28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Politica & Inchieste | Il caso Lega

Lega: Fini, c'è il rischio l'antipolitica non salvi nessuno

Il leader di FLI: Fare buona politica, non cavalcare l'antipolitica. Casini: Tosi non è un'altra cosa, è il Carroccio. Mauro: Bossi mi avrebbe salvata. Potrei lasciare la politica. Schifani: Non è sfiduciabile, spero in una soluzione equa

ROMA - «Attenzione a non gioire» per quanto accaduto alla Lega, «perché l'effetto coinvolge tutti». È l'avvertimento del presidente della Camera Gianfranco Fini, parlando durante la riunione a porte chiuse con i dirigenti locali di Futuro e libertà. In questa fase, ha spiegato Fini, l'obiettivo è perseguire «la buona politica», evitando «la tentazione di cavalcare l'antipolitica e la becera demagogia»: «Altrimenti così non si salva nessuno».

Fini a Maroni: Ok pulizia, ma basta con idea secessionista - «Ho il massimo rispetto per il travaglio di tanti militanti della Lega e faccio gli auguri alla classe dirigente leghista per l'azione di pulizia e moralizzazione intrapresa. Ma continuo a esprimere la mia totale e netta contrarietà a ipotesi di secessione: se Maroni pensa di far ritrovare di nuovo alla Lega lo smalto dei tempi belli rilanciando l'ipotesi secessionista, non avrà mai il consenso non solo di Fli, ma anche del 99% degli italiani, soprattutto quelli del Nord».

Casini: Tosi non è un'altra cosa, è il Carroccio - «Tosi non è un'altra cosa rispetto alla Lega, è la Lega, quella delle ronde, dei ministeri a Monza... Poi i fatti degli ultimi giorni sono fatti di ordinaria delinquenza di cui si occuperà poi la magistratura». Lo mette in chiaro il leader dell'Udc, Pier Fedinando Casini, tornando a parlare dell'inchiesta che ha travolto la Lega Nord, a margine del congresso regionale dell'Udc che si tiene a Verona per lanciare i candidati alle prossime amministrative.
Casini si dice, comunque, «garantista per tutti anche per la Lega, però il problema è che il fallimento politico della Lega non c'entra niente con i fatti di questi giorni, c'entra con l'incapacità che ha avuto di rappresentare il Nord e le sue istanze. E' su questo - ha aggiunto il leader centrista - che noi a Verona stiamo facendo la campagna elettorale contro le troppe promesse, sulle chiacchiere e non sui fatti».
Alal domanda se Maroni possa rappresentare il cambiamento nel Carroccio, Casini risponde: «I cambiamenti ci devono essere sulla politica» del movimento.
Rispetto al sostegno che l'Api darà a Tosi alle amministrative di Verona, il leader dell'Udc, replica con una battuta: «Si vede che l'Api è come San Paolo ...convertita sulla via di Damasco. Ognuno fa quello che ritiene opportuno. Penso che la scelta di appoggiare Castelletti - ha concluso - sia una scelta di responsabilità».

Mauro: Bossi mi avrebbe salvata. Potrei lasciare la politica - «Fosse dipeso da lui, da lui soltanto, mi avrebbe certamente salvata». Due giorni dopo la sua espulsione dalla Lega, Rosi Mauro racconta al Corriere della sera la sua versione e si dice convinta che Umberto Bossi non l'avrebbe messa alla porta. C'è stato però l'aut aut di Roberto Maroni: «Maroni negli ultimi due anni ha avuto un comportamento estremamente duro. Tanto duro da essere sospetto», sostiene Mauro spingendosi ad ipotizzare che il «piano» dell'ex ministro dell'Interno sia «proprio quello di prendersi la Lega».

Schifani: Mauro non sfiduciabile, spero in una soluzione equa - «Il vicepresidente del Senato non è sfiduciabile. Confido nel senso di responsabilità di tutti perché la vicenda possa trovare una serena ed equa soluzione». Lo ha dichiarato il presidente del Senato, Renato Schifani, in riferimento alla vicenda di Rosy Mauro, espulsa dalla Lega dopo aver detto no alla richiesta di dimettersi dalla vicepresidenza del Senato.