16 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Decreto sovraffollamento delle carceri

Carceri: Lega, la chiusura degli ex manicomi criminali è pericolosissima

Irene Aderenti, Roberto Castelli e Sergio Divina: «Logica tipica della sinistra ideologica». Il Ministro Severino: «Nessun serial killer in libertà». Saccomanno (Pdl): «Da Parlamento atto di coraggio su Opg»

ROMA - La chiusura entro il 31 marzo del 2012 degli ex manicomi criminali, inserita con un emendamento approvato oggi al Senato nel decreto sul sovraffollamento delle carceri è una «decisione pericolosissima»: è questa la posizione sostenuta in aula dagli esponenti della Lega nord. Su punto sono intervenuti nell'aula di palazzo Madama i senatori Irene Aderenti, Roberto Castelli e Sergio Divina.
«Ad un provvedimento su cui il giudizio della Lega Nord è già estremamente negativo perché comporta il cedimento nei confronti della criminalità, consentendo a molti colpevoli di reati di stare comodamente a casa propria anziché in carcere, è stato aggiunto un emendamento - si legge in una nota del Carroccio - che creerà enormi problemi al Paese. Infatti, seguendo una logica tipica della sinistra ideologica, la norma impone di chiudere entro il 31 marzo 2013 gli ospedali psichiatrici giudiziari. Per usare un linguaggio più crudo, ma forse più comprensibile, stiamo parlando di manicomi criminali, dove sfortunati esseri umani incapace di intendere e di volere ma con incontrollabili istinti criminali vengono tenuti rinchiusi sia per tentare di guarirli sia per impedire loro di fare del male a loro stessi e ad altri».

Severino: Chiusura Opg, nessun serial killer in libertà - La chiusura entro il 31 marzo 2013 degli Ospedali psichiatrici giudiziari, inserita nel decreto sul sovraffollamento carcerario durante l'esame del provvedimento al Senato, non determinerà un aumento dei rischi per la società. Rispondendo all'allarme lanciato in aula soprattutto dagli esponenti della lega Nord, il ministro della Giustizia Paola Severino ha sottolineato, conversando con i cronisti al termine della seduta di palazzo Madama, che «il concetto della riforma è che se una persona è socialmente pericolosa sarà comunque custodita, in un luogo in cui sarà privilegiata la cura ma dove ci sarà vigilanza».
«Mai pensato - ha chiosato il guardasigilli - di mettere in libertà dei serial killer».

Fiducia su decreto? Spero non necessaria - Il decreto sul sovraffollamento delle carceri è stato appena approvato dal Senato e il ministro della Giustizia Paola Severino si mostra moderatamente soddisfatta ai cronisti: «Una parte del lavoro è fatta, attendo la valutazione della camera».
Rispondendo a una domanda sull'ipotesi che i tempi stretti impongano il ricorso alla fiducia nel corso della seconda lettura del provvedimento alla Camera, il ministro dice: «Proverò in tutti i modi a evitare il ricorso a questo strumento, credo che il dibattito sia importante. L'obiettivo principale è che la Camera condivida il testo del Senato, abbiamo quasi un mese, la fiducia è solo una subordinata che spero di non dover prendere in considerazione...».

Finocchiaro (Pd): Dl primo passo verso efficienza giustizia - Il Pd vota il decreto sulle carceri perché è un «primo passo» verso una maggiore efficienza della giustizia. Lo dice la presidente dei senatori democratici Anna Finocchiaro, sottolineando che «l'emendamento dei relatori sugli arresti domiciliari non trasforma il provvedimento sulle carceri in un provvedimento clemenziale, come qualcuno afferma. Poiché siamo responsabili e - al contrario di altre forze che hanno manifestato anche oggi nell'aula del Senato - vogliamo tenere il miglior clima possibile per riuscire a progredire sulla strada di alcune riforme che garantiscono efficienza e serietà al sistema, abbiamo votato l'emendamento dei relatori sui domiciliari e votato a favore dell'intero provvedimento».
«Il Pd - aggiunge - ha contribuito a migliorare questo provvedimento e altro si poteva fare. Mancano ancora tante misure, servono ancora modifiche importanti rispetto alla Bossi-Fini o rispetto alla recidiva, come modificata dalla legge Cirielli. Ma il decreto ci sembra un buon passo verso un sistema carcerario più efficiente che aiuta a ridefinire meglio ed in modo più corretto i rapporti tra libertà e autorità, tra difesa sociale e rispetto dei diritti umani».

Saccomanno (Pdl): Da Parlamento atto di coraggio su Opg - «Eravamo certi che questo Parlamento avrebbe trovato il coraggio di mettere la parola fine ai manicomi criminali, ridando dignità al disagio della malattia psichiatrica anche a chi di questa patologia ne ha subito le conseguenze peggiori, quasi con l'obbligo della privazione del diritto alla salute come pena per un reato di cui si é dichiarato non avesse capacità di intendere e volere». Lo dice in una nota Michele Saccomanno, capogruppo Pdl in Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, a seguito del voto favorevole dell'Aula del Senato all'emendamento sugli ospedali psichiatrici giudiziari inserito nel provvedimento sul sovraffollamento delle carceri.
«Oggi - osserva l'esponente azzurro - la malattia psichiatrica torna ovunque una malattia da curare. Grazie al Parlamento, grazie al Governo, anche a quello precedente, che ha dato sostegno e attenzione alla Commissione d'inchiesta sul SSN nel suo giusto lavoro».

Berselli (Pdl): Si troverà la copertura al decreto - Non è ancora sciolto il nodo della copertura finanziaria della nuova stesura dell'emendamento al decreto carceri, che dovrebbe consentire di superare lo scontro apertosi la scorsa settimana nell'aula del Senato sul provvedimento. Interpellato al telefono, il presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli del Pdl, relatore del provvedimento insieme ad Alberto Maritati del Pd, si limita a dire: ««Penso che il problema si risolverà».
Alle 15 è convocata la commissione Bilancio, che dovrebbe dare il parere favorevole alla nuova formulazione sul tema della destinazione ai domiciliari degli arrestati in flagranza, redatta ieri dai relatori e che esclude alcuni reati dal beneficio, andando incontro alle critiche dell'ex ministro della Giustizia Nitto Palma (Pdl).
Ieri, nel corso della discussione in aula sugli emendamenti al provvedimento, lo stesso Palma aveva precisato che la sua accettazione del compromesso sull'emendamento, e quindi la sua eventuale decisione di ritirare il suo emendamento che ripristinava il carcere come destinazione degli arrestati nei casi di reati che prevedono l'arresto obbligatorio in flagranza. Di conseguenza, dopo l'accantonamento degli emendamenti agli articoli 1 e 2 (con l'eccezione di quelli 'aggiuntivi') l'aula del Senato aveva proceduto alle votazioni sugli emendamenti agli altri articoli del disegno di legge di conversione del decreto Severino.