20 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Il Decreto Severino slitta a martedì

Carceri, bocciato emendamento della Lega

La proposta soppressiva raccoglie consensi anche fuori dal Carroccio. Palma: Non voterò mai sì ai domiciliari per gli scippatori. Mazzatorta: La maggioranza è divisa. Castelli: Grossi malumori nel Pdl sul decreto Severino

ROMA - Battuta d'arresto per il decreto Severino sul sovraffollamento delle carceri: l'aula del Senato riprenderà l'esame martedì prossimo. Votato, dopo un lungo dibattito, il solo emendamento della Lega, a firma Sandro Mazzatorta e Sergio Divina, che proponeva la soppressione secca dell'articolo 1, quello che propone l'uso delle celle di sicurezza in luogo del carcere per gli arrestati.
L'emendamento è stato bocciato, ma ha ottenuto 52 voti, mentre i senatori del gruppo della Lega sono in tutto 25, segno di un malumore e forse anche di una preoccupazione nel gruppo del Pdl per i rapporti con il fondamentale alleato leghista, oggi collocato all'opposizione del Governo Monti. Il rallentamento, di fatto, è stato imposto dall'intervento molto critico del senatore del Pdl Nitto Palma, che ha riproposto come emendamento alcune norme da lui stesso elaborate quando era ministro della Giustizia. Una tensione nel Pdl che ha costretto il vicecapogruppo Gaetano Quagliariello a proporre il rinvio, dopo che la capogruppo del Pd Anna Finocchiaro aveva adombrato il sospetto che il Pdl volesse affondare il decreto.
Fine settimana di lavoro in vista, quindi, per il Governo e per gli sherpa della composita maggioranza che lo sostiene, per trovare una mediazione. E' in corso al momento una riunione nella sala del Governo di palazzo Madama, alla quale presenzia il ministro Paola Severino e i relatori del provvedimento, Filippo Berselli (Pdl) e Alberto Maritati (Pd).

Palma: Non voterò mai sì ai domiciliari per gli scippatori - Uno scontro tutto »di merito», superabile con una soluzione tecnica: così l'ex ministro della Giustizia Nitto Palma (Pdl) descrive la sua presa di posizione sul decreto Severino che affronta il tema del sovraffollamento delle carceri. Dopo aver partecipato a palazzo Madama a un vertice con il ministro e i relatori (Pdl e Pd) del provvedimento arenatosi stamane nell'aula del Senato, Palma, la cui posizione è sostenuta anche dall'ex sottosegretario Giacomo Caliendo, anche lui senatore Pdl, ha spiegato ai cronisti che lui «condivide il principio» contenuto nel decreto ma ha aggiunto: «Nella norma chiamata in causa dall'emendamento dei relatori che prevede la custodia degli arrestati in prima istanza ai domiciliari sono ricompresi reati per i quali c'è l'arresto obbligatorio in flagranza, come il furto in appartamento, il furto con strappo e il 73 (del Testo unico sulle droghe, ndr) che sono reati di grande allarme sociale, per i quali non voteremo mai, o almeno, io non voterò mai l'arresto domiciliare, a meno che non resti al pubblico ministero il potere di deciderli».
Secondo Palma, tuttavia, nella riunione col ministro «abbiamo fatto un approfondimento, mi sembra che si possa raggiungere un accordo». Di tutt'altro avviso Alberto Maritati (Pd), relatore del provvedimento insieme a Filippo Berselli del Pdl: «E' un problema politico interno al Pdl, va risolto».

Mazzatorta: Decreto non risolve e la maggioranza è divisa - La Lega battuta in aula sul decreto Severino incassa in realtà un successo: il suo emendamento soppressivo dell'articolo 1, pur bocciato, ha raccolto nel voto segreto quasi trenta voti in più rispetto alla pattuglia dei suoi senatori. «Certo non è un bell'inizio...», ha commentato il leghista Sandro Mazzatorta, secondo il quale «evidentemente ci sono dei contrasti sul provvedimento e nella maggioranza».
«Questa maggioranza - ha aggiunto - esprime posizioni differenti. Quanto al primo articolo del provvedimento, nessuno condivide questo attuale testo. Il Pdl più sensibile al tema della sicurezza, il Pd ha posizioni ideologiche sulla scarcerazione e l'Idv è nel panico più totale».
Per la Lega il decreto «non risolve» il problema del sovraffollamento carcerario. «La soluzione - ha concluso Mazzatorta - è andare avanti con il piano carceri» e con gli accordi internazionali per far scontare la pena nel loro paese ai detenuti stranieri.

Castelli: Grossi malumori nel Pdl sul decreto Severino - Sul decreto Severino che affronta il tema del sovraffollamento delle carceri «ci sono grossi malumori nel Pdl». Lo ha detto il senatore della Lega Roberto Castelli, ministro della Giustizia nel governo Berlusconi tra il 2001 e il 2006, commentando con i cronisti la battuta d'arresto subita dal provvedimento, per il quale oggi l'aula ha votato solo un emendamento della Lega, soppressivo dell'articolo 1. «Il nodo è politico - ha aggiunto Castelli - ci sono due pezzi di maggioranza molto diversi».
«Il nostro emendamento - ha sottolineato ancora l'esponente leghista - ha preso molti più voti rispetto a quelli che abbiamo, una cinquantina (i senatori del Carroccio sono 25, ndr), e questo è un segno di come viene vissuto questo Governo che è sempre più connotato come un Governo di centrosinistra».

Convergenza Idv-Pdl, passa odg per assunzione agenti - Una convergenza parlamentare fra Italia dei Valori e Popolo della Libertà su un argomento che riguarda la giustizia è un fatto abbastanza insolito: è accaduto questa mattina nell'aula del Senato, e l'insolita alleanza ha costretto il Governo a fare una mezza marcia indietro su un ordine del giorno sul decreto carceri presentato dal dipietrista Luigi Li Gotti e dal suo gruppo per impegnare il Governo «a provvedere, con somma urgenza» ad assumere nuovo personale di Polizia, Carabinieri e Finanza. Assunzioni che avrebbero dovuto essere finanziate grazie ai risparmi di spesa per l'adozione di misure alternative alla detenzione. Trattandosi di un impegno di spesa, il ministro della Giustizia Paola Severino aveva dato parere contrario, ma all'insistenza di Li Gotti si era affiancato Roberto Centaro, capogruppo del Pdl in commissione Giustizia, esprimendo «forti perplessità» sul no del Governo, seguito a ruota dal suo collega di gruppo Carlo Giovanardi e da Achille Serra dell'Udc.
Nonostante un intervento in dissenso dal suo gruppo dell'ex guardasigilli Nitto Palma, che ha rilevato fra l'altro l'assenza di riferimenti alla Polizia penitenziaria nell'odg dell'Idv, il ministro Severino ha deciso di cambiare il parere del Governo ed ha accolto l'ordine del giorno dopo aver ottenuto una riformulazione del testo meno prescrittiva. Il Governo si impegna «a valutare» l'opportunità di individuare fondi per le nuove assunzioni nei corpi di polizia (compresa quella carceraria), «vista - ha detto il ministro - la serietà e urgenza del problema».