25 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Chiusa la festa dell'Idv a Vasto

Di Pietro: «Pronti al Governo in squadra»

«Andare il prima possibile al voto, niente inciuci tecnici per rimandare le elezioni. Il Premier accetti l'invito di don Gallo ad andare in comunità a disintossicarsi»

VASTO - Antonio di Pietro ha chiuso la festa dell'Italia dei Valori, a Vasto, con un discorso che lui stesso ha definito «diverso dal solito»: niente attacchi diretti a Silvio Berlusconi «per il suo privato», perché «star qui a parlare di escori», ha detto, sarebbe «partecipare alla distrazione di massa in corso» dai problemi reali del Paese. «Sarebbe bene se il premier accettasse l'invito di don Gallo ad andare in comunità a disintossicarsi», mentre chi «ha ancora la credibilità per farlo» si «assume la responsabilità di governare». E fra i credibili, Di Pietro ha inserito l'Idv, ma «in squadra», perché bisogna avere «la consapevolezza di poter fare i passi in ragione delle proprie gambe».

Il nuovo governo, per Di Pietro, deve essere però figlio del voto e non «una cosa tecnica o istituzionale fatta per non andare a votare». «Non c'è più tempo per aspettare il 2013. Dobbiamo lavorare per andare a votare al più presto». Se però, ha fatto notare l'ex pm, «ci mandano alle elezioni», perché, ha spiegato «il capo dello Stato non può sciogliere le Camere se si forma una nuova maggioranza». Insomma, «non possiamo neanche accettare in nome della legge elettorale di arrivare al 2013 con il solito i governo che si chiama tecnico ma che in realtà è fatto solo per non andare a votare». Quindi, Di Pietro ha dato la disponibilità a un governo «a tempo determinato» che «faccia soltanto la nuova legge elettorale» e sposato l'appello di Eugenio Scalfari su Repubblica al voto in tempi rapidissimi.

Quale nuovo governo, si è quindi chiesto l'ex pm, va dato all'Italia. Sicuramente, un governo di cui l'Idv è parte attiva, ma fatto «stando in squadra». E qui è scattato l'ultimo punto dell'intervento di Di Pietro, l'alleanza con PD e Sel, iniziata venerdì con il faccia a faccia con Pierluigi Bersani e Nichi Vendola. Con gli alleati, ha detto, serve «identità di programma», che deve esserci anche per i candidati alle primarie, da «fare il prima possibile», perché «abbiamo bisogno che quelle consultazioni siano una simbiosi tra le persone e il programma». «Non è possibile che ognuno arrivi portandosi il proprio programma, altrimenti succede quel che succede sempre: siccome vince De Magistris, i partiti non ci stanno».

«Oggi - ha detto in conclusione Di Pietro - noi siamo qui per assumerci la responsabilità di giocare la partita in campo e quindi dobbiamo saper stare in una squadra, dobbiamo saper passare la spalla, perché a una squadra, per vincere, non bastano gli attaccanti, ci vuole anche chi sta in difesa, chi fa il regista e i mediani». Per quanto riguarda gli schemi, infine, attenzione a mettere troppi punti all'ordine del giorno «perché se a un programma si aggiunge un punto, poi un altro, poi un altro ancora? alla fine, una diversità si trova con tutti. Quindi dobbiamo identificare subito quali sono le nostre priorità», una decina di punti, ha concluso Di Pietro citando il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, e cominciare da quelli.