31 luglio 2025
Aggiornato 06:30
Chiesa Cattolica | Vatileaks

Padre Lombardi: Paolo Gabriele in arresto, avanti con le indagini

Avviata istruttoria formale, l'imputato ha incontrato i suoi legali. Avvenire: Un peccato grave, segno abbandono a una logica maligna. Il Confessore del sospetto «corvo»: non tradirebbe mai il Pontefice

ROMA - Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, conferma che è Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa, la persona «arrestata mercoledì sera per possesso illecito di documenti riservati, rinvenuti nella sua abitazione in territorio vaticano». L'uomo «rimane tuttora in stato di detenzione». Le indagini vanno avanti finchè non si arriverà ad avere «un quadro adeguato della situazione oggetto di indagine».
Paolo Gabriele, spiega ancora la nota della Santa Sede, «rimane tuttora in stato di detenzione». Sul caso «si è conclusa la prima fase di 'istruttoria sommaria' - fa sapere ancora padre Lombardi - sotto la direzione del Promotore di Giustizia, prof. Nicola Picardi, - e si è avviata la fase di 'istruttoria formale' condotta dal Giudice istruttore, prof. Piero Antonio Bonnet».
«L'imputato - riferisce il portavoce vaticano - ha nominato due avvocati di sua fiducia, abilitati ad agire presso il Tribunale vaticano, e ha avuto la possibilità di incontrarli. Essi potranno assisterlo nelle successive fasi del procedimento. Egli gode di tutte le garanzie giuridiche previste dai codici penale e di procedura penale in vigore nello Stato della Città del Vaticano».
«La fase istruttoria proseguirà fino a che non sia acquisito un quadro adeguato della situazione oggetto di indagine, dopodiché il Giudice istruttore procederà al proscioglimento o al rinvio a giudizio», conclude padre Lombardi.

Avvenire: Un peccato grave, segno abbandono a una logica maligna - Un «dolore serio e profondo», assieme ad un «peccato grave» che è «segno amaro e oscuro di divisione, di presunzione, di dissimulato o, al contrario, enfatico abbandono a una logica maligna»: così il direttore di Avvenire Marco Tarquinio ha descritto, in un commento, quanto accaduto ieri in Vaticano con l'arresto del maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, sospettato di aver diffuso documenti riservati di Benedetto XVI e della Santa Sede.
«Sapevamo già da mesi - ha ricordato il direttore del giornale della CEI - che qualcuno, tra coloro che per lavoro e servizio più gli sono vicini, stava miseramente tradendo la fiducia del Santo Padre. Sapevamo che qualcuno frugava nella sua corrispondenza, tra le sue carte. Sapevamo che qualcuno era arrivato a cedere ad altre persone documenti del Papa. E sapevamo che qualcuno aveva operato perchè venissero pubblicati. Oggi sappiamo che qualcuno è stato trovato in possesso di carte riservate. Nulla di più di questo sappiamo, come nulla sappiamo - checchè, ieri, si sia subito sentenziato e scritto - di 'corvi' e di altri animali da titolo di giornali e di tg».
«Sappiamo però - ha aggiunto Tarquinio - che il dolore di Papa Benedetto è un dolore lento e lungo, come lento e lungo è il dolore di ogni svelato tradimento. Non l'unico dolore nè il più grande che il Papa porta su di sè».

Il Confessore del sospetto «corvo»: non tradirebbe mai il Pontefice - «Vuole così bene al Papa che non lo tradirebbe mai». Sotto garanzia di anonimato, in una intervista a La Stampa, parla il confessore di Paolo Gabriele, l'aiutante di camera di Benedetto XVI arrestato perché trovato in possesso illecito di 'documenti riservati', e quindi presunto 'corvo'.
«Conosco Paolo da tanti anni - prosegue il monsignore che per alcuni anni ha seguito spiritualmente Paolo Gabriele - e se fossero dimostrate le accuse a suo carico davvero d'ora in avanti non ci sarebbe più da fidarsi di nessuno». E aggiunge: «l'ho seguito spiritualmente e posso testimoniare di aver sempre trovato una persona innamorata della Chiesa, e molto devoto al Papa, prima a Giovanni Paolo II e ora a Benedetto XVI».
«Conoscendo la sua semplicità, e persino la sua ingenuità, non mi sembra affatto una persona capace di organizzare e gestire un'operazione del genere a meno che non si tratti di una personalità schizofrenica», prosegue. E aggiunge: «ricordo che raccogliendo le confidenze di tanti in Vaticano, ad un certo punto aveva finito per scontrarsi con qualcuno di molto potente qui..»