16 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Un tuffo nel passato

Giustizia, la Camera dice si alla responsabilità delle Toghe. L'Anm minaccia lo sciopero

Bersani: «E' stata la Destra. A rischio il salvataggio dell'Italia». Prudente il Ministro della Giustizia: «Confidiamo che in seconda lettura si possa discutere qualche miglioramento»

ROMA - Un tuffo nel passato: un voto segreto della Camera, proposto dalla Lega ed evidentemente 'non sgradito' al Pdl, ricompatta gli antichi alleati, spacca la fragile maggioranza che sostiene il Governo Monti e riporta i magistrati sul piede di guerra. L'emendamento del leghista Gianluca Pini che introduce la responsabilità civile diretta del magistrato anche per «violazione manifesta del diritto» arroventa le mailing list delle toghe e spinge il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini a minacciare «proteste anche estreme», cioè lo sciopero. In realtà, insieme agli applausi in aula del gruppo del Pdl dopo il voto, l'evento è il frutto, dice la matematica, di una maggioranza al di là dei confini del vecchio centrodestra e di una ex opposizione molto indebolita, rispetto ad altri voti del passato su temi analoghi: 264 sì, 211 no, e c'è chi parla di una «difesa di casta» di fronte alle inchieste che toccano vari partiti.

Bersani: E' stata la Destra - Sono due i fronti dello scontro che si apre: uno quello non nuovo tra Pdl-Lega e magistrati; l'altro parlamentare, perché ufficialmente le forze principali che sostengono l'Esecutivo, Pdl, Pd, Terzo polo, avrebbero dovuto votare contro (in conformità al parere del Governo) e invece, pur negando responsabilità esclusive, di fatto il Pdl ha rivendicato, nei commenti, il contenuto della norma. «Il fronte trasversale è una cazzata, è stata la destra», ha detto il leader Pd Pier Luigi Bersani. «Una forza politica non può dichiarare un'intenzione di voto e poi votare in maniera opposta a quel che ha detto con tanto di applauso corale». In ogni caso, ha ammonito, «siamo qui a salvare l'Italia ma così facendo si rischia di compromettere quel che stiamo facendo».

Severino: Confidiamo che in seconda lettura si possa migliorare - Il Governo, insomma, è chiamato in causa, anche se il voto di oggi, ha minimizzato il sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà, «non credo che porterà problemi alla maggioranza». Prudentissima la reazione del ministro della Giustizia Paola Severino: «Confidiamo che in seconda lettura si possa discutere qualche miglioramento», ha detto. Nessun intervento urgente domani in Consiglio dei ministri, dicono fonti governative, ma la guardasigilli e i suoi colleghi di Governo si metteranno al lavoro per disinnescare la mina al Senato attraverso un emendamento.