San Raffaele, 1 milioni di euro torna in Italia il giorno del suicidio di Cal
La restituzione da una società riferibile a Daccò lo stesso giorno del suicidio. A parlarne, negli atti, sono gli inquirenti che indagano sul dissesto finanziario del San Raffaele
MILANO - Un milione di euro contestato a Pierangelo Daccò come distrazione per una finta operazione immobiliare, stando alle indagini, rientra in Italia il giorno in cui Mario Cal, ex braccio destro di Don Verzè decide di togliersi la vita con un colpo di pistola alla tempia. A parlarne, negli atti, sono gli inquirenti che indagano sul dissesto finanziario del San Raffaele.
La ricostruzione degli inquirenti - La vicenda riguarda un milione di euro che, secondo l'accusa, la Fondazione aveva erogato nel dicembre 2008 a Metodo Srl. Quest'ultima, sempre stando alle indagini pochi giorni dopo avrebbe girato la somma a M.T.B, una società austriaca, di cui beneficiario economico era Pierangelo Daccò. Gli inquirenti richiamano le dichiarazioni della responsabile amministrativa di Metodo secondo cui «il predetto milione ha fatto rientro in italia nel mese di luglio 2011», «la restituzione a Metodo - proseguono poi gli inquirenti - è stata effettuata dalla società lussemburghese, Dreamlane finance s.a per conto della M.T.B» annotano i magistrati, che aggiungono «si noti che la restituzione a M.T.B intervenga lo stesso giorno (18 luglio 2011) del drammatico suicidio di Mario Cal».