25 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Il polo che ha costretto Berlusconi alle dimissioni ha un vantaggio di 12 punti

Sondaggio Demopolis: se si votasse domani il centrosinistra stravincerebbe

Bene anche il terzo Polo con il 15 per cento. Bossi come Di Pietro e Vendola. Il Pd primo partito. Alfano: Monti è solo frutto di una tregua. Stucchi (Lega Nord): Monti sobrio perché non sa cosa dire. Napoli: il Premier ha mancato di rispetto al Parlamento

ROMA - Secondo l'inchiesta, se ci si fosse recati alle urne per le politiche, il centrosinistra avrebbe ottenuto, se unito, la maggioranza relativa nel Paese con il 47%, superando di circa 12 punti percentuali la coalizione PDL-Lega: un vantaggio mai registrato negli ultimi 17 anni, nel momento di maggiore debolezza del Centro Destra, scelto oggi da poco più di un elettore su tre.
Se si fosse votato oggi il centrosinistra,avrebbe superato di dodici punti percentuali la coalizione di Centro Destra: un vantaggio mai registrato negli ultimi 17 anni. E' la fotografia sul peso dei partiti in Italia e sui rapporti di forza tra le coalizioni, scattata dall'Istituto Demopolis mentre il Governo Monti inizia il suo lavoro. Che appare però destinata a cambiare nei prossimi mesi.

Gli elettori avrebbero preferito il voto - L'analisi segnala una crescita per il Terzo Polo, che sfiora il 15%: in particolare, l'UDC di Casini (che per la prima volta supera l'8%), sembra assumere un ruolo di maggiore centralità nello scenario politico, anche se il peso effettivo di Udc, Fli,Api, e Mpa dipenderà, ovviamente, dalla legge elettorale con cui si tornerà alle urne. La Lega Nord, oggi unico partito all'opposizione, riparte da un 8%, il valore più basso degli ultimi quattro anni, pagando l'incapacità di cogliere, negli ultimi mesi, il progressivo malcontento della propria base elettorale. Si attestano tra il 7% e l'8% Sel di Vendola e Italia dei Valori, ampia parte dei cui elettori avrebbe preferito la strada delle elezioni anticipate, nella certezza di una vittoria del «nuovo Ulivo», che corre invece il rischio - secondo molti osservatori - di essere archiviato nel nuovo scenario.

Pd primo partito - Per ciò che riguarda i due schieramenti principali, secondo i dati del Barometro Politico dell'Istituto Demopolis, il PD di Bersani sarebbe oggi, con il 29%, il primo partito del Paese. Sul fronte opposto, il PDL si attesterebbe al 24%, con una emorragia di quasi 5 milioni di voti rispetto al 2008, sintomo di un chiaro disorientamento dell'elettorato: su 100 elettori che avevano scelto il partito di Berlusconi alle politiche, oltre un terzo non riconfermerebbe il voto. Secondo i dati del Barometro Politico Demopolis, è molto alto, intorno al 28%, il numero di quanti resterebbero probabilmente a casa: si tratta di cittadini delusi, disorientati ed indecisi sull'eventuale scelta da compiere nell'ipotesi di un ritorno alle urne: un bacino potenziale, per lo più di anziani e casalinghe, di estremo interesse elettorale nei nuovi scenari che si stanno ridisegnando in Italia mentre il Governo Monti inizia il suo lavoro».

Alfano: Monti è solo il frutto di una tregua - «Non è in programma nessun incontro. Monti ha avuto la nostra fiducia al momento dell'incarico, la fiducia dopo il suo discorso in Parlamento. Non c'è una riunione di maggioranza, perché non c'è una maggioranza politica, ma si tratta di un governo di tregua». Così il segretario del Pdl Angelino Alfano esprime la propria indisponibilità a vertici di maggioranza che coinvolgano Mario Monti e i leader delle altre forze politiche che sostengono l'esecutivo.
«Non faremo mancare a Monti i nostri consigli e i nostri suggerimenti», aggiunge Alfano.

Giacomo Stucchi: Monti una un linguaggio sobrio perché non sa cosa dire - «Il passare dei giorni conferma, purtroppo, i nostri timori sull'inadeguatezza di questo governo ad affrontare la crisi e le forze politiche che lo stanno appoggiando se ne assumeranno la responsabilità dinanzi al Paese». Ha affermato Giacomo Stucchi della Lega Nord. «Lo avevamo detto sin dal primo momento e lo ribadiamo ora che il governo Monti è pienamente operativo: molte cose di questo esecutivo ci lasciano perplessi», ha aggiunto Stucchi.
«L'atteggiamento dei ministri - ha aggiunto il parlamentare del Carroccio - o in silenzio stampa, oppure a parlare in astratto e mai di cose concrete, ci porta a chiederci se la scelta della sobrietà, anche nella comunicazione, non sia dettata dall'incertezza sulle cose da dire. Inoltre non si era mai visto un Parlamento così silente, ma anche inerte, in attesa di esaminare provvedimenti sui quali, per avere maggiori informazioni, i parlamentari possono solo leggersi le indiscrezioni sui giornali».

Napoli: prima che a Bruxelles Monti doveva parlare agli italiani - «Nutro rispetto e stima, come cittadino e come parlamentare, per il presidente del Consiglio Mario Monti. Sono sicuro che Monti, da poco senatore a vita, ricambia gli stessi sentimenti verso l'istituzione parlamentare». Lo ha dichiarato in una nota il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli.
«Considero quindi una scortesia non voluta - ha aggiunto - il vertice di oggi a Strasburgo durante il quale Monti ha illustrato al presidente Sarkozy e alla cancelliera Merkel le misure economiche non ancora presentate nel Parlamento italiano. Faccio questa osservazione perché Monti sia avvertito dell'estrema sensibilità mostrata dalle forze dell'ex opposizione di sinistra e di centro sempre preoccupate che il premier Berlusconi riferisse in Parlamento. Le misure illustrate a Sarkozy e Merkel - ha concluso - devono essere approvate dal Parlamento italiano. Non vorrei che ci arrivino testi emendati oggi dai due illustri capi di Stato e di governo».

Se Berlusconi stacca la spina molti dei suoi lo abbandoneranno - «Chi crede di staccare la spina al governo Monti rimarrà fulminato. Se anche il Pdl dovesse irragionevolmente decidere di togliere il sostegno al governo, molti parlamentari non seguirebbero le direttive del partito e Monti rimarrebbe in carica. A quel punto una frattura interna al Pdl sarebbe inevitabile». Così Benedetto Della Vedova, capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, intervenuto alla trasmissione La Mala Oposiciòn in onda stasera su Radio Vortice.
«Mi sembra chiaro che togliere la fiducia al governo per andare al voto tre mesi prima sarebbe un suicidio politico. In caso di elezioni anticipate - prosegue il deputato finiano - Fli e Terzo Polo valuteranno le alleanze proprio in base al comportamento di centrodestra e centrosinistra avranno nei confronti del governo Monti».

Bersani: non useremo la scure contro la sanità pubblica - «C'è da correggere la manovra che è alle nostre spalle: non è credibile prendere 20 miliardi dall'assistenza. Bisogna fare qualcos'altro, prendere da chi ha di più, è molto difficile escludere i patrimoni immobiliari rilevanti da uno sforzo di questo genere.
Dire questo non significa fare una battaglia ideologica, è una cosa logica, è nelle cose». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a margine dell'assemblea nazionale della Cna ha risposto a proposito della necessità di introdurre una patrimoniale tra le misure che il governo varerà per correggere i conti pubblici.
Quanto all'aumento dell'Iva Bersani ha osservato che «è un tema molto delicato. Aspettiamo di vedere le iniziative del governo, sapendo che se muovi un punto di Iva succede sempre qualcosa sull'inflazione. E' un tema delicatissimo».

I «liberal» del Pd: da Fassina sostegno a Monti e niente mugugni - «Siamo da sempre i primi a chiedere che nel Pd vi sia unità, tanto più in momento così delicato. Noi chiediamo però, con forza, che non vi siano scomuniche nei confronti di chi porta avanti posizioni coraggiose e di innovazione, in piena sintonia con il sentire di una parte rilevante del Paese». Lo scrive Enzo Bianco, leader dei LiberalPd in una lettera inviata al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani dopo la richiesta avanzata ieri di dimissioni del responsabile Economico Stefano Fassina, nei confronti del quale, precisa Bianco «non vi è, ovviamente, nulla di personale nella nota contro Stefano Fassina e nella presa di posizione dei LiberalPd». Bianco chiede però che la linea del PD, «come tu hai fatto con chiarezza e determinazione, sia improntata al massimo sostegno al governo Monti, senza mugugni né mormorii.

Diliberto: Monti chieda gli eurobond alla Bce e lasci stare salari e welfare - L'andamento dell'asta di Bund decennali di ieri (con 35% di invenduto) dimostra che in Europa nessuno, ma proprio nessuno, può ritenersi al sicuro dalla tempesta che investe il debito pubblico dei paesi europei.» Lo dice Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci a commento del vertice tra Merkel, Sarkozy e Mario Monti in corso a Strasburgo.
«Se vogliamo davvero invertire la tendenza rispetto alla cialtroneria internazionale del Governo Berlusconi - continua Diliberto - Monti dovrebbe impegnarsi con il Presidente francese e con la cancelliera tedesca ad attuare in Italia una manovra contro l'evasione fiscale e una patrimoniale che consentano un recupero significativo di gettito; affermare che l'Italia non attuerà alcuna riduzione del salario indiretto e differito (welfare e pensioni) dei lavoratori perché iniquo e controproducente».

Monti chieda all' Europa di intervenire prima che sia tardi - «Infine, dovrebbe chiedere che la Bce intervenga a sostegno dei paesi sotto attacco (quindi anche di Italia e Francia) prima che sia troppo tardi, attraverso Eurobond e altri strumenti. Secondo noi - conclude Diliberto - senza questi impegni precisi c'è il rischio della fine dell'Euro e di una crisi stile 'anniTrenta' dagli esiti incerti e sicuramente catastrofici».