L'Italia sia una buona famiglia, il lascito di Monti
Li ha definiti il «lascito» di un governo «strano e breve» ma è quasi un testamento politico quello che il presidente del Consiglio Mario Monti ha pronunciato in conclusione del suo intervento al Festival della Famiglia, che si è chiuso oggi a Riva del Garda
RIVA DEL GARDA - Li ha definiti il «lascito» di un governo «strano e breve» ma è quasi un testamento politico quello che il presidente del Consiglio Mario Monti ha pronunciato in conclusione del suo intervento al Festival della Famiglia, che si è chiuso oggi a Riva del Garda. Monti, secondo cui «l'Italia deve somigliare di più a una buona famiglia», ha rivendicato «due risultati politici, non tecnici», che sono «merito» non solo del governo ma «della società e della politica italiana»: essere riusciti a «far lavorare insieme i nemici» ed essersi fatti ascoltare, ed esser compresi, «senza gridare e senza tentare di sedurre» i cittadini, che «forse in passato non erano abituati ad essere trattati da adulti».
«Il ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi, che ha fondato la Comunità di Sant'Egidio, lo ha fatto per decenni, e con risultati - ha detto Monti, parlando del suo collega di governo intervenuto poco prima - Noi siamo stati chiamati a promuovere non certo un accordo di pace fra tre partiti che fino ad allora, soprattutto due di loro, si confrontavano in modo che loro stessi riconoscevano incivile».
«Siamo riusciti ad estrarre da questo materiale politico e umano decisioni per questo Paese. E' stato possibile - ha proseguito il presidente del Consiglio - far lavorare insieme i nemici, che sprecavano le loro migliori energie non per costruire assieme qualcosa ma per distruggersi l'un l'altro. Abbiamo dimostrato - ha insistito il premier - che è possibile far lavorare insieme nemici».
«Ed è con loro, in questo Parlamento, e per di più in una fase di fine legislatura, quindi suscettibile del massimo di fibrillazioni, che è stato possibile prendere decisioni. E' stata data prova di nervi saldi e di capacità di comprensione reciproca».
Non solo. C'è un altro risultato, che «non ha niente di tecnico», ottenuto dal governo: e cioè che «è possibile essere uditi dai cittadini senza gridare. Essere compresi, forse persino apprezzati, senza tentare di sedurli». Cittadini che «forse non erano abituati ad essere trattati da adulti».
«E' possibile - ha proseguito Monti - ottenere il consenso senza cercarlo se è vero che l'opinione pubblica italiana sta dimostrando, in certa misura, anche se c'è anche chi legittimamente protesta, anche non lontano da qui, e io li capisco tutti».
Monti ha rivendicato la novità del suo corso: una nuova prassi politica: «Mi sembra - ha aggiunto - che una vasta cerchia di cittadini italiani che forse non erano abituati ad essere trattati da adulti da cittadini, dal mondo politico, sembra aver capito che si può essere capaci di sopportare certi sacrifici se si vuole che la casa comune, la famiglia comune, possa avere un decoro nel mondo. Abbiamo capito che gli italiani a questo tengono, anche quelli che non viaggiano. Hanno capito - ha aggiunto Monti - gli italiani, che certe rinunce oggi per avere una vera speranza di un domani migliore, se spiegate, possono essere anche condivise e praticate con pazienza e tolleranza»
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