26 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Nuova indagine

Il Cavaliere prepara la piazza contro il «golpe dei magistrati»

Ora c'è anche la Procura di Napoli, che lo indaga per il reato di corruzione in merito alla compravendita di senatori all'epoca del governo Prodi e in particolare di aver dato 3 milioni a Sergio De Gregorio per cambiare casacca. Inoltre ci sarebbe la notizia che la Procura di Reggio Emilia lo avrebbe iscitto nel registro degli indagati per la storia della lettera sull'IMU

ROMA - Ormai è diventato un «luogo simbolo» un po' troppo conteso. Ma se nel Pdl si pensa a una manifestazione di piazza in grande stile, il primo posto che viene in mente è solo uno: San Giovanni. Il 2 dicembre del 2006 l'allora Casa delle libertà adunò le folle contro il governo Prodi e il ministro dell'Economia Padoa-Schioppa. Questa volta nel mirino c'è il nemico più antico di Silvio Berlusconi: la «magistratura politicizzata».

Della notizia di nuove indagini a suo carico ad Arcore avevano già avuto sentore, ma l'ufficializzazione avviene mentre il Cavaliere è già impegnato con i suoi avvocati per preparare le 'dichiarazioni spontanee' che renderà domani mattina in Corte d'Appello per il processo Mediaset in cui è stato condannato in primo grado a quattro anni per frode fiscale. Ora c'è anche la Procura di Napoli, che lo indaga per il reato di corruzione in merito alla compravendita di senatori all'epoca del governo Prodi e in particolare di aver dato 3 milioni a Sergio De Gregorio per cambiare casacca. Inoltre ci sarebbe la notizia (non confermata né smentita) che la Procura di Reggio Emilia lo avrebbe iscritto nel registro degli indagati per la storia della lettera sull'Imu.

La reazione di rabbia del Cavaliere è incontenibile. «Erano convinti che sarei uscito sconfitto dalle urne e ora che hanno visto che non è andata così riprovano a farmi fuori per via giudiziaria» avrebbe detto. Ma nei commenti dei pidiellini di vario livello si rintracciano espressioni che potrebbero tranquillamente essere state pronunciate anche dal Cavaliere: da «siamo di fronte a un golpe», a pm che vogliono «sovvertire la volontà popolare» emersa dalle urne. Perchè stando alla propaganda di partito, tutto ciò accade per impedire che Berlusconi abbia un ruolo nel prossimo governo.

Tra Arcore e via dell'Umiltà viene comunque concordata la reazione ufficiale che si concretizza nella nota diramata dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, con l'annuncio di «una grande manifestazione di piazza a difesa della sovranità del Popolo della libertà e della democrazia italiana». Manifestazione che per l'appunto dovrebbe tenersi intorno alla metà di marzo forse proprio a piazza San Giovanni (anche se a via dell'Umiltà si è ragionato sul rischio di 'comparazione' con la piazza grillina).

La difesa sul piano giuridico è come sempre affidata all'avvocato Niccolò Ghedini che accusa la Procura napoletana di indagini «destituite di fondamento» perchè si è semplicemente trattato di un «accordo politico» fatto «alla luce del sole» e sottolinea che «Berlusconi è completamente all'oscuro di altre asserite dazioni di denaro in contanti». Per ora l'ex premier ufficialmente tace, ma se volesse sfogarsi in pubblico domani avrebbe un palcoscenico perfetto. Quello, appunto, del Tribunale di Milano.

Le vicende giudiziarie del Cavaliere fanno passare in secondo piano le manovre pidielline per avere un ruolo nel prossimo governo che anzi - per gli interessi del Cavaliere - sono ancora più cogenti. A via dell'Umiltà si continua a fare riunioni anche per cercare di cominciare a sistemare un po di caselle. Quella per il capogruppo, per esempio. Alla Camera sembra stia prendendo quota l'ipotesi di un ticket Lupi-Carfagna. Ma ci sarebbe anche un'opzione Capezzone.