Riesame: Berlusconi sapeva che erano escort
I colloqui di Tarantini e D'Addario in un'informativa agli atti. L'ipotesi di reato passa da estorsione a induzione a rendere dichiarazioni mendaci
NAPOLI - Per i giudici del Riesame di Napoli, Silvio Berlusconi sapeva che le ragazze presentategli dall'imprenditore barese Giampaolo Tarantini erano «escort». E' questo uno dei punti al centro del cambiamento di rotta dell'inchiesta sul caso Tarantini-Lavitola e della diversa qualificazione dell'ipotesi di reato, da estorsione a induzione a rendere dichiarazioni mendaci.
Nell'ordinanza del Riesame si fa riferimento agli atti trasmessi da Bari e depositati in udienza dai pm prima della camera di consiglio. Si tratta di verbali di interrogatori, e in particolare di un'informativa depositata alla Procura di Bari il 23 giugno scorso. Includono una conversazione intercettata tra Tarantini e Patrizia D'Addario, da cui emerge che, diversamente da quanto le aveva anticipato «Giampi» in una precedente telefonata, la donna, pur avendo trascorso la notte in compagnia del premier - ricostruiscono gli inquirenti - non aveva ricevuto alcuna 'busta' ma soltanto la promessa di un suo 'interessamento' affinché fosse 'sbloccata' la situazione amministrativa di un cantiere dove la stessa stava realizzando delle opere edilizie.
Nell'apprendere che la D'Addario non aveva ricevuto alcun compenso in denaro («Niente busta però», precisa lei al telefono, «poi mi ha fatto una promessa che, vabbè te lo posso dire, tu sei la guardia di tutto, mi ha detto che mi mandava gente sul cantiere, l'ha detto lui quindi ci devo credere?«). Tarantini si mostra stupito («Veramente?...Mi dispiace che non hai preso niente, però guarda che è la prima volta che succede, io avrò portato cento donne! Però non ha mai detto a nessuno 'ti do una mano', mai... cioè le fa lavorare in televisione ma mai, mai!«). E la conversazione prosegue con riferimenti ai presunti pagamenti fatti alle ragazze. «A tutte ha lasciato la busta», afferma lei. «A tutte!» conferma lui. «Cinquemila euro?» «A chi cinque, a chi dieci, a chi tre, a chi quindici, a chi venti, a chi gli ha regalato la macchina...».