23 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Politiche vaticane

Cardinale Lajolo: Il Papa è un timoniere sicuro, Bertone ha la sua fiducia

Il Presidente emerito del Governatorato, commenta la fuga di notizie: Dietro Vatileaks possibile che ci sia qualche impiegato di Curia frustrato. Monsignor Viganò animo ferito, per lui un prestigioso incarico negli USA

ROMA - «Perché mai si dovrebbe pensare che il governo della Chiesa traballi? Perché sono stati pubblicati alcuni documenti riservati?». Il cardinale Giovanni Lajolo, presidente emerito del Governatorato, commenta la fuga di notizie «Vatileaks» con la quale, tra l'altro, è stato fatto il suo nome. «Ma questo - prosegue Lajolo in un'intervista a Fabio Marchese Ragona per Tgcom24 - può avvenire in qualsiasi momento di qualsiasi pontificato. Per il resto basta seguire la mole di impegni che caratterizzano ogni giornata di Benedetto XVI ed i suoi interventi a tutto campo, e sempre lucidissimi, per capire che egli regge il timone della Chiesa con mano sicura. Ed anche con mano tranquilla, con animo paterno, senza agitarsi e senza polemiche. Quanto al Segretario di Stato, il Card. Tarcisio Bertone, egli gode giustamente della piena fiducia del Papa. Il Card. Bertone guida il suo Ufficio, così complesso e pesante, con grande umanità e con pastoralità salesiana, che qualcuno, purtroppo, non è capace di comprendere. Vorrei comunque ricordare - soprattutto a chi ha la memoria corta - i giudizi che taluni davano dei precedenti Papi, o anche dell'indimenticato Cardinale Casaroli, Segretario di Stato, durante la loro vita. Erano giudizi non molto più benevoli di quelli ora diffusi su certi organi di stampa, ma sono stati invariabilmente corretti dalla Storia».

Monsignor Viganò animo ferito, per lui un prestigioso incarico negli USA - Le accuse contenute nelle lettere di monsignor Carlo Maria Viganò, ex segretario del Governatorato del Vaticano, «formulano delle analisi molto negative», ma «esse erano dettate da un animo ferito», secondo il cardinale Giovanni Lajolo, presidente emerito del Governatorato.
«Mons. Viganò si vide messo ingiustamente in cattiva luce da alcune notizie stampa, e ne rimase profondamente ferito. Nel cercare i responsabili, egli partì da sospetti, rivelatisi infondati, e si mise su una pista sbagliata, che lo portò ad inserire il suo caso in un quadro più ampio con una serie di analisi che un più attento e spassionato esame ha rivelato erronee. Non mi pare che si possa dire che egli sia stato punito. L'Ufficio di Nunzio Apostolico negli Stati Uniti è un incarico di grandissimo prestigio, che gli offre l'occasione di dare ottima prova di sé».