28 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Centrosinistra

Il «Nuovo Ulivo» fa discutere, scontro Casini-Di Pietro

Il leader Udc attacca: Io «escort»? Da lui soldi in scatole di scarpe. La replica: «Mi sono fatto processare perchè innocente»

VASTO - Silvio Berlusconi deve dimettersi, cedere il passo, lasciare la guida dell'Italia. O, almeno, la maggioranza prenda atto della situazione e si sciolga, magari sul voto della Camere sull'arresto Milanese. La voce delle opposizioni, su questo punto, è univoca: da Pier Ferdinando Casini a Nichi Vendola, passando per Gianfranco Fini fino ad Antonio di Pietro, tutti chiedono un «cambiamento».

Poi, però, inizia il terreno delle divisioni. A Vasto, l'Italia dei Valori inneggia infatti al successo, ovvero all'alleanza con il Pd e Sel. Del resto, molti hanno letto nella presenza di Bersani sul palco dipietrista l'imprimatur definitivo al Nuovo Ulivo a tre, pur se il segretario democratico lo preferirebbe «aperto a tutte le personalità civili e i movimenti che di Berlusconi si sono rotte le scatole».

Quel che è certo è che il Nuovo Ulivo non sarà unito al Terzo Polo. Tra il leader Udc e Di Pietro, infatti, sono volati stracci per tutto il giorno, con Di Pietro che ha bollato già ieri Casini come «escort della politica», Casini che ha replicato ruvido ricordando «la carriera da magistrato» e «le scatole con cui Di Pietro prendeva i soldi» e con l'ex pm che ha chiuso acido ricordando «di aver fatto una carriera da magistrato al servizio della legge» e di essersi «fatto processare perchè innocente».

Anche Fini, però, ha tenuto a precisare che l'assonanza con il Nuovo Ulivo finisce con la richiesta delle dimissioni di Berlusconi. «Spero - ha detto Fini - che anche nell'ambito della maggioranza finisca per prevalere il buon senso e la decisione di dare vita a un altro governo che abbia maggior credibilità internazionale, che si occupi dei problemi dell'economia e faccia uscire il Paese da questa crisi». «Un altro governo - insomma - presuppone, almeno per me, un altro presidente del consiglio». Per il resto è tutto da vedere, ma l'alleanza con l'Ulivo al momento non è in programma.

«Non c'è dubbio - ha rincarato il numero due di Fli, Italo Bocchino, proprio in casa di Di Pietro, a Vasto - che noi dobbiamo essere terzi rispetto alle coalizioni; non c'è ragione per cui il Terzo Polo si candidi alle elezioni con il 'nuovo Ulivo'». «Noi del terzo polo - ha sottolineato - dobbiamo rappresentare i moderati e i riformisti italiani, poi, vedendo i numeri, si decide cosa servirà per il bene dell'Italia».

Insomma, in vista di una possibile e forse anche prossima campagna elettorale si preparano armi e accordi, ma l'ultimo dettaglio, non trascurabile, è la situazione in casa Pd. Il principale partito dell'opposizione, infatti, ha vissuto con qualche mal di pancia la condotta di ieri di Bersani. Vero che oggi Vannino Chiti è venuto a Vasto a ribadire la linea del segretario, ma vero anche che già ieri sera sono cominciati i distinguo, con la componente cattolica che fa capo a Fioroni in subbuglio, preoccupata di chiudere con il polo moderato e aprire un rapporto con la sinistra radicale di Nichi Vendola. Che anche oggi, per tutta risposta alle polemiche, ha definito il Nuovo Ulivo «poesia».