Caso Tarantini, Premier possibile indagato
Attesa per il verdetto del Riesame, la Procura di Napoli propone reato diverso
NAPOLI - Caso Tarantini-Lavitola: la vicenda è ancora da definire e molto dipenderà dalla decisione del Tribunale del Riesame di Napoli che entro lunedì dovrà pronunciarsi sulla richiesta di scarcerazione avanzata dagli indagati ma anche - ed è la questione centrale a questo punto - sulla richiesta della Procura napoletana che, in sede di discussione, ha presentato la possibilità di inquadrare la vicenda - i soldi dati dal premier a Tarantini - non più come estorsione ma come reato diverso, ovvero «induzione a non rendere dichiarazioni o rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria».
Imputazione che, se accolta dal Riesame, farebbe cambiare i ruoli e - è una delle ipotesi possibili - anche il ruolo del premier Berlusconi che da parte lesa potrebbe diventare indagato. Il condizionale è d'obbligo, data la fluidità della vicenda.
Il cambio di rotta da parte dei pm napoletani è arrivato dopo il deposito, avvenuto giovedì, degli atti della Procura di Bari che indaga sulle escort e alla luce degli interrogatori resi da Tarantini successivamente al suo arresto.
E proprio partendo da questi interrogatori e da altri elementi investigativi, i pm Woodcock, Curcio e Piscitelli ritengono che debba essere rivista anche la questione della competenza, che a loro avviso non sarebbe Roma.