24 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Ennesima tragedia nel carcere di Livorno

Detenuto trovato morto, domani sarebbe tornato libero

Ristretti Orizzonti: «Dubbi sull'ipotesi di suicidio. Si tratta del 17esimo decesso avvenuto nel carcere di Livorno dal 2003 ad oggi»

ROMA - E' stato trovato morto nella sua cella nel carcere di Livorno a poche ore dalla libertà. Dall'inizio dell'anno sale così a 155 il totale dei «morti di carcere», di cui 52 per suicidio. Agatino Filia, 56 anni, lavorava come addetto alle pulizie e sarebbe stato scarcerato domani. Trovato morto per le scale, in una delle sezioni del carcere delle Sughere. Accanto al suo corpo, pezzi di stoffa legati, come a voler formare una corda artigianale. Il suo cadavere è stato trovato dal personale della casa circondariale ieri intorno alle 18.30. Inutili - rende noto Ristretti Orizzonti - i tentativi di rianimarlo: quando la polizia penitenziaria s'è accorta del fatto, l'uomo era già morto. Il decesso è stato constatato dal medico del 118, giunto sul posto insieme a un'ambulanza della Misericordia.

Secondo l'associazione il suicidio non è però certo. Apparentemente l'uomo non aveva ferite evidenti sul corpo, ma solo le tipiche lesioni post mortem dovute al trauma al collo. Queste le prime indiscrezioni, ma solo l'autopsia potrà far luce sulle cause della morte. Del caso si occupa la polizia penitenziaria, che ha allertato il pm di turno. Non si conoscono i motivi che avrebbero spinto l'uomo a togliersi la vita: pare che fosse stato da poco trasferito a Livorno, proveniente da Porto Azzurro.

17esimo decesso dal 2003 - Si tratta - riepiloga l'associazione - del 17esimo decesso avvenuto nel carcere di Livorno dal 2003 ad oggi (9 i suicidi accertati, 3 morti per «cause naturali» e 5 per «cause da accertare«). Alle Sughere i detenuti sono circa 450 e 17 morti in 8 anni per un carcere di medie dimensioni, rappresentano un dato eccezionalmente grave. In altre carceri con un numero di detenuti compreso tra 400 e 500 nello stesso periodo i decessi sono stati molti di meno. A Livorno si è registrato anche il caso particolarmente controverso di Marcello Lonzi, ritrovato cadavere in cella l'11 luglio 2003 con il corpo coperto di lividi, che è stato oggetto di una lunghissima inchiesta giudiziaria conclusasi recentemente con l'archiviazione: morto per «aritmia maligna».

Favi (Pd): Il rapporto Antigone fotografa un sistema distorto - «L'ottavo rapporto di Antigone sulla condizione della detenzione in Italia, intitolato con cruda sintesi 'Le prigioni malate', certifica le distorsioni di un sistema fuoriuscito dalla legalità costituzionale, civile e democratica». Lo afferma Sandro Favi, Responsabile carceri del Pd. «Il secondo Paese, dopo la Serbia, per sovraffollamento, l'indice più elevato di detenzione in attesa di sentenza definitiva, la percentuale più alta di stranieri detenuti a cui non corrisponde analoga incidenza sugli autori di reati complessivamente accertati, migliaia di tossicodipendenti senza una prospettiva di riabilitazione; condizioni drammatiche per la salute delle persone detenute, suicidi ed autolesionismo; clima di tensione al limite della sostenibilità», continua Favi.
«Le persone detenute, sono rinchiuse fino a 22 ore al giorno in spazi che non consentono quasi di muoversi dalla propria branda e come nel film 'Le ali della libertà' diventano individui 'istituzionalizzati', poi incapaci di riguadagnare la dimensione della vita libera, a cui arrivano a preferire il suicidio - aggiunge - E, infine, il personale della Polizia penitenziaria, degli operatori professionali, del volontariato e dei dirigenti d'istituto, che non è stato dimenticato nel rapporto di Antigone, come ha affermato il Capo del Dap, Franco Ionta, ma che si sente alla deriva in quel mondo di disperazione e di dolore, dubitando che il proprio capitano conosca la rotta e lo sappia condurre aldilà degli scogli».