26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Domani il Senato vota per la richiesta d'arresto

Lusi, il voto segreto è l'ultima speranza

Il Senatore: Il mio arresto sarebbe discriminatorio, respingetelo. Ma in molti sono pronti a scommettere che sarà un voto allineato a quanto già stabilito dalla Giunta per le immunità parlamentari, ovvero il «sì» alle manette

ROMA - Domani pomeriggio, l'Aula del Senato si esprimerà con un voto sulla richiesta d'arresto a carico di Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita accusato di aver depredato i conti del partito di oltre 20 milioni di euro. E in molti, a palazzo Madama, sono pronti a scommettere che sarà un voto allineato a quanto già stabilito dalla Giunta per le immunità parlamentari, ovvero il 'sì' alle manette per il senatore, che in Aula vedrà proprio il presidente della Giunta, Marco Follini, illustrare tutte le ragioni per cui bisogna dire sì ai magistrati.

Memoriale difensivo di 500 pagine - «Nell'inchiesta a carico di Lusi - sarà la linea di Follini - non vi è alcun fumus persecutionis, non viene chiesto l'arresto perchè Lusi è vittima di un complotto giudiziario», ma semplicemente perchè è reo-confesso di appropriazione indebita e accusato di associazione a delinquere in combutta con la moglie (già ai domiciliari) e con due commercialisti. Non solo: secondo la procura di Roma esistono gli estremi per il carcere, ravvedibili nel pericolo di fuga e di inquinamento delle prove. Tutte tesi che Lusi respinge. Lo ha fatto anche oggi, inviando a tutti i colleghi il suo 'memoriale' difensivo, circa 500 pagine e una lettera nella quale spiega che solo lo status di parlamentare di cui gode «può giustificare l'unica possibile motivazione alla base di una ingiustificabile misura restrittiva adottata, peraltro, nella forma più gravosa».

Lusi: Arresto «discriminatorio» - Insomma, il suo arresto sarebbe «un inequivocabile significato discriminatorio, non collegato alle esigenze processuali rigidamente disciplinate dal codice, in quanto emblematico di un pregiudizio, probabilmente inconsapevole, ma reale, che finisce per negare persino l'oggettiva forza probatoria di fatti e situazioni incompatibili con la richiesta di custodia cautelare in carcere». Per questo Lusi ha chiesto ai colleghi di fare «il proprio lavoro con serenità».

C'era un patto fiduciario - L'ex tesoriere però, continua a difendersi a spada tratta. Intervistato dal team di Report per Corriere.it, Lusi dice infatti di non accettare il ruolo di capro espiatorio che altri vogliono riservargli e, soprattutto, non vuole che i leader della Margherita escano da questa tempesta come le vittime inconsapevoli. «C'era - racconta perciò Lusi - un patto fiduciario: le assegnazioni del denaro si decidevano a voce, non c'erano verbali. In parte era prassi e in parte per non lasciare traccia; di scritto c'erano solo i bilanci». Parole che la Margherita, pur da partito sciolto, respinge al mittente. «Lusi - si legge infatti in una nota dei Dl - inquina le acque minuto per minuto».

La richiesta di voto segreto - Quello che l'ex tesoriere si augura, infatti, è che l'Aula lo salvi dalle manette, come ha salvato la settimana scorsa Sergio De Gregorio, del Pdl. Ma per essere salvato, Lusi deve avere un aiuto tangibile da almeno 20 colleghi, ovvero la richiesta di voto segreto. A raccogliere le firme ci ha provato il senatore del PD Alberto Tedesco, uno che dalla roulette russa dell'Aula è già passato, e pare abbia centrato il risultato. Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del Pdl al Senato, ha però chiesto ai suoi di ritirare la firma alla richiesta di voto segreto perchè «su questo voto dobbiamo metterci la faccia, evitando che nell'ombra qualcuno faccia cose strane».

Lauro: Non sussistono le condizioni per l'arresto - Alle pressioni di Quagliariello, però, il senatore Raffaele Lauro si è opposto, chiedendo di «poter prima ascoltare Lusi domani in Aula» e «valutare quale sarà il suo atteggiamento» prima di ritirare o confermare il proprio appoggio al voto segreto. «Voglio vedere quale sarà il suo atteggiamento in Aula, se si mostrerà contrito e pentito e consapevole dei danni che ha causato. Non credo che sussistano le condizioni per il suo arresto».

In piazza c'è chi promette fuoco e fiamme - Se però il voto sarà palese, Lusi, si dice in Senato, avrà ben poche speranze di salvarsi. Il Pd, infatti, pare compatto per l'arresto, il Pdl lascerà libertà di coscienza, Lega, Idv e Udc tutti favorevoli all'arresto. E non potrebbe essere altrimenti, visto che in piazza c'è chi promette fuoco e fiamme. E' il caso della Destra, che annuncia per domani pomeriggio un sit-in di fronte al Senato e soprattutto di Beppe Grillo, che tuona dal suo blog: «Meglio tirare a campare che tirare le cuoia. Lo disse Andreotti, lo faranno in Senato se non vogliono rischiare l'estinzione. Ma comunque vada, arresto o non arresto, sarà un successo».

Le due ipotesi di Beppe Grillo - Secondo il comico, due sono le ipotesi: se il Senato autorizzasse l'arresto, scrive Grillo sul suo blog, «Lusi parlerebbe e porterebbe prove a sostegno», trascinando «metà Pd sul banco degli imputati», con una previsione elettorale di un Pd sotto al 15%. Oppure, qualora il Senato non autorizzasse, Lusi, rimasto libero, per Grillo non parlerebbe, il Pd attribuirebbe il salvataggio al Pdl e alla Lega, perderebbe il 2% nei sondaggi e basta. «Se voi foste il Politburo del pdmenoelle, rappresentato da Bersani, D'Alema, Bindi e Letta nipote, con la ruota di scorta dell'inconsapevole Rutelli - ha concluso - cosa fareste? Puntereste sulla ipotesi a minor rischio. E quindi il buon senso suggerisce il salvataggio. 'Fiat Lusi'».

PD e PDL ufficialmente per il voto palese - E' forse per esorcizzare questo scenario che a palazzo Madama si sta cercando di scongiurare l'ipotesi di voto segreto. Nè il Pdl nè il Pd, ufficialmente, vogliono il voto segreto, anzi. Entrambi i partiti si sono espressi per un voto «palese» e per un sì all'arresto. Il voto palese, secondo quanto trapela al Senato, è l'opzione cui anche il presidente del Senato, Renato Schifani, guarda con favore, soprattutto dopo che, grazie al voto segreto, l'Aula ha potuto dire no all'arresto del pidiellino Sergio De Gregorio.