19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Il provvedimento in aula alla Camera

Ddl anticorruzione, Governo pone la fiducia

Pdl e Lega i numeri per rovesciare il governo ce li hanno al Senato, non alla Camera. Ma quello di oggi sarà comunque il primo test dopo la conferenza stampa del Cavaliere a Villa Gernetto e i numeri saranno importanti. Borghesi (Idv): «Parlamento commissariato». Mantini (Udc): «Ok fiducia ma in futuro miglioramenti»

ROMA - Mario Monti non considera una minaccia le esternazioni del suo predecessore Silvio Berlusconi che sabato ha ventilato l'ipotesi di togliere la fiducia al governo del Professore. Ed è probabile che oggi, in occasione del voto di fiducia sul ddl anticorruzione in Aula alla Camera, l'esecutivo non avrà problemi a passare. Anche perché Pdl e Lega i numeri per rovesciare il governo ce li hanno al Senato, non alla Camera. Ma quello di oggi sarà comunque il primo test dopo la conferenza stampa del Cavaliere a Villa Gernetto e i numeri saranno importanti.

E i numeri della strana maggioranza, anche a Montecitorio, ultimamente non sono confortanti: si è visto in occasione dell'ultima fiducia sul decreto sanità, votata il 18 ottobre scorso e approvata con 380 sì, di cui solo 64 arrivati dal Pdl. Per la verità la fiducia in Monti, dal suo insediamento ad ora, si è andata assottigliando sempre di più: è da inizio agosto, prima della pausa estiva, che i sì non superano quota 400 e, anzi, sono ben lontani. E per un esecutivo nato quasi un anno fa, a novembre del 2011, con una maggioranza amplissima di 556 voti a Montecitorio e 281 al Senato (solo la Lega era all'opposizione in principio) è davvero poco. A sfilarsi quasi subito fu l'Italia dei Valori, poi gli ex responsabili di Popolo e territorio, ma oggi il gruppo che fa traballare i numeri del governo del professore è il Pdl: alla Camera può contare su 209 deputati ma in occasione dell'ultimo voto di fiducia, il quarantesimo, solo 82 di loro erano presenti.
Pierluigi Bersani ha sollevato il problema ricordando che il Pd «sta sostenendo il governo Monti correndo a dare voti di fiducia mentre la destra è scomparsa...». E in effetti i democratici sono generalmente presenti in forze mentre ben 126 sono stati gli assenti pidiellini all'ultimo voto di fiducia e dal partito di Berlusconi erano arrivati anche 4 no e 14 astenuti.
Ma il vero pericolo la strana maggioranza che sostiene Monti lo corre al Senato dove la vecchia maggioranza di Pdl e Lega ha i numeri per ribaltare tutto.

Borghesi (Idv): Parlamento commissariato - «Questa ennesima fiducia certifica che siamo di fronte a un Commissario di Stato, il senatore Mario Monti, e non davanti a un capo di governo. C'erano solo dieci emendamenti da discutere e votare, lo stesso presidente Fini aveva sollevato obiezioni in merito, che bisogno c'era di mettere la fiducia su questo provvedimento? Il ministro Severino nel suo discorso ha fatto ricorso alla favola di Esopo, io preferisco parlare della Costituzione perché siamo di fronte a una palese violazione della Carta costituzionale. Bastava una serena discussione e invece, ancora una volta, il governo sottrae al Parlamento la funzione legislativa». E' quanto affermato in Aula durante la discussione sul ddl anticorruzione dal vice capogruppo Idv alla Camera Antonio Borghesi.

Mantini (Udc): Ok fiducia ma in futuro miglioramenti - «Abbiamo rinunciato ai nostri emendamenti per consentire l'approvazione di una buona legge anticorruzione. Diamo fiducia al governo anche sui miglioramenti futuri ma soprattutto insistiamo, con un nostro ordine del giorno, per la sollecita approvazione delle misure sull'incandidabilità in parlamento dei condannati, che è doverosa». Lo dichiara Pierluigi Mantini, responsabile Riforme Istituzionali Udc.
«Il nostro emendamento prevedeva l'estensione al Parlamento delle norme già vigenti per le elezioni locali e regionali. Si può ripartire da lì ma è necessario che la delega sia esercitata dal governo prima delle prossime elezioni nazionali».