19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Caso Lusi: la moglie parla al PM

«Mio marito diceva: se finisce la politica ci resta il patrimonio»

Per l'ex tesoriere della Margherita la richiesta di arresto avanzata per lui e i domiciliari richiesti per sua moglie «è un provvedimento abnorme». Casini e Bersani per il sì al carcere

ROMA - «Voleva investire in immobili per alimentare il futuro della sua carriera politica e mi disse che, se la sua carriera fosse finita, il patrimonio sarebbe rimasto alla famiglia», ha ammesso davanti ai giudici Giovanna Petricone , moglie dell’ ex tesoriere della Margherita per il quale il Gip del Tribunale di Roma ha chiesto l’arresto.
E' così spiegata la scelta di Lusi: con la Margherita in via di liquidazione il suo futuro politico è incerto. Nello stesso tempo si trova in una posizione che gli consente di attingere praticamente senza un controllo alle risorse della Margherita: la situazione ideale per assicurarsi, attraverso operazioni di auto-finanziamento, una cospicua provvista a fini strutturalmente ambigui, potenzialmente destinata sia all'arricchimento personale sia ad alimentare il suo futuro politico.

LA MOGLIE DI LUSI: AVEVA PAURA CHE LA CARRIERA POLITICA FINISSE - «Nel 2006 Luigi Lusi diventò senatore della Margherita ed a quel momento mi espresse la sua preoccupazione per il futuro del partito, che immaginava destinato ad una prossima estinzione. Mi disse che il suo progetto era quello di gestire i fondi della Margherita in modo del tutto autonomo». Così ha detto la signora Giovanna Petricone, moglie del parlamentare per cui è stata sollecitata la detenzione in carcere, nel corso del suo interrogatorio agli inquirenti della Procura di Roma Proprio le dichiarazioni della donna forniscono - a parere dei pubblici ministeri - «la chiave interpretativa più efficace» rispetto alla vicenda che riguarda l'ex tesoriere della Margherita e l'ammanco da oltre 23 milioni di euro dai fondi della formazione politica.

IL GIP: IL SENATORE E LA MOGLIE POTREBBERO SCAPPARE IN CANADA - «L'ingente provvista accumulata in Canada e l'origine italo-canadese della mogli, che ha mantenuto oltreoceano solidi legami familiari, rappresentano fatti di estremo rilievo ai fini di assicurare che il Lusi non si sottragga alla conseguenze dei gravi reati commessi». Così afferma il gip del tribunale di Roma in un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell'ex tesoriere della Margherita, della consorte e di due commercialisti. «Il riparo all'estero è, invero, nel caso di specie, particolarmente agevole ed allettante. Non solo per la presenza delle risorse ma anche e forse principalmente per l'esistenza di un solido radicamento familiare ed effettivo».

L’ATTIVITA’ PREDATORIA ANDAVA AVANTI DA 5 ANNI - Le «condotte predatorie» di Luigi Lusi vanno inserite «in un contesto più ampio» e si «profilano quali elementi centrali dell'attività pianificata da un nucleo individuato di persone fisiche che ha stabilmente operato come 'gruppo di sostegno'» dell'ex tesoriere della Margherita. Così scrive il gip Simonetta D'Alessandro nell'ordinanza di custodia emessa nei confronti del parlamentare, della moglie e di altre due persone. Il riferimento del giudice è in base a quello che è stato accertato dagli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza.

NESSUN PATTO DI SPARTIZIONE, VUOLE SOLO INQUINARE LE PROVE - Luigi Lusi, nel corso del suo ultimo interrogatorio davanti agli inquirenti della Procura di Roma ha fatto emergere «prospettazioni di responsabilità di terzi rimaste senza alcun seguito, e perciò non autodifensive, ma inquinanti: egli ha affermato di aver acquisito gli immobili quale fiduciario di persone tuttavia non indicate, ha evocato una sorta di 'patto di spartizione' tra le componenti della Margherita di cui lui sarebbe stato il garante. Tali dichiarazioni che, per lo meno nei termini in cui sono formulate, risultano prive di ogni plausibilità, si prestano tuttavia assai bene a creare attorno alle indagini un contesto confuso ed inquinato. Si prestano, in una parola, ad allarmare». La ricostruzione è offerta dal gip Simonetta D'Alessandro nell'ordinanza di custodia emessa nei confronti dell'ex tesoriere della Margherita, della moglie e di due commercialisti.

ANCORA 5 MILIONI DA RINTRACCIARE - «Sulla base della ricostruzione della destinazione 'lecita' delle somme e di destinazione di alcuni milioni di euro, dei quali almeno 3/4 milioni usciti mediante assegni «liberi e a cifra tonda» (vale a dire assegni compilati con le stesse modalità che si sono riscontrate nelle operazioni illecite effettuate da Lusi) e oltre un milione di euro in contanti». Così ricorda il gip del tribunale di Roma rispetto agli accertamenti ancora da svolgere nell'ambito dell'inchiesta sul senatore Luigi Lusi e per la quale è stato chiesto l'arresto del parlamentare e disposto i domiciliari della moglie e di due commercialisti.
Le «risorse illecitamente sottratte alla Margherita con le operazioni sinora evidenziate ammontano ad oltre 22 milioni di euro» - ricorda ancora il giudice - che enumera una serie di «altre voci» che circostanziano «un'attività di vero e proprio saccheggio a fini privati delle casse del partito».

LUSI: IL CARCERE E’ UNA RICHIESTA ABNORME - «E' un provvedimento abnorme». Il senatore Luigi Lusi ha preannunciato ricorso contro l'arresto in carcere chiesto per lui dal Gip di Roma al Senato. «Deciderà il Senato», ha commentato Lusi. «Io nn mi permetto di giudicare le decisioni dei magistrati» ma «ho detto che il provvedimento è giuridicamente abnorme» perchè, ha commentato ad Affaritaliani.it, «non ci sono i presupposti di fuga, nè di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato». In ogni caso, «non intendo dare giudizi» ma «faremo un ricorso al riesame. E, prima o poi, ci sarà un giudice a Berlino...».

CASINI: SAREMO FAVOREVOLI AL SUO ARRESTO - «Noi siamo sempre rigorosi, leggiamo le carte e vedremo. Penso che saremo favorevoli all'arresto». Lo ha detto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini parlando a Sky Tg24.

BERSANI: PER NOI UN SENATORE E’ UN CITTADINO COME GLI ALTRI - «Per noi un senatore è un cittadino uguale agli altri. Non c'è differenza». Lo ha detto il leader del Pd Piero Luigi Bersani, commentando la richiesta d'arresto dell'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi. Bersani ha inoltre ricordato a Caselle, a margine di un incontro con i candidati sindaci della provincia di Torino e del Comune di Cuneo «Lusi è stato cancellato dagli iscritti del Pd e anche dal nostro gruppo nazionale».

PISICCHIO: ORA QUALCUNO SI SCUSI CON RUTELLI «L'epilogo giudiziario della triste vicenda dell'ex tesoriere della Margherita, conferma in pieno la posizione da sempre mantenuta da Francesco Rutelli, parte lesa dai furti compiuti da Lusi. In un paese di galantuomini, qualcuno chiederebbe scusa per qualche parola di troppo circolata in questi mesi». Lo sostiene Pino Pisicchio, capogruppo di Alleanza per l'Italia alla Camera.

FABBRI: DIMOSTRATA L’INTEGRITÀ DI RUTELLI «Piena fiducia al lavoro della magistratura che sta facendo luce sugli ammanchi di cui è stata vittima la Margherita». Lo dichiara in una nota l'onorevole del Terzo Polo Luigi Fabbri, che aggiunge: «Ciò che emerge è anche l'indiscutibile integrità di Francesco Rutelli che in prima persona e con grande orgoglio ha portato avanti la battaglia per l'onorabilità di tutta la Margherita», conclude Fabbri.