1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Maggioranza | Lega Nord

Bossi: Il paese non può durare, non siamo ancora salvi dal fallimento

Il leader leghista: «Il Federalismo non basta, ma nessuno è riuscito a mandare a picco Nord. Ora le «gabbie previdenziali»: Il nord paga troppo»

PECORARA - Il Paese «non è ancora» salvo da fallimento, e con «milioni di persone che vivono alle spalle del nord non può durare». E anche il federalismo «non basta». Parola di Umberto Bossi, che sul palco della Festa della Zucca a Pecorara, al fianco del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, replica alle esortazioni dei leghisti che incitano alla «secessione».
A chi lo ringrazia a voce alta per «averci salvato dal fallimento», Bossi replica: «Non ancora, non è facile fare le cose. Non è che uno va a Roma, schiaccia un bottone ed è tutto fatto. Non basta tirare fuori un tricolore». E a chi gli chiede Federalismo, risponde: «quello è già passato, ma non basta mica».
«Milioni di persone vivono alle spalle del nord - ha detto Bossi -. Ditemi se questo è un Paese che può durare. Nessuno è mai riuscito a mandare a picco il nord. Siamo abituati a lottare. Il nord è la prima forza industriale d'Europa». E ha aggiunto unendosi al coro dei militanti: «Padania libera è il grido che fa tremare quei coglionazzi del centralismo romano. Certo, loro sono forti. Hanno i giornali e i giornalisti. Ma nessuno può fermare i popoli».

Bossi lancia le «gabbie previdenziali»: Il nord paga troppo - Dopo le gabbie salariali, storica proposta leghista, il leader del Carroccio Umberto Bossi lancia le «gabbie previdenziali». Parlando ai suoi militanti al fianco del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, Bossi ha spiegato la sua nuova idea in difesa delle pensioni dei lavoratori del nord, ispirata al principio dell'«ottenere per quel che pago».
«A parte la Lombardia che è pari - ha spiegato Bossi - le altre regioni del nord danno più di quello che ottengono, al contrario di quelle del sud. Il nord paga il 74 per cento di quello che ottiene, il sud paga il 59 per cento e ottiene molto di più».
Bossi ha quindi rivendicato la difesa delle pensioni di anzianità portata avanti dalla Lega: «Vogliono togliere le pensioni ai lavoratori del nord che hanno già pagato? Calma e gesso, ci siamo già schierati». Riguardo la lettera del governo italiano alla Ue, Bossi racconta: «la famosa lettera... La Lega è stata determinante. Io sto sempre in allerta quando sento parlare d'Europa» anche perché «L'Europa non vede il Paese per quello che è. In realtà sono due Paesi divisi uniti da quei disgraziati dei savoiardi». In ogni caso, il senatur esprime un concetto già espresso altre volte: ««Se il nord fosse libero sarebbe uno dei Paesi più ricchi».

Bossi ai giornalisti: Stop con gli attacchi alla famiglia o vi spacchiamo la faccia - «La Lega è una grande famiglia e ogni tanto c'è qualche lite. Ma voi giornalisti scrivete pezzi che meriterebbero di mandarvi in galera, o di denunciarvi quantomeno. Questa è una vergogna. Questi qui scrivono per esempio sulla mia famiglia - ha detto Bossi - Prima o poi vi spacchiamo la faccia o vi denunciamo. Non è possibile che uno si metta a sputare. Io ci tengo alla mia famiglia. Mi dà fastidio - ha proseguito - che voi rompiate i coglioni. Parlate dei politici, sennò un giorno quella gente lì vi piglia per il collo. State attenti. C'è un limite alla critica o no? O chi non la pensa come voi va ucciso? Io non la penso così».
Bossi ha proseguito sullo stesso tono. «La gente ne ha piene le scatole di voi, di come non sapete rispettare le persone, le famiglie. Comunque chi ha la rabbia sono loro, che si inventano un sacco di storie. A volte - ha aggiunto - non conviene neppure denunciarli perché i magistrati non li condannano. E loro scrivono, proprio perché si sentono difesi». «Ma state tranquilli - ha concluso rivolto ai cronisti presenti - non è per stasera. Anche se qualcuno meriterebbe qualche cazzottone in faccia».