Caso Berlusconi: Zanda, decadenza inevitabile
Il capogruppo PD al Senato: «La legge Severino, votata anche dal Pdl, è molto chiara». Brunetta: «Rilancio economia e soluzione per Berlusconi». Cicchitto: «Cossiga capì quello che fermentava nella Magistratura». Battibecco Bossi-Tosi sulle primarie del centrodestra
ROMA - «Il temporeggiamento è la strada sbagliata specie su un argomento così delicato su cui anche la legge richiede una tempestività estrema»: lo afferma Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato, a 'Sky Tg24', sulla condanna di Silvio Berlusconi. E poi - ha aggiunto - «c'è la legge Severino, votata anche dal Pdl, che prevede in maniera molto chiara la decadenza quando si è condannati a una certa pena, e la condizione di Berlusconi corrisponde a questa fattispecie e quindi porta alla decadenza».
Brunetta: «Rilancio economia e soluzione per Berlusconi» - «Il momento è assolutamente delicato, per la nostra economia e per la nostra vita democratica. Occorre rafforzare l'azione del governo per il rilancio della nostra economia, ma anche per trovare una soluzione giusta per il presidente Berlusconi. Una crisi di governo sarebbe da irresponsabili». Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, ai microfoni del Tg1.
Cicchitto: «Cossiga capì quello che fermentava nella Magistratura» - «In politica il linguaggio e i contenuti sono due facce della stessa medaglia. Reputo astratto esaltare solo il linguaggio di Cossiga senza ricordare i contenuti politici a cui quel linguaggio dava il massimo di incisività». Lo afferma il deputato del Pdl Fabrizio Cicchitto ricordando l'ex capo dello Stato Francesco Cossiga a tre anni dalla scomparsa.
«Diversamente dal gruppo dirigente della Dc e da quello Psi, Cossiga capì con grande anticipo che con la fine del comunismo nel mondo in Italia finiva la protezione americana sui partiti anticomunisti e che quindi tutto poteva accadere - spiega -. Non a caso il Pds di Occhetto tentò l'impeachment contro Cossiga, ma trovò pane per i suoi denti. Cossiga capì anche quello che stava fermentando nella magistratura italiana tant'è che arrivò a uno scontro frontale con il Csm. Cossiga si dimise con un mese di anticipo da Presidente della Repubblica. Esistono in materia varie ipotesi, fra di esse quella che egli aveva intuito ciò che un settore della magistratura, la maggioranza del Pds, i principali giornali stavano preparando in primo luogo contro Craxi e non volle essere coinvolto e travolto nello scontro. Se veniamo ai giorni nostri, mutatis mutandis, la coalizione che liquidò i cinque partiti anticomunisti è tuttora in azione e dal 1994 ad oggi il suo principale bersaglio è Berlusconi».
Battibecco Bossi-Tosi su primarie del centrodestra - Battibecco a distanza tra l'ex leader e l'astro nascente all'interno della Lega. A contrapporre Umberto Bossi e Flavio Tosi è il futuro del centro-destra. Il sindaco di Verona ha annunciato prima di Ferragosto la sua intenzione di correre alle «primarie» del centro-destra che dovrebbero sancire il dopo-Berlusconi. «Fa ridere, chi lo vota», ha polemizzato il 15 agosto da Pontida il «Senatur» a favore di telecamera. «Ci andrebbe bene perché così andrebbe fuori dalle scatole dalla Lega...». E, fedele all'alleato di un tempo, fa capire che preferirebbe semmai votare Marina Berlusconi. Tosi non demorde.
Conferma l'intenzione di partecipare alle primarie. «Tutti noi si fa riferimento a Roberto Maroni», afferma al Tg1.
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