Il tunnel dei 3 segretari esiste. Il vertice pure
Donadi: «Non ci facciamo prendere in giro dalla false smentite. Ricostruiti minuto per minuto i movimenti notturni dei 3 segretari»
ROMA - «Le smentite di Bersani, Casini e Alfano sul vertice non smentiscono nulla, anche perché la presidenza del consiglio è rimasta in silenzio. Le questioni politiche che abbiamo posto rimangono intatte. E vorremmo anche capire qual è la differenza tra incontro e contatto. Una distinzione che appartiene al campo della filosofica ma non a quello della politica», ha affermato il presidente dei deputati dell’Idv, Massimo Donadi in una dichiarazione.
Massimo Donadi: siamo stati gli unici a non essere stati invitati - Il silenzio di palazzo Chigi sul vertice notturno del premier Mario Monti con i segretari di Pdl, Pd e Terzo Polo di cui hanno dato conto i principali quotidiani entra nel mirino di Italia dei Valori, unica forza politica che ha votato la fiducia al nuovo esecutivo a non essere stata convocata al summit.
Minuto per minuto la notte degli incontri carbonari
Bersani scortato verso il tunnel dai commessi del Senato - Affrontando la questione con un pizzico di leggerezza, si potrebbe dire che nella vicenda del presunto vertice di maggioranza fra i segretari e Mario Monti vale quanto si legge nei migliori libri gialli: non basta quanto si vede, serve «l'alibi». Anche perché, in questo caso qualcosa è stato pure visto, nonostante il «tunnel galeotto», e le smentite ufficiali non combaciano del tutto con quanto riferiscono fonti sia Pd che Terzo polo.
Palazzo Giustiniani, ore 19.30 circa di ieri sera. Diverse persone avvistano il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a palazzo Madama, atteso da alcuni commessi che lo 'scortano' verso il tunnel che collega il Senato a Palazzo Giustiniani.
Alfano esce in anticipo da via dell’Umiltà: direzione, Palazzo Madama - Ore 19 circa, il segretario del Pdl Angelino Alfano - gran lavoratore, abitualmente uno degli ultimi a lasciare ogni sera la sede del partito - viene avvistato mentre si allontana da via dell'Umiltà. Da corso Vittorio svolta verso Corso Rinascimento, via che costeggia Palazzo Madama.
Mario Monti in serata nel suo ufficio di senatore a vita - Mario Monti, intanto, intorno alle 19.25 fa ingresso nel suo studio di Palazzo Giustiniani.
Ma non basta.
Casini avvistato nei pressi del Senato - E' passato già parecchio, almeno tre quarti d'ora e comunque dopo le 20.15 quando secondo fonti terzopoliste Pier Ferdinando Casini - unico dei tre segretari che non ha mai nascosto la volontà di organizzare summit del genere - si muove verso il Senato.
Rutelli ai giornalisti: io per un incontro userei il tunnel - Intorno a Palazzo Madama i cronisti avvistano anche Francesco Rutelli che scherza: «Incontri? Se dovessi farli io passerei dal tunnel...». Proprio quel tunnel al quale i commessi del Senato hanno accompagnato Bersani.
La versione dei 3 segretari, solo contatti - Ora, è proprio il tunnel ad offrire ai partiti la possibilità di negare il vertice di maggioranza, tutti seduti intorno allo stesso tavolo, perché per i cronisti che pure erano sotto palazzo Giustiniani è stato impossibile vedere con i propri occhi l'ingresso dei leader di partito. Un dettaglio che permette a Pd e Pdl, che non vogliono in alcun modo essere immortalati in una 'foto di gruppo' tra avversari-alleati che non piace ai rispettivi elettorati, di negare il vertice. Per questo nei comunicati dei partiti, si parla semplicemente di «contatti», lasciando intendere che potrebbero essere stati anche solo telefonici. E, soprattutto, che sarebbero stati «bilaterali».
Il tunnel è stato usato anche per l’incarico a Monti? - Ma le versioni ufficiali contrastano con testimonianze e «prove indiziarie»: i racconti di autorevoli dirigenti di Pd e Terzo polo; le tante persone che hanno visto Bersani entrare a palazzo Madama e imboccare il tunnel; il 'timing' dell'uscita di Alfano dalla sede del Pdl e il percorso seguito dalla sua auto. Senza contare che, sempre secondo alcune testimonianze «oculari», qualcosa del genere era probabilmente già accaduta la sera prima che Monti sciogliesse la riserva: a palazzo Giustiniani, con il premier incaricato, c'era Angelino Alfano, e questo si sa.
Diverse persone, però, raccontano che di fronte a palazzo Madama c'erano anche l'auto e la scorta di Bersani.
Buttiglione: ma non mi pare il momento di fare i carbonari - A Montecitorio Rocco Buttiglione la vede così: «Se non ora, in questo momento di estrema difficoltà, quando i leader possono incontrarsi per discutere dell'Italia? E soprattutto, è normale che sia così, è nato un governo di tregua». Non la leggono evidentemente così alcuni big del Pdl che in queste ore stanno recapitando ad Angelino Alfano un messaggio chiaro: in queste vicende occorre chiarezza, non vertici segreti. Pare che anche di questo il segretario abbia discusso animatamente con diversi dirigenti che l'hanno incontrato oggi a via dell'Umiltà.
Forse la «cabina di regia» è stata piazzata in mezzo al tunnel - Per il resto, non essendoci ministri politici, l'esigenza di una «cabina di regia» tra Monti e i leader di partito è un dato di fatto. Pd e Pdl si oppongono alla formalizzazione di questo organismo per lo stesso motivo per il quale si opposero all'ingresso di esponenti politici. Alla fine la sensazione è che non sarà un tunnel a fornire ai Bersani e Alfano l' 'alibi' di cui hanno bisogno. Mentre di sicuro »la diplomazia del tunnel» può incrinare un po' lo stile british del nuovo presidente del Consiglio.
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