19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Giustizia | Caso Lusi

Rutelli: Lusi? Mi sembrava un francescano

Conferenza stampa dell'ex leader della Margherita: Se il Senato lo difende, la gente arriva con forconi. Nessuna frequentazione privata, a parte il matrimonio. Calunniare è la sua strategia per evitare l'arresto. Non credo al dolo, ma il Riesame ha sbagliato i calcoli

ROMA - Per Francesco Rutelli ci sono due Luigi Lusi: «C'è un Lusi uno, capo scout, un po' arcigno, e un Lusi due su cui non aggiungo altro perchè è già stato descritto dalla magistratura». «Con lui - ha precisato Rutelli in conferenza stampa - non c'era un rapporto di consuetudine, ma solo politico, non sono mai andato a casa di Lusi, tranne che al matrimonio, ma l'immagine che avevo era quasi un'immagine francescana».
«C'è stato - ha detto ancora Rutelli - un Lusi boyscout all' apparenza ottimo amministratore, che è incompatibile con il Lusi di adesso, anche se abbiamo scoperto che già al tempo della separazione dalla prima moglie aveva messo da parte 2 milioni di euro, quindi forse già all'epoca c'era qualche aspetto del Lusi due...».

Calunnia è la sua strategia per evitare l'arresto - Secondo Francesco Rutelli, l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi «è passato da una confessione completa, o quasi, al dire che ha comperato case su mandato del partito. E' una cosa risibile e inqualificabile». Secondo il presidente della Margherita, dunque, «c'è stato un cambio di strategia. Per quanto assurdo e inimmaginabile, l'inquinamento costante e la calunnia verso persone perbene sono una strategia, vogliamo dire suicida, per cercare di ottenere l'assoluzione del Senato».

Non credo al dolo, ma il Riesame ha sbagliato i calcoli - Il presidente della Margherita, Francesco Rutelli, corregge le stime del tribunale del riesame di Roma sulle somme sottratte dall'ex tesoriere Luigi Lusi e sottolinea che «non è vero che il partito ha detenuto più di 88 milioni di euro. Ne ha avuti al massimo 79». Il tutto, comunque, «è certificato nel bilancio analitico amplissimo, il più ampio della storia dei partiti, che verrà messo a disposizione dell'Assemblea Federale del 16 giugno. non c'è nessun mistero - ha detto Rutelli - e men che meno sulla sparizione di 50 milioni di euro dal 2007 al 2011».
La Margherita, ha aggiunto Rutelli, «si è sempre mossa con una volontà di assoluta trasparenza e chiarezza». Nessuna critica all'operato del giudice, comunque. «A volte capita che dovendo scrivere una sentenza così dettagliata in così poco tempo, si prendano le informazioni da fonti aperte piuttosto che ricavarle con sforzi immani bilancio per bilancio».
Per chiunque volesse approfondire l'argomento, comunque, Rutelli ha ricordato che il sito www.margheritaonline.it è a disposizione di tutti, con le cifre, i documenti e quant'altro riguarda la vicenda, comprese una serie delle più comuni domande che la gente si pone, corredate di «amplissime e dettagliate risposte».

Se il Senato lo difende, la gente arriva con forconi - «Se il senato si ergerà a tutela di Luigi Lusi e non dello Stato di diritto, la gente arriverà davanti alle porte con i forconi».
Parlando del lavoro della Giunta delle Immunità di palazzo Madama, che dovrà votare il 12 giugno sulla richiesta di arresto emessa dalla magistratura romana a carico di Lusi, Rutelli ha sottolineato, rispondendo a chi gli chiedeva se il Pdl avesse fatto da 'sponda' a Lusi per danneggiare il centrosinistra, che «una sponda con Lusi c'è stata da parte di qualcuno, ma non credo alla volontà soggettiva di un solo partito politico».

Il Senatore dopo la pronuncia del Parlamento sarà ancora interrogato - Dopo che il Parlamento deciderà sulla richiesta d'arresto di Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita indagato per l'ammanco da oltre 25 milioni di euro dalle casse del partito, gli inquirenti sono intenzionati a riconvocare il senatore. Chi indaga ha messo in programma per i prossimi giorni una serie di attività istruttorie, su cui comunque si mantiene il più stretto riserbo. I magistrati attendono anche le istanze dei difensori dei vari soggetti coinvolti nella vicenda. In tal senso potrebbero presto essere risentiti i due commercialisti di Lusi, Giovanni Sebastio e Mario Montecchia.