Il CSM stringe i tempi sul caso Esposito
Per il 5 settembre il presidente Annibale Marini ha convocato una riunione straordinaria della Prima Commissione, dove da ieri pende un fascicolo aperto dopo l'intervista al Mattino in cui il presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, ha anticipato di fatto le motivazioni della sentenza di condanna di Berlusconi al processo per i diritti tv Mediaset
ROMA - Il Csm stringe i tempi sul 'caso Esposito'. Per il 5 settembre, alle 15.45, il presidente Annibale Marini ha convocato una riunione straordinaria della Prima Commissione, dove da ieri pende un fascicolo aperto dopo l'intervista al Mattino in cui il presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, ha anticipato di fatto le motivazioni della sentenza di condanna di Berlusconi al processo per i diritti tv Mediaset.
«Il presidente della Prima commissione del Consiglio superiore della magistratura, il consigliere Annibale Marini, ha convocato una seduta straordinaria della commissione per il giorno 5 settembre 2013 alle ore 15.45 per la trattazione della pratica relativa alle dichiarazioni alla stampa rilasciate del Presidente Antonio Esposito», ha fatto sapere Palazzo dei Marescialli.
A sollecitare l'intervento del Csm sono stati i tre consiglieri laici di area Pdl Zanon, Palumbo e Romano, i quali hanno evidenziato la «gravità» delle parole di Esposito. Non solo per «le ovvie considerazioni in ordine ai doveri di continenza e riservatezza in capo agli appartenenti all'ordine giudiziario», ma anche perchè si tratta «del presidente del collegio giudicante che ha appena emesso una sentenza della quale ancora non sono state depositate le motivazioni». L'intervista «nella sostanza anticipa il contenuto di atti non ancora formati» e «la redazione delle motivazioni della sentenza è prerogativa del relatore e non certo del presidente del collegio le cui esternazioni potrebbero rappresentare una indebita e inopportuna pressione nei confronti del relatore stesso».
«Di particolare gravità - hanno sottolineato ancora Zanon, Palumbo e Romano - appaiono le affermazioni relative al principio del 'non poteva non sapere', la cui contestualizzazione in una intervista dedicata pressoché interamente al cosiddetto 'processo Mediaset' esclude che possano intendersi come considerazioni di carattere generale e astratto».
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