilità caro presidente Letta? Chi causa instabilità presidente Napolitano?».