1 maggio 2024
Aggiornato 21:30
La politica economica del Governo Monti

Monti: Il rigore è uno scatto d'orgoglio degli italiani

Il Premier: Scatto necessario per un futuro migliore. Per pareggio strutturale 2013 non serve manovra. Piano Sud non è cambio di marcia, sempre attenti all'equità. Fornero: In piano Sud 330 milioni per non autosufficienti. Riccardi: Famiglie più vulnerabili, lavoriamo per loro

ROMA - «Il rigore chiesto dal governo, consapevoli dei sacrifici che comportava, non è stato un cedimento a logiche decise da altri in altri luoghi, ma l'opposto: l'invito a condividere uno scatto d'orgoglio da parte degli italiani per un futuro migliore». Lo ha sottolineato il premier Mario Monti.
«Abbiamo dovuto usare linguaggio del rigore, necessario per restituire all'Italia la dignità e il ruolo che ci spettano tra i grandi Paesi europei. E lo abbiamo fatto - ha riconosciuto Monti - poggiando il nostro impegno sugli sforzi già avviati in questi anni dai precedenti governi, che si sono trovati, come noi, ad affrontare una situazione difficile creata da quella cultura del debito che per decenni ha alimentato l'illusione che si poteva godere di beni e servizi senza preoccuparsi di chi avrebbe pagato, e senza preoccuparsi dell'efficienza che è un dovere morale quando si usano risorse ristrette».

Per pareggio strutturale 2013 non serve manovra - Per il pareggio di bilancio «in termini strutturali» nel 2013 «non ci sarà bisogno di un'altra manovra correttiva».
Monti ha ricordato che «quando fu presentato e poi convertito in legge il decreto Salva Italia io dicevo 'non occorrerà un' altra manovra': avevo dentro di me un certo grado di volontarismo, e mi fa piacere leggere oggi che il vice presidente Rehn dice che non c'è bisogno di una nuova manovra per il pareggio di bilancio nel 2013, perchè l'obiettivo era in termini strutturali e il pareggio di bilancio in termini strutturali è previsto e tutte le misure per raggiungerlo sono state approvate, hanno ricevuto il riconoscimento della Commissione Europea».
Non solo: «Le stime non includono le stime dei proventi della lotta all'evasione e da quei proventi ci aspettiamo un contributo ulteriore al consolidamento fiscale. Siamo molto confortati, e le parallele notizie per altri Stati membri non danno un così tranquillizzante giudizio da parte della Commissione come quello che riguarda l'Italia per il 2013».

Piano Sud non è cambio di marcia, sempre attenti all'equità - Il varo delle misure per il Sud e contro la povertà «non è minimamente un cambio di marcia» nel'azione del governo per il fatto che «l'attenzione all'equità e alla crescita fossero iscritte e incastonate anche nelle cose più dure che abbiamo dovuto proporre e imporre». Lo ha sottolineato il premier Mario Monti, rispondendo ad una domanda nella conferenza stampa a palazzo Chigi.
Monti ha spiegato che «il governo ha valutato qual era il momento in cui sporgere testa al di sopra della superficie dell'acqua». Ma soprattutto ha precisato che il varo del piano per il Sud «non è minimamente un cambio di marcia, perchè noi riteniamo che l'attenzione all'equità e alla crescita fossero iscritte e incastonate anche nelle cose più dure che abbiamo dovuto proporre e imporre con la lodevole e da noi sempre apprezzata partecipazione del Parlamento e dei partiti».

Fornero: In piano Sud 330 milioni per non autosufficienti - La somma allocata dal governo alla lotta contro la non autosufficienza, stabilita nel piano straordinario per il Sud, è di 330 milioni per le 4 regioni interessate dal piano stesso: Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. A dirlo, in conferenza stampa, il ministro del Welfare, Elsa Fornero, la quale ha tenuto subito a chiarire che il piano presentato oggi «non è un grande piano che coinvolge l'intero Paese» ma che si tratta di «un piano che coinvolge solo 4 regioni, ma che può rappresentare un punto di avvio di un piano molto più vasto. Quando l'economia si sarà ripresa e la crescita economica sarà una realtà più che un auspicio - ha aggiunto Fornero - speriamo possa essere realizzato un percorso completo che ci ponga al pari di altri Paesi europei».

Riccardi: Famiglie più vulnerabili, lavoriamo per loro - «Dentro la crisi c'è una crisi umana forse più grave, la rarefazione delle reti umane e sociali del nostro Paese». Una crisi che «comporta l'infragilimento della famiglia, ma anche che tante domande e difficoltà della crisi si scarichino sulla famiglia, che è stressata, diventa cassa di compensazione, quasi ammortizzatore sociale». Il risultato è che «ci sono tante famiglie che nel loro complesso sono diventate vulnerabili». E' l'allarme lanciato dal ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi, che ha però sottolineato come su questa vulnerabilità «occorre operare».