12 ottobre 2025
Aggiornato 14:30
Manifestazione nazionale il 23 febbraio

Liberalizzazioni, sciopero dei Penalisti il 23 e 24 febbraio

L'Unione delle Camere Penali Italiane: «La tutela dei diritti non è una merce. Indebolita la nostra autonomia». L'Organismo Unitario dell`Avvocatura dal Terzo Polo: «Non demolire il ruolo della Difesa»

ROMA - Due giorni di astensione dalle udienze il 23 e 24 febbraio prossimi, e una manifestazione nazionale che si terrà a Roma sempre il 23 febbraio. E' quanto ha deciso l'Unione delle Camere Penali Italiane, chiedendo che si «dia corso alla riforma forense» e, riguardo il dl liberalizzazioni, che «comunque si eliminino le disposizioni che limitano autonomia e indipendenza degli avvocati, garantendo un tirocinio legato all'esercizio effettivo, introducendo la specializzazione».
I penalisti chiedono che «in sede di conversione in legge del decreto (sulle liberalizzazioni, ndr), il Parlamento apporti le correzioni necessarie a garantire i beni costituzionali e a riconoscere immediatamente la specializzazione in campo forense». Nella delibera, l'Ucpi ricorda che ormai da molti mesi i provvedimenti normativi che si succedono intervengono sulla materia della professione forense, «in maniera tale da indebolire fortemente, non solo l'autonomia e l'indipendenza, ma anche la figura sociale dell'avvocato, equiparando a una merce la tutela dei diritti e negando, a differenza di quanto giustamente avvenuto per la professione sanitaria, la specificità del ruolo in rapporto ai beni costituzionali che lo stesso garantisce all'interno della giurisdizione».

L'Oua dal Terzo Polo: Non demolire il ruolo della Difesa - Oggi pomeriggio alle 16.30 il presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura, Maurizio de Tilla, incontra una delegazione del Terzo Polo per discutere di liberalizzazioni e giustizia. Lo rende noto un comunicato dell'Oua.
«Un incontro importante - osserva de Tilla - per spiegare le ragioni della nostra dura protesta, lo sciopero del 23 e 24 febbraio, le manifestazioni in cento città, il Congresso straordinario del 23 e 24 marzo a Milano. La giustizia ha bisogno di riforme urgenti per ridurre i tempi dei processi e per recuperare efficacia ed efficienza, senza che si demolisca però il ruolo della difesa e quindi i diritti dei cittadini, come invece sta avvenendo con reiterati provvedimenti in questi ultimi mesi: Ribadiremo la nostra ferma opposizione tanto alle liberalizzazioni selvagge quanto alla rottamazione della giustizia: no all'abolizione delle tariffe che non favoriscono i giovani professionisti, come dimostra l'esperienza dell'ancora vigente Legge Bersani, e al contrario abbassano pericolosamente la qualità delle prestazioni. Stesso discorso sui soci di capitale negli studi legali, produrranno una perdita di autonomia dell'avvocato, possibili conflitti di interesse e rischi forti di infiltrazioni malavitose. In questo senso non possiamo non sottolineare che anche la presidente del massimo organo di rappresentanza dei consigli degli ordini degli avvocati europei (CCBE), Marcella Prunbauer Glaser, ha inviato una lettera al ministro Severino in cui esprime forte preoccupazione per i provvedimenti adottati in Italia».
«Continuando - aggiunge il presidente Oua - no all'obbligatorietà della media-conciliazione, come dimostrano i dati ufficiali un sistema fallimentare a oltre 10 mesi dalla sua entrata in vigore, nonché all'esame della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea, ma anche all'inserimento di continui balzelli e ostacoli all'accesso alla giustizia per i cittadini. Infine: no a una scriteriata revisione della circoscrizioni giudiziarie e alla chiusura degli uffici dei giudici di pace. Al Terzo Polo avanziamo proposte per la riorganizzazione della macchina giudiziaria, frutto del dialogo con tutti gli attori del sistema, a partire dalla stessa magistratura. Riforme condivise e attuabili subito come l'istituzione dei tribunali tecnologici, l'estensione delle prassi virtuose e del processo telematico, l'ufficio del giudice, i manager, l'autogestione degli uffici e delle risorse, che si approvi una delega al governo per la riforma del giudice laico...ecc.».