Berlusconi: «Dialogo possibile sulle riforme»
Il film di giornata cambia verso le quattro del pomeriggio, quando la «riffa» delle prime proiezioni rimette in discussione in un solo colpo gli istant poll che per un'ora avevano spinto il Pd a cominciare a sperare in una vittoria piena
ROMA - Per certi versi un lunedì come gli altri per Silvio Berlusconi. Trascorso ad Arcore, con i suoi legali, i ragionieri e soprattutto i figli. Sparsi per tutta Italia i big pidiellini in preda al panico da previsioni, anche se alla fine faranno tutti finta di aver sempre creduto al successo. E invece il film di giornata cambia verso le quattro del pomeriggio, quando la 'riffa' delle prime proiezioni rimette in discussione in un solo colpo gli istant poll che per un'ora avevano spinto il Pd a cominciare a sperare in una vittoria piena.
Perchè alla fine si materializza, grazie al 'porcellum', un risultato che va al di là delle aspettative anche della fidata sondaggista Alesandra Ghisleri: al Senato il Pd in percentuale ha più voti ma al Pdl vanno più seggi. Un risultato possibile perché il partito di Berlusconi 'porta a casa' regioni come la Lombardia, la Campania, la Puglia, la Sicilia e il Veneto. E pensare che solo quest'ultima veniva data per scontata. Tanto che verso le 20 di sera il segretario Angelino Alfano, a scrutinio ancora in corso, si presenta trionfante in sala stampa e dice: 'siamo il partito di maggioranza relativa al Senato'.
Alla Camera i giochi sono ancora da fare, ma Silvio Berlusconi ha molti motivi per festeggiare: Udc e Fli (compreso l'inviso Fini in persona) rischiano di rimanere fuori dal Parlamento, Monti racimola un risultato modesto, il Pd è ben lontano dalla larga vittoria che tutti si aspettavano fino a qualche mese fa. Certo poi c'è il problema del boom di Grillo, ma il Cavaliere riesce ad andare oltre l'obiettivo minimo che era quello di recuperare ed essere condizionante al Senato. «Mi davano per morto e ancora una volta gli ho dimostrato di cosa sono capace», è il senso dei primi commenti. Per non dire dell'ironia usata nei confronti di chi era andato a cercarsi 'sponsor' in Europa e al Ppe. «E invece questa è anche una risposta alla politica di austherity».
A questo punto si pone il problema di come gestire le prossime mosse, perché a meno di sorprese notturne quella che si profila è una condizione di ingovernabilità, con due maggioranze diverse a Camera e Senato. La strategia del Pdl per ora è quella di lasciare il 'boccino' nelle mani di chi avrà la maggioranza alla Camera e quindi con molta probabilità Pd e Sel. La difficoltà maggiore adesso - è il ragionamento - sarà la loro, facciano un governo se sono in grado. Di grandi coalizioni ad Arcore non ne vogliono sentir parlare: il periodo del sostegno 'ABC' a Monti è stato già abbastanza penalizzante. Semmai il Cavaliere potrebbe 'rinnovare' l'offerta di lavorare insieme per fare le famose riforme di cui il Paese ha bisogno. Ma tra queste l'ex premier ci mette anche quella della giustizia.