14 settembre 2024
Aggiornato 05:00
I No Tav in Valsusa

In Valsusa timore infiltrati. I No tav: taglieremo le reti

Tenteranno di arrivarci eludendo i controlli ma «in maniera pacifica» attraverso i numerosi sentieri di montagna che si inerpicano in val Clarea. Domani in piazza anche i sindaci dei comuni interessati

GIAGLIONE - Si dicono «sereni e tranquilli» i «notav» ma «determinati» a raggiungere domani, cesoie alla mano, il cantiere dell'Alta velocità di Chiomonte, in val di Susa, per tagliare in più punti l'estesa recinzione che lo protegge. Tenteranno di arrivarci eludendo i controlli ma «in maniera pacifica» attraverso i numerosi sentieri di montagna che si inerpicano in val Clarea, aggirando le vie di comunicazione ordinarie.

«Saremo a mani nude, testa alta e volto scoperto», assicura Valerio Colombaroli, un anziano signore di Bussoleno, da sempre in prima linea contro l'opera. L'intenzione è di una manifestazione di «disobbedienza civile e nonviolenta». I contrari alla realizzazione del tunnel tra Italia e Francia Tav, che dopo i gravi incidenti del 3 luglio scorso, manifesteranno domani tra imponenti misure di sicurezza, confermano la loro sfida al divieto del Prefetto di Torino di accedere alla «zona rossa» che circonda il cantiere, allargata per l'occasione e sorvegliata tra i 1.700 e i 2.000 uomini delle forze dell'ordine, tra cui gli specialisti dei «Cacciatori di Calabria», un reparto dei carabinieri specializzato in interventi contro la criminalità organizzata e in grado di utilizzare tecniche di controguerriglia. Nella zona, sul territorio di quattro comuni, è stata anche vietata la caccia fino a lunedì mattina.

Ostentano sicurezza, i no tav. Ma non troppa. «L'unico vero timore sono gli eventuali infiltrati», ammette Nilo Durbiano, sindaco di Venaus, uno dei comuni interessati all'opera, e storico amministratore contro l'infrastruttura, che domani sarà insieme ai suoi colleghi degli altri comuni della Val di Susa per partecipare «all'Unità di crisi» presso il municipio di Giaglione istituita per «seguire, sul campo, la situazione e - spiega - manifestare vicinanza alla popolazione in questa battaglia contro uno spreco che non possiamo permetterci».

Incidenti? Qui nessuno li vuole neppure nominare. Ma, dice il sindaco, «difficile poterlo escludere del tutto: l'area è enorme, i manifestanti saranno moltissimi». I responsabili delle forze dell'ordine oggi hanno autorizzato una quindicina di «notav» a circolare liberamente anche nella zona rossa. Saranno equipaggiati con macchine fotografiche o videocamere per «controllare che nessuno faccia brutti scherzi» o «episodi strani». Ad altri quindici di loro sarà consentito rimanere alla baita, presidio simbolo del movimento no Tav ad appena cento metri dalla recinzione. E tutti gli altri? «Sarà una manifestazione di popolo, colorata e pacifica», promette Luigi Casel, ex consigliere comunale di uno dei tanti paesini della Valsusa.

Alcuni No Tav, intanto, oggi, avrebbero effettuato tecniche di «aggiramento» delle forze dell'ordine. Attorno alle 17, si legge sul sito notav.info, una ventina di persone «sono riuscite ad arrivare in baita passando da sentieri alternativi a quello principale, che continua ad essere presidiato dalle forze dell'ordine e bloccato dai new jersey».