1 agosto 2025
Aggiornato 12:00
La riforma della Giustizia

Avvocati, sciopero contro la «rottamazione»

De Tilla: Manifestazioni in tutta Italia il 20 e 21 settembre. Non si possono demolire i diritti dei cittadini e aggredire il ruolo costituzionale della professione forense. Intanto Magistratura indipendente chiede un'accelerazione per la depenalizzazione di alcuni reati

ROMA - Il 20 e 21 settembre sarà sciopero dell'avvocatura, indetto dall'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua), «contro gli attacchi alla professione forense e i provvedimenti sulla giustizia. Crescono le adesioni degli ordini e delle associazioni forensi». Lo sostiene una nota del'Oua che annuncia «manifestazioni in tutta Italia» nelle giornate delle astensioni.
Per il presidente dell'Oua Maurizio de Tilla si tratta di «uno sciopero che è un ulteriore avviso alla politica: non si rottama la giustizia, non si possono demolire i diritti dei cittadini e aggredire il ruolo costituzionale della professione forense».

«Manifesteremo - continua il presidente Oua - contro la soppressione di 1.000 uffici giudiziari; il Governo non ha accolto le proposte formulate dall'Avvocatura sulla revisione della geografia giudiziaria, recepite nei pareri resi dalle commissioni Giustizia del Senato e della Camera dei deputati. La colossale operazione messa in campo dall'Esecutivo non porterà alcun beneficio economico, anzi contribuirà ad intasare ancor più la giustizia ledendo i diritti dei cittadini».

Netta opposizione all'«appello cassatorio» - Tra le ragioni delle proteste degli avvocati, che annunciano anche una serie di ricorsi giuridici al Tar, alla Corte dei conti e «fino alla Corte europea dei diritti dell'Uomo», «il nodo della fallimentare introduzione dell'incostituzionale obbligatorietà della mediaconciliazione», la «netta opposizione all'appello cassatorio» (filtro in appello) e «l'attacco alle professioni».

Secondo de Tilla «Governo e Parlamento hanno fortemente leso la funzione dell'avvocato che assiste il cittadino nel processo. L'eliminazione delle tariffe professionali costituisce, infatti, una violazione del diritto dell'avvocato al compenso per la prestazione data al cliente. Le tariffe vanno ripristinate in quanto costituiscono uno strumento di valutazione dell'attività forense che garantisce la qualità e l'indipendenza. Le tariffe non possono essere sostituite dai parametri al ribasso che saranno impugnati dall'avvocatura».

«L'avvocatura unita - ricorda - si è dichiarata contraria ad ogni forma di delegificazione dell'ordinamento professionale e di liberalizzazione selvaggia della funzione difensiva. Va approvata senza remore la riforma in aula alla Camera dei deputati con alcune modifiche che non possono certamente riguardare le norme varate dalla commissione Giustizia (consulenza legale esclusiva, tariffe, società professionali senza soci di capitale, specializzazioni)».

Magistratura indipendente: Accelerare depenalizzazione - «Condividiamo il parere favorevole che il Consiglio Superiore della Magistratura ha espresso sul ddl delega in materia di depenalizzazione. E' giusto puntare in questa direzione e la necessità di un'effettiva depenalizzazione è condivisa da tutta la magistratura». Lo dichiara in una nota Cosimo Maria Ferri, segretario generale di Magistratura Indipendente.
«Auspichiamo, quindi che il governo tenga conto di questa presa di posizione. Non è, infatti, più pensabile che Procure e Tribunali siano congestionati da reati di lieve allarme sociale come le fattispecie che sanzionano l'ingresso in cabina elettorale con il cellulare o la guida senza patente (ma la lista sarebbe lunga). In questi casi è più efficace e più economico comminare una sanzione amministrativa (ad esempio la confisca del mezzo nel caso di reati concernenti la circolazione stradale estendendola anche al conducente non proprietario del veicolo) e puntare su forme alternative di riparazione del danno come estinzione reato per le ipotesi di furto di lieve entità (come i furti all'interno dei discount)».