20 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Le tensioni nella Lega

Reguzzoni vs due Deputati, alla Camera scontro su «black list» leghista

Nella Lega da tempo circola la notizia di una presunta black list di maroniani, sgraditi al cerchio magico e candidati all«epurazione politica». Alla buvette durissimo contro Molteni: «

ROMA - Giorni, mesi difficili per la Lega nord. Il partito di Umberto Bossi è da tempo attraversato da una profonda frattura fra il cosiddetto cerchio magico e l'ala maroniana, culminata nella diffusione dei video «rubati» da un anonimo cellulare nel corso del congresso a porte chiuse di Varese. Ma la scena che si è svolta oggi sotto gli occhi dei cronisti di Montecitorio è altrettanto emblematica e dimostra che la tensione non accenna a diminuire. Tutto si svolge alla buvette della Camera, il protagonista principale è Marco Reguzzoni. Il capogruppo leghista raggiunge due deputati del suo gruppo, Nicola Molteni ed Erica Rivolta, che stanno sorseggiando un caffè. E si scatena uno scontro molto duro, con il capogruppo del Carroccio che non si cura di utilizzare un tono della voce che tenga la polemica al riparo dai cronisti che, loro malgrado, partecipano da spettatori allo scontro e vengono dunque messi al corrente della vicenda.

Il nodo è quello della pubblicazione del nome di alcuni deputati, tra i quali Molteni e Rivolta, fra quelli vicini al ministro dell'Interno. Nella Lega da tempo circola la notizia di una presunta black list di maroniani, sgraditi al cerchio magico e candidati all'epurazione politica. Fra loro, come scritto da alcuni quotidiani (anche locali, come la Provincia di Como), ci sono Molteni e Rivolta. I due, evidentemente, hanno fatto sapere di non gradire, perché alla buvette Reguzzoni sferra deciso il contrattacco, usando toni molto decisi: «Io ho smentito, cosa devo fare? Ho chiamato direttori di giornali per smentire». Il giovane deputato di Como prova a spiegare: «Ma ti rendi conto che è una cosa grave? Parliamo di una black list, la gente della Lega cosa pensa? Il territorio cosa può pensare, io devo rendere conto anche a loro. E tu sei il mio capogruppo». Dura la replica di Reguzzoni: «Io non devo dimostrarti nulla, ognuno resti nel suo ruolo. Io ho smentito. Ti ho affidato incarichi di rilievo. Poi se non puoi sopportare questa cosa, non è colpa mia».

L'ambiente si surriscalda, nella buvette in molti si girano a guardare, attratti soprattutto dal tono di voce insolitamente alto di Reguzzoni: «Io sono il tuo capogruppo? E tu neanche mi saluti per questa cosa, invece di parlare con me?». Molteni nega di aver tolto il saluto, ma gli animi continuano a surriscaldarsi. Il capogruppo decide di andare via, si sente un «questo è un manicomio», poi fa una rapida retromarcia e torna dai due parlamentari. Aggiunge qualcosa, di nuovo gira i tacchi e va via. Lasciando basiti i due deputati, i caffè ormai freddi e la sensazione di uno scontro che non accenna a placarsi.