L'unità del Carroccio alla prova della piazza
Migliaia di militanti attesi a Milano dopo una settimana di passione. Dopo il «cacciare chi vuole cacciarmi» pronunciato da Maroni, a Bossi interessa scongiurare nuove polarizzazioni, e si vedrà sul campo se l'obiettivo è stato raggiunto
MILANO - Giunge alla fine di una settimana di fendenti, accuse e polemiche interne la manifestazione a Milano organizzata oggi dalla Lega contro il governo Monti. Dopo le lacerazioni, ormai pubbliche, del gruppo dirigente leghista, migliaia di militanti si ritroveranno nel capoluogo lombardo sotto il segno (imposto in queste ore da Bossi) dell'unità, dopo aver assistito in soli nove giorni prima al diktat, poi rientrato, contro l'ex ministro Maroni, a cui era stato vietato di partecipare a incontri pubblici leghisti; alla repentina riscossa dello stesso Maroni, celebrata a Varese mercoledì scorso in un plebiscito di consensi; al successivo «passo indietro» di uno dei protagonisti dello scontro, l'ormai ex capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni; e alla pax interna, reale o tattica che sia, decretata dal «capo» con un «Basta, fermi tutti» e ostentata in prima pagina sulla Padania di ieri con una foto di gruppo della nomenklatura leghista che brinda con spumante lombardo.
Rosi Mauro: Non sono un'approfittatrice - Ma che il clima resti arroventato, lo dicono i rumors e lo ha confermato indirettamente a fedelissima bossiana Rosi Mauro, anche se ha negato strascichi nella vicenda: venerdì «è stata una giornata importante - ha detto la leader del sindacato padano, da sempre vicino a Umberto Bossi - perché abbiamo dovuto chiarirci tra di noi su cose inesistenti e su un malinteso che si stava ingigantendo in proporzioni irreali. E Bossi, che sa già che cosa succederà dopo, ha detto: Basta, fermi tutti. Ed è stato un bene». Rosi Mauro, accusata di essere nella cerchia di persone che influenzerebbe, negativamente, le scelte di Bossi, ha attribuito le voci alla stampa che vuole «sfasciare e denigrare» la Lega e negato di essere un'approfittatrice: «Questi messaggi mi fanno schifo».
Bossi vuole scongiurare nuove «polarizzazioni» - Annunciata il 4 dicembre scorso alla riunione del parlamento padano a Vicenza come prima importante azione di piazza della nuova Lega di opposizione, la manifestazione odierna sarà anche un test per capire come si schiererà la base leghista dopo gli ultimi eventi. Dopo il «cacciare chi vuole cacciarmi» pronunciato da Maroni, a Bossi interessa scongiurare nuove polarizzazioni, e si vedrà sul campo se l'obiettivo è stato raggiunto. Sarà lo stesso Bossi a chiudere il comizio in piazza Duomo, mentre non è previsto, per ora, l'intervento degli altri due big del partito, Calderoli e Maroni. A meno che, viene fatto notare, «la piazza alla fine non invochi qualcun altro», cioè lo stesso ex ministro dell'Interno, che già a Varese è stato osannato.
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