TV: Di Pietro, in 3 mesi può anche cadere il Governo
Il leader IDV: Si deve rischiare, lo stop al beauty contest deve diventare definitivo. Monti: Le frequenze non possono essere date senza corrispettivo. Gentiloni (Pd): Il capitolo «beauty contest» finalmente chiuso
ROMA - «L'Italia dei Valori esaminerà con attenzione il merito dei singoli provvedimenti appena perverranno i relativi testi, ma una cosa è certa: bene ha fatto il ministro Passera a bloccare il beauty contest, che era solo un regalo corruttivo alla Rai e a Mediaset. Certo, sarebbe stato meglio se Passera avesse bloccato definitivamente il beauty contest perché, in tre mesi, tutto può succedere. Il Governo potrebbe cadere, Passera potrebbe essere messo fuori gioco e le lobby e i poteri forti potrebbero far tornare il Governo tecnico sui propri passi». Lo ha detto Antonio Di Pietro, commentando lo stop al beauty contest deciso dal governo nel decreto sulle liberalizzazioni.
«Ci aspettiamo che il ministro Passera, al più presto - ha esortato Di Pietro - intervenga con un provvedimento risolutivo che metta la parola fine alla sconcia auto-assegnazione gratuita delle frequenze che Berlusconi si era fatto. Riteniamo che quelle stesse frequenze possano essere messe in gara, non tanto per assegnarle a questa o quella televisione, visto che ormai il mercato è saturo, ma per attribuirle alle future generazioni delle 5G».
Gentiloni: Il capitolo «beauty contest» finalmente chiuso - «Con la decisione del governo si chiude il capitolo del beauty contest, ossia della scandalosa assegnazione gratuita di frequenze tv ai soliti noti». Lo ha dichiarato Paolo Gentiloni, responsabile Forum Comunicazioni del Partito Democratico.
«Era una nostra richiesta e prendiamo atto con soddisfazione dell'annuncio del ministro Passera, anche se lo stesso risultato poteva essere ottenuto semplicemente abrogando l'articolo 45 della legge 88 del 2009», osserva Gentiloni.
«Ora - conclude il responsabile Comunicazioni del PD - ci aspettiamo nei prossimi 90 giorni una decisione orientata al massimo di benefici per il bilancio dello Stato, ai principi di neutralità tecnologica e dei servizi e all'obiettivo di incrementare il pluralismo nel mercato tv».
Monti: Le frequenze non possono essere date senza corrispettivo - «E' naturale che una azienda» come Mediaset «si riservi di far valere i propri diritti se ritiene di averli, così come credo che l'opinione pubblica non sia sorpresa dalla decisione» presa dal Consiglio dei ministri sulla sospensione del beauty contest. Lo dice il presidente del Consiglio, Mario Monti, in un'intervista a Otto e mezzo.
«Le frequenze - spiega il premier - sono un bene scarso, un bene pubblico. Erano state prese certe decisioni per l'attribuzione, ma noi non vediamo perché, nel momento in cui abbiamo dovuto chiedere grandi sacrifici a molti, una risorsa pubblica venga concessa senza corrispettivo».
«Non so cosa faremo dopo - osserva Monti - ma è naturale riflettere anche per ragionare sull'evoluzione tecnologica».
Più concorrenza nel mercato? Non è escluso - Più concorrenza per il mercato televisivo? «Su questo non c'è niente di specifico» oggi, «ed è una domanda interessante la sua...».
A chi gli chiede se una misura del genere non sia però esclusa, Monti risponde affermativamente: «Non è escluso».