23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
I dati di Ristretti Orizzonti

Carceri, ad agosto già 3 detenuti suicidi

Salgono così a 37 i carcerati che si sono tolti la vita da inizio anno e a 97 il totale dei morti in carcere, oltre a 7 agenti di polizia penitenziaria che si sono uccisi mentre erano fuori servizio. Dal 2000 sono 2.030 i carcerati morti in cella

ROMA - Il mese di luglio è stato il peggiore degli ultimi 12 anni per le carceri italiane, con la morte di 14 detenuti e 3 poliziotti penitenziari. Ma agosto, appena iniziato, già fa registrare i decessi per suicidio di altri 3 detenuti: a Teramo, Alba e Roma.

2.030 MORTI DAL 2000 - Secondo i dati di Ristretti Orizzonti salgono così a 37 i carcerati che si sono tolti la vita da inizio anno e a 97 il totale dei morti in carcere, oltre a 7 agenti di polizia penitenziaria che si sono uccisi mentre erano fuori servizio. Nel dossier 'Morire di carcere', iniziato nell'anno 2000, i casi di detenuti suicidi ad oggi risultano 729, il totale dei detenuti morti ha raggiunto la cifra di 2.030, mentre 96 sono le vittime tra i poliziotti penitenziari.

GLI ULTIMI CASI - Nel carcere di Teramo il 5 agosto è morto Valentino Di Nunzio, 29 anni, ricoverato in un reparto ospedaliero di terapia intensiva, a seguito dei gravi traumi riportati in seguito a un tentativo di suicidio in cella lo scorso 14 febbraio, buttandosi 'di testa' dal secondo piano della branda a castello. Nella caduta aveva riportato gravissime lesioni midollari ed era paralizzato dal collo in giù, tanto per respirare aveva bisogno di essere sempre collegato ad un «ventilatore meccanico». Nonostante la palese invalidità, Di Nunzio è rimasto in stato di detenzione fino all'ultimo istante di vita.
Ad Alba (Cuneo), l'1 agosto un detenuto si è suicidato usando una rudimentale corda ottenuta annodando le lenzuola della sua cella. L'uomo, B.S., 50enne di origine albanese, avrebbe terminato di scontare la pena nel 2015. Lo stesso giorno a Roma Emanuele Grisanti, 29 anni, si è impiccato ad un albero nel cortile dell'ospedale Sant'Eugenio, dove era ricoverato per farsi operare di calcoli. Doveva scontare ancora 4 anni di carcere, ma piuttosto di tornare in carcere ha preferito la morte. Padre di un bambino di 4 anni, da uomo libero viveva al popolare quartiere romano del Laurentino. Prima di togliersi la vita ha parlato con la madre e con la moglie al telefono, ha salutato gli infermieri dicendo «mi fumo una sigaretta, poi me ne vado a dormire». Più tardi il personale dell'ospedale ha trovato il corpo che pendeva senza vita dal ramo di un albero.