1 agosto 2025
Aggiornato 22:00
L'ex Premier condannato, furioso lancia avvertimento

Berlusconi: «Così non si può andare avanti, dobbiamo fare qualcosa»

Il giorno della condanna a 4 anni di carcere per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset Berlusconi torna alle vecchie abitudini: alza la cornetta e in diretta con Studio Aperto ricorda a chi lo considera ormai un ex che il passo indietro non significa necessariamente un biglietto di sola andata per Antigua

ROMA - Se voleva lasciar intendere un nuovo, clamoroso ripensamento, Silvio Berlusconi ci è riuscito. Tutto in una frase, che inizia ma si interrompe giusto in tempo: «Così non si può andare avanti, dobbiamo fare qualcosa». Il giorno della condanna a 4 anni di carcere per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset Berlusconi torna alle vecchie abitudini: alza la cornetta e in diretta con Studio Aperto ricorda a chi lo considera ormai un ex che il passo indietro non significa necessariamente un biglietto di sola andata per Antigua

La condanna è pesante, l'interdizione dai pubblici uffici anche. Certo, è il primo grado, c'è l'indulto e una prescrizione che non sembra lontana. Ma queste valutazioni, nel pomeriggio della sentenza, restano in secondo piano. Berlusconi è preoccupato. Da giorni il barometro segnava tempesta. Con i suoi avvocati aveva analizzato il dossier e la conclusione era stata sconfortante. La partita si lega strettamente alla battaglia in corso nel Pdl. Da una parte il gruppo dirigente che si è andato via via coagulando intorno ad Alfano, dall'altra i falchi alla Santanché. Il Cav, è ormai noto, non considera il partito una creatura da preservare. Né ha gradito il progressivo 'smarcamento' - sia pure felpato e cauto - dei colonnelli berlusconiani. La sentenza Mediaset diventa allora l'occasione per ridare fuoco alle polveri. E' proprio Santanché a invocare il clamoroso ritorno: «Silvio, ripensaci».
Per ora, però, Berlusconi non rimette in moto la macchina organizzativa. Per il momento l'ipotesi di un ritorno è solo arma di pressione politica. D'altra parte, in questa direzione vanno i consigli della famiglia e degli amici più cari. Resta il fatto che la sentenza Mediaset non esaurisce il capitolo giudiziario. Entro l'anno potrebbe chiudersi il primo grado del Ruby gate, nervo scoperto per il Cavaliere. «Dobbiamo fare qualcosa», per ora basta questo.

Gasparri: Inaccettabili posizioni Anm, intervenga Csm - «Dopo una sentenza politico-giudiziaria quale quella che, smentendo vari pronunciamenti della Cassazione sugli stessi fatti, ha lapidato in modo inaccettabile Berlusconi, l'Anm assume posizioni non accettabili parlando a nome di tutti i magistrati, compresi quelli che in appello dovranno giudicare ancora Berlusconi». Lo ha dichiarato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.
«Dovrebbe intervenire il Csm - ha aggiunto - a garanzia di principi calpestati da sentenze politiche e da associazioni di parte. La situazione diventa non tollerabile e va ricondotta al rispetto dei fondamentali principi del diritto, travolti dall'uso politico della giustizia».

Santelli: Berlusconi massacrato non può nemmeno parlare - «Ritengo un pugno alla democrazia italiana ed alla libertà di tutti i cittadini che un cittadino, massacrato da una inaudita decisione giudiziaria, non possa criticare questa senza che l'Anm lanci un anatema nei suoi confronti». E' quanto dichiara la vicepresidente dei deputati del Pdl, Jole Santelli.
«L'Anm rappresenta tutti i magistrati italiani, quindi anche coloro che sono oggi impegnati su altri processi a giudicare Silvio Berlusconi. E' ovvio che se un imputato è inteso come un nemico dell'intera magistratura per lui e per tutti i cittadini sarà difficile immaginare equilibrio e imparzialità».