Giustizia, Caselli: Dal 1994 la Magistratura è sotto attacco
Il Procuratore Capo della Repubblica di Torino: Dal '94 strategia «scientifica, senza risparmio di energie». Vietti: Il clima è cambiato, stop alla psicosi da fortino. Rating? Benvenuto ogni strumento per combattere la mafia
TORINO - «In questi anni e ancora oggi 'La fatica dei giusti' è stata anche fango e sberle, che i giusti hanno dovuto ricevere». Apre così il suo intervento il procuratore capo della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli, alla presentazione del libro di Michele Vietti, dal titolo appunto La fatica dei giusti, che si sta tenendo a Torino, presso l'Unione Industriale.
Cita lo storico Ernesto Lupo, Caselli, sottolineando che dal 1994 «e' partito un attacco alla magistratura». «C'è stata una strategia sistematica, scientifica, senza risparmio di energie» nei confronti della magistratura, che Caselli ritiene non sia ancora giunta al termine. «Dire che è tutto finito, forse è vero, se è così per fortuna, ma basta guardare i giornali di oggi» ha evidenziato il procuratore capo di Torino. E citando Castelli, che a proposito della sentenza Mills in arrivo ha parlato di «tritacarne» giudiziario, Caselli ha detto: «Siamo alle solite. Non ho ne' il titolo, ne' il ruolo per entrare nel merito del processo. La sua conclusione non mi riguarda, ma questo linguaggio denota scarso rispetto nei confronti della giurisdizione».
Vietti: Il clima è cambiato, stop alla psicosi da fortino - «Ci sono ancora rigurgiti che tendono a mettere in discussione alcuni principi fondamentali come quelli dell'autonomia della magistratura, tuttavia anche i magistrati devono rendersi conto che ora il clima è cambiato». Lo ha dichiarato il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, intervenendo alla presentazione del suo libro La fatica dei giusti, come la giustizia può funzionare.
«La psicosi di stare nel fortino assediato deve attenuarsi» ha detto Vietti riferendosi in particolare ai magistrati. «Non bisogna abbassare la guardia, ma non può più valere l'alibi che, visto che il nemico è alle porte, allora non si tocca niente».
A fronte di un clima politico mutato nei confronti della giustizia «la sfida al riformismo, al cambiamento, alla disponibilità a riflettere serenamente delle cose che non vanno anche sul fronte dei magistrati, è ineludibile», ha evidenziato il vicepresidente del Csm. «La discussione sulla giustizia va affrontata con serenità come servizio ai cittadini. Il gioco - ha concluso Vietti - si è aperto e bisogna che ne approfittiamo».
Rating? Benvenuto ogni strumento per combattere la mafia - «Tutti gli strumenti per combattere la mafia sono i benvenuti, ovviamente andranno verificati nello specifico». Lo ha dichiarato Michele Vietti interpellato sull'ipotesi del rating antimafia. «La lotta alla mafia rimane una priorità, come abbiamo visto non solo in alcune aree del paese» ha concluso Vietti.
D'Alia: Rating antimafia è un idea saggia - «La proposta lanciata da Confindustria Sicilia di istituire un rating per le imprese antimafia «è un'idea saggia che riceverà il pieno sostegno dell'Udc». Lo dice in una nota Gianpiero D'Alia, presidente dei senatori centristi e coordinatore siciliano del partito.
«La lotta alla mafia si fa con la repressione ma anche con la prevenzione. Per questa ragione è doveroso dare corso alla proposta del presidente Montante che segue tante altre iniziative adottate nei mesi scorsi dagli imprenditori siciliani», aggiunge.
«In un momento di crisi economica e di difficoltà per tante imprese, a cominciare da quelle dell'Isola, la politica deve essere pronta a farsi carico delle proposte che arrivano dal mondo del lavoro e produttivo. Contro le cosche e il loro potere - conclude D'Alia - deve passare una volta per tutte il messaggio che rispettare le regole, oltre che doveroso, è conveniente».